von mas 07.03.2021 06:45 Uhr

Tracce di fede – La Via Crucis del Convento

La fede, semplice ma profonda, di chi ha vissuto per secoli ed ancora vive fra le valli e le montagne della nostra Terra, è testimoniata da decine e decine di segni, di tracce.  Quelle di oggi le incontriamo lungo il muro di clausura dell’antico convento di Campo Lomaso

La Via Crucis del Convento di Campo Lomaso (Foto UT24 - M.Sartori)

Tracce di fede, indelebili.  Sono quelle che caratterizzano l’intero territorio tirolese.  A volte sono segni importanti,  dipinti o sculture di artisti noti e famosi. Altre, forse la maggior parte, sono opera di semplici artigiani dotati di senso artistico e di innata manualità, altre ancora sono il risultato dell’impegno, elementare ma originale, del proprietario del fondo o del maso. Ma di qualsiasi opera si tratti, questi segni stanno a testimoniare la fede. Semplice, a volte addirittura infantile, ma profonda.  Sono tracce che hanno resistito nei secoli a intemperie, guerre, modernità. E che fortunatamente resistono ancora.

Il Convento di Campo Lomaso fu edificato attorno al 1660, nel luogo dove sorgeva già una chiesetta trecentesca, che insieme alle sue pertinenze  fu appositamente donata ai Francescani Riformati dalla Vicinia. Per la precisione “Il 31 agosto 1664 i Frati entrano ad abitare nel Convento pur essendo già presenti a Campo dal 1662, ospitati da famiglie del luogo”.   Non esistono disegni o riproduzioni del convento di allora, diverso dall’edificio attuale, ampliato, trasformato, riadattato più e più volte, con il passare dei secoli, delle vicissitudini, delle proprietà… La vita del convento termina nel 2005 quando il Capitolo dei Frati Minori, visto l’ormai esiguo numero di confratelli ancora presenti, ne decide la chiusura. Nel 2009 l’intero complesso – nello stato in cui si trova – viene acquistato dal Comune di Lomaso.

Passeggiando lungo la strada che costeggia il muro di clausura (l’antica strada che da Stenico portava a Riva del Garda) è impossibile non notare le edicole della Via Crucis, realizzate fra il 1725 e il 1726.  “Questo fatto è particolarmente significativo in quanto si tratta della declinazione locale di una manifestazione devozionale strettamente legata ai Francescani Riformati che, in quanto titolari della Custodia di Terra Santa, si erano fatti carico della diffusione del culto “figurativo” della Passione. Come d’uso, l’ultima Stazione viene addossata alla facciata della chiesa e a questa ne vien aggiunta un’altra per simmetria. Tanto prende piede il culto della Via Crucis che, nel 1727, la comunità di Campo permette l’allargamento della strada per dare maggiore spazio alla devozione popolare.”

La devozione popolare oggi non è più quella del 1727… Lo sanno le edicole della Via Crucis che, martellate da decenni di intemperie e da altri accadimenti, riescono oggi a raccontare ben poco della Passione di Cristo, fra immagini sbiadite, sbrindellate, scrostate. Si “salvano” solo quelle collocate sulla facciata della chiesa.

Speriamo in un progetto di  valorizzazione e soprattutto di recupero, per esempio come  da ricerca e  ipotesi realizzativa  promosse tempo fa dalla locale Cassa Rurale con l’Amministrazione Comunale di Comano Terme quale partner territoriale. Da quella relazione, curata da Diego Fusari,  sono tratte le notizie storiche.

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