von fpm 28.04.2024 18:00 Uhr

Lo schiaffo “tolomeico” (23)

Continua con Flavio Pedrotti Móser l’excursus sull’italianizzazione a sud del Brenner che con il fascismo minava l’identità culturale.

Elaborazione grafica Flavio Pedrotti Moser

Con l’annessione del Tirolo storico al Regno d’Italia dopo la Prima guerra mondiale vennero a crearsi i presupposti per una radicale politica di italianizzazione dopo la presa di potere fascista. I fascisti, con lo scopo dell’estraniazione culturale e sociale della popolazione autoctona, vietarono l’utilizzo della toponomastica tedesca. L’estraniazione a livello individuale fu poi favorita dalla traduzione dei cognomi e nomi propri, dai registri pubblici alle pietre tombali. Il genocidio culturale ebbe come miccia l’italianizzazione dei cognomi che videro corrosa se non ridicolizzata la matrice tedesca. Il Regio decreto-legge 10 gennaio 1926, nº 17, Restituzione in forma italiana dei cognomi delle famiglie della provincia di Trento, ossia la Venezia Tridentina che comprendeva il Trentino e il Südtirol (chiamato in questo caso Alto Adige), stabiliva speciali norme per la “restituzione” e per la “riduzione” gratuita, in forma italiana, dei cognomi. Una vera e propria patologia, quella di Tolomei, che lo convinceva di poter minacciare l’identità del popolo tirolese di lingua tedesca e di lingua romanza-trentina modificando i cognomi d’etimo germanico in forma italiana. Un genocidio culturale e identitario.

Il Südtirol evidenzia una netta presenza di cognomi tedeschi, che riflettono la componente linguistica predominante, cognomi che, come abbiamo visto, subirono particolari trasformazioni anche e soprattutto per mano di Ettore Tolomei, che insieme al regime fascista introdusse un virus ortografico per sconvolgere l’identità tirolese. Fu così che Ertl ed Erttl furono modificati con chissà quale rocambolesca lega etimologica in Dall’Orlo… Non contenti, tramutarono Esch in Frassini, questa volta limitandosi a tradurre. Non contenti però, gli spavaldi alfieri della glottologia sregolata, presero Eschfäller, Eschgfäller, Estchgfäller e li deturparono con Dal Tovo.

Esler divenne Asinari ed Èspen un arlecchinesco Dall’Albera ma anche Pioppi… Pensare a come si potevano sentire le famiglie südtirolesi che di punto in bianco dovettero ascoltare il suono del loro cognome trasformarsi in uno strepito senza senso, beh, fa rabbrividire. E che dire di Esser diventato Fogolari? E di Fahrmajr divenuto Valcornara o Valconnara?

È stato ripetuto più volte che un cognome è identità, personalità, appartenenza… Cambiandolo e tritarlo nel torchio del significante vuol dire fare a pezzi l’individualità di una famiglia, la loro peculiarità. Fahrner che si svegliò Felceto o Filicaia, si presume sabbia maledetto sino all’inverosimile la belva tolomeica. Ma lo subì in attesa che tutto potesse tornare come prima. Anche Faichter, divenuto Dalpino o Dalpezzo e Faierbend che si prese Vallari o Faistnauer con un melmoso Prabòno… e oggi c’è ancora chi ha il coraggio di sminuire la pazzia tolomeica! (continua)

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