von red 14.11.2018 17:57 Uhr

Sempre piú lanternate di San Martino

L’antica tradizione del territorio ritorna in tante paesi, dalla Valfloriana alla Vallagarina.

Le lanterne di San Martino – Foto: Roberto Bazzanella

Prof. Dr. Everton Altmayer.

 

Riportiamo il testo del maestro Roberto Bazzanella, del Coro La Valle Costumi Storici Cembrani, che ci racconta tante particolarità della festa dedicata a San Martino e che rinasce in tante località della provincia di Trento:

“La festa di San Martino era un tempo tenuta in gran conto nelle vallate di Trento.  E’ il primo grande santo dell’epoca antica che non è morto martire, ma è stato acclamato tale per i suoi meriti di Fede e, sopratutto, di Carità. Noto è l’episodio del taglio del mantello.

Da soldato romano, divenuto monaco, acclamato vescovo di Torus, in Gallia (odierna Francia), non volendo ricevere, per umiltà tale carica, si nascose, ma fu trovato grazie a lanterne illuminate e all’allarme di un gruppo di oche. Più di 4.000 sono oggi le chiese a lui dedicate nel territorio francofono, ma è molto venerato in tutta Europa, anche nell’area tedesca, tirolese e veneta.

San Martino è stato per secoli il giorno della fine dell’anno agrario e l’inizio del nuovo, il giorno di convocazione delle antiche assemblee di “Regole”, il rinnovo delle cariche di Regolano, Sindico, Saltaro, la scadenza dei contratti, il giorno di pagamento dei fitti, anche il giorno dei traslochi tant’è che “fàr Sàn Martìn” significava, appunto, “traslocare”.

È anche il primo giorno dell’anno “famigliare” o delle tradizioni, ed è il primo giorno del periodo natalizio (40 giorni prima del Natale) che avrà poi conclusione il 2 febbraio (40 giorni dopo il 25 dicembre), alla Candelora. In tutto il periodo natalizio dura 80 giorni.

Dall’ottocento, quando anche in ambito Mitteleuropeo si è iniziato a fare l’Albero di Natale, usanza germanica e protestante, con l’allestimento per la prima volta a Vienna nel 1816 e poi nel 1818 davanti alla Hofburg per volere dell’imperatore Francesco I, il giorno in cui veniva decorato era proprio San Martino, inizio dei giorni del Natale.

È il primo dei “Santi portatori di Doni” (insieme a San Nicolò, Santa Lucia, San Basilio, i Magi ed altri), e in molte zone francofone nella notte fra il 10 e l’11 San Martino Vescovo scende dal camino per lasciare regali ai piccoli della casa. In altri luoghi, come a Venezia, l’11 novembre si trovano sul tavolo al mattino dolci tipici e pani dolci in onore di San Martino.

È il primo dei “Santi portatori di Luce” nel buio della stagione invernale: in questo giorno in tutta l’Europa centrale di usano fare delle lunghe sfilate con lanterne illuminate, in ricordo del ritrovamento di Martino, ma si accendono anche grandi fuochi: a Predazzo, in Val di Fiemme, un grande falò è accompagnato dal suono di campanacci, mentre nella vallata dell’Avisio, ad Anterivo e a Valfloriana, è ancora in uso la Lanternata fatta da bambini e ragazzi.”

Anche i proverbi contadini e popolari ricordano il giorno di San Martino come previsione del tempo:

Trentino: San Martìn da la baùta: te l’invèrn el frét no ‘l bùta

Italiano: Se Martino avrà la nebbia, in inverno poca legna

Tedesco: Wenn an Martini Nebel sind, wird der Winter meist gelind.

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