von mas 24.09.2021 18:30 Uhr

Ich, Kerschbaumer 21 settembre 1961

Dalla Casa della Storia Tirolese, il  diario digitale di Sepp Kerschbaumer – … attaccate unità militari a Rabenstein …

Armi utilizzate dai combattenti per la libertà sudtirolesi e sequestrate dai carabinieri

Oggi all’imbrunire c’è stato uno scambio di colpi d’arma da fuoco durato almeno mezz’ora tra attivisti sudtirolesi armati e un’unità militare insediata a Rabenstein in Sarntal con compiti di sorveglianza.  Entrambe le parti  hanno utilizzato delle mitragliatrici.

Jörg Klotz, Luis Amplatz, Peter Kienesberger, Peter Fritz, Helmut Hülsner e un altro sudtirolese di cui non conosco il nome,  hanno attaccato un’unità di pionieri nelle cui fila c’era  anche l’assassino di Josef Locher. Locher è il bracciante che il 19 giugno è stato crivellato di colpi di mitragliatrice sparati a raffica da un militare mentre saliva al maso dove lavorava con la teleferica dei materiali (Ho già raccontato di questo  fatto il 19 e il 23 giugno).

Si dice che a un certo punto uno degli ufficiali italiani abbia preso un bambino e lo abbia usato come copertura, affacciandosi alla finestra e sparando sopra la testa del piccolo. Gli attivisti affermano che a quel punto se ne sono andati,  perché non volevano mettere in pericolo la vita del bambino,  e che sono davvero indignati  dal fatto che un bambino venisse preso in ostaggio e  trascinato in una situazione così pericolosa.

Mentre Jörg Klotz si è ritirato con il gruppo in Passeier, Luis Amplatz è diretto indisturbato verso Bolzano. I soldati aggiuntivi chiamati da Merano e Bolzano per rinforzare l’unità militare ed arrivati con veicoli blindati, non si sono nemmeno allontanati dalla strada,  ma si sono trincerati dietro postazioni di sacchi di sabbia erette in fretta e furia.

 

 

Fonte del testo e fotografica: Otto Scrinzi, Chronik Südtirol 1959-1969,  pagina 256

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