von mas 21.10.2016 00:01 Uhr

Toponomastica e stradari

In Sudtirolo la questione toponomastica tiene banco, ma anche in provincia di Trento, a giudicare dalle cronache di questi giorni, l’argomento sta tornando alla ribalta.

Foto: UT24/mas

E’ un argomento “delicato e scottante” quello della toponomastica “altoatesina”, al punto che negli ultimi giorni è tornato alla ribalta anche nelle cronache nazionali, grazie ad un intervento dell’Accademia della Crusca (quella che ha appena sdoganato l’aggettivo PETALOSO, tanto per intenderci) che lancia un appello urgente al Presidente della Repubblica Italiana Mattarella e a tutte le Istituzioni del Governo, della Corte Costituzionale e della Provincia autonoma di Bolzano.

Venuti a conoscenza che è in esame una ipotesi di norma di attuazione che prefigura la messa in discussione del pieno diritto dei cittadini italiani di riconoscersi, utilizzare e tramandare il proprio ricco e vasto patrimonio di migliaia di nomi di luogo in lingua italiana in Alto Adige … rilevato che nella Provincia di Bolzano le amministrazioni pubbliche devono usare, nei riguardi dei cittadini di lingua tedesca, anche la toponomastica tedesca … che oltretutto l’italiano è la lingua ufficiale dello Stato … – i Sottoscritti si rivolgono con urgenza alle massime autorità affinché fermino il tentativo di esclusiva natura politica e privo di qualsiasi serio appiglio storico, gravemente lesivo della Costituzione nonché del ruolo della lingua italiana, lingua della Repubblica. Ogni soppressione totale o parziale di toponimo in lingua italiana, ogni ipotesi di cancellare in parte o pesantemente nomi protetti dalla Costituzione rappresenterebbe, inoltre, anche la negazione del diritto alla libertà di espressione dei cittadini italiani e di chiunque al mondo desiderasse liberamente continuare a pronunciare in italiano nomi di luogo che fanno parte della Repubblica italiana e della sua radicata storia plurilingue in Alto Adige.

Nel dibattito interviene anche Reinhold Messner, che a Radio Uno ribadisce la sua posizione:

Cancellarli è sbagliato. E’ chiaro che qualche toponimo un po’ meno importante non deve essere tradotto. Abbiamo tanti italiani come turisti che vengono da noi come ospiti ed hanno il diritto di chiamare le montagne in lingua italiana. Io sto a Sigmundskron e gli italiani non possono rompersi la lingua per dirlo giusto.

Le parole di Messner piacciono al consigliere provinciale di Alto Adige nel Cuore, Alessandro Urzì: “la toponomastica è solo un fatto di buon senso, e non una questione ideologica come viene trattata da estremisti che agiscono in chiave di revanscismo etnico. E’ in atto una vera e propria pulizia etnica” dichiara, puntando il dito contro la SVP “che rappresenta gli interessi del gruppo linguistico tedesco e che da decenni punta all’eliminazione dell’italiano dai toponimi: il governo centrale sta barattando le concessioni sulla toponomastica per un pugno di Sì della SVP al referendum costituzionale di Matteo Renzi”.
Sui social i commenti si sprecano, in un senso e nell’altro: “Meno male! Gli estremisti possono passare il confine se vogliono! L’Alto Adige è Italia, e i crucchi se ne possono anche andare” “Grande Messner, io so che Bolzano è ITALIA” “Se Messner ti piace tanto, perché non te lo porti a casa tua, che a noi qui non è che serva tanto…” “Peccato che molti dei nomi siano stati inventati di sana pianta in epoca fascista e senza alcun fondamento storico. In Piemonte e in Valle d’Aosta molti centri abitati hanno solo il nome francese, dubito che gli abitanti di Oulz abbiano problemi psicologici” “Bravo Messner, fatti sentire! Saresti un ottimo governatore per la nostra Regione Autonoma” “Messner venduto! La vecchiaia fa brutti scherzi”

Intanto a Trento i giornali raccontano della piazza di Avio che ha due denominazioni: in quella che gli abitanti della località lagarina spesso chiamano Piazza della Pesa, ci sono due tabelle viarie: una intitolata a Re Vittorio Emanuele III, l’altra a Cesare Battisti…. La revisione della numerazione civica, in corso proprio in queste settimane, potrebbe essere l’occasione per risolvere il problema, magari passando salomonicamente alla denominazione di uso comune; oppure per “osare” denominazioni legate più profondamente alla storia ed alla cultura locali, seguendo l’esempio di Lardaro (via Nazionale è diventata Via Galizia), di Fiavè con Piazza Andreas Hofer a Ballino o di Novaledo con la nuovissima Piazzetta Tiroler Kaiserjäger.

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