von fpm 06.07.2025 13:00 Uhr

Euregio Soirée 2025: le molteplici sfaccettature di Karl Felix Wolff

A Castel Trostburg, nella Rittersaal , letture dei testi meno noti dello scrittore.

(Foto: LPA/Guido Steinegger) elab grafica fpm

Karl Felix Wolff (1879-1966) è molto noto per le sue leggende dolomitiche; tuttavia, la sua produzione letterario-giornalistica spazia ben oltre. La sera del 3 luglio, nella Rittersaal di Castel Trostburg, il pubblico ha potuto toccare con mano la versatilità dei suoi testi e scoprire di più su questa figura poliedrica della storia del Tirolo storico. La seconda Euregio Soirée è stata organizzata anche quest’anno congiuntamente dall’’Euregio e dall’Istituto dei Castelli del Südtirol. Dopo i saluti da parte del sindaco di Waidbruck, Philipp Kerschbaumer, e del segretario generale dell’Euregio, Christoph von Ach, il presidente dell’Istituto dei Castelli, barone Carl Philipp Hohenbühel, ha aggiunto: „I nostri castelli non offrivano solo protezione, ma sono stati per molto tempo centri culturali: rivitalizzare questo aspetto insieme all’Euregio è per noi un piacere. E quale castello più adatto di Castel Trostburg, nido d’infanzia del noto menestrello Oswald von Wolkenstein„.

André Comploi, direttore della Direzione Istruzione, Formazione e Cultura ladina della Provincia autonoma di Bozen, ha sottolineato a nome dell’assessore provinciale Daniel Alfreider in particolare l’importanza di Karl Felix Wolff e della docente universitaria Ulrike Kindl per la salvaguardia del patrimonio leggendario delle valli ladine: „Il ladino è, in quanto lingua più antica tuttora esistente nelle Dolomiti, l’anima stessa dell’Euregio. Il merito di Wolff è quello di aver reso omaggio al grande patrimonio leggendario di questo mondo alpino, nel suo capolavoro, come narratore raffinato e appassionato divulgatore, creando un monumento letterario di risonanza internazionale. L’opera di una vita di Ulrike Kindl consiste nell’aver portato alla luce, nel corso di decenni di lavoro, il nucleo autentico delle leggende dolomitiche.

Ulrike Kindl, esperta di ricerca narrativa, ha dedicato all’autore un saggio in due volumi (“Kritische Lektüre der Dolomitensagen”), mentre un terzo sull’adattamento di Wolff della Rosengarten-Sage um den Zwergenkönig Laurin sarà pubblicato a breve. „Un tempo le Dolomiti potevano sembrare esattamente come tutte le altre montagne: grigie e cupe: grazie alla leggenda dei Salváns, creature magiche che le avvolsero in una luce lunare, un ricordo onirico avvolge i monti pallidi”. Wolff non ha inventato queste leggende, ma le ha ‚ri-raccontate‘: l’antropologia culturale ha il compito di scoprire i motivi autoctoni„, ha sottolineato Kindl.

Accompagnato dalle note dell’arpa di Ruth Morandi, il giornalista Patrick Rina, oltre alla nota leggenda sulla Trostburg, ha letto testi molto meno conosciuti di Wolff. “Volevamo mostrare quanto sia stratificata l’eredità narrativa di Wolff: lui scrisse glossari sul Wein im Etschland, manuali turistici e pubblicò diari di viaggio su giornali viennesi e berlinesi per attirare un pubblico colto e benestante nell’Alt-Tirol”, ha spiegato Rina.

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