von mas 20.09.2018 05:59 Uhr

Briciole di memoria 81: Da Vienna a Roma

Nelle parole di Enrico Conci, i primi mattoni di un muro ancora presente e sempre più alto.

Enrico Conci, nato a Trento nel 1866, più volte eletto alla Dieta di Innsbruck ed al parlamento di Vienna fin dal 1896; inoltre, fu vicecapitano provinciale dal 1908 al 1918, quando venne destituito a seguito di “discorsi patriottici”. Successivamente alla dichiarazione di guerra italiana, fu internato a Linz e sottoposto ad un processo per irredentismo, interrotto dall’aminstia concessa in occasione della morte dell’Imperatore Franz Joseph; liberato nel 1917, fu riammesso al parlamento di Vienna.

Il 25 ottobre 1918, durante la seduta della Camera dei Deputati a Vienna, Enrico Conci prese la parola a nome di tutto il Fascio Parlamentare Italiano, che si era costituito il giorno prima, con la partecipazione di 25 deputati di lingua italiana:

“Sulla base dei postulati del presidente Wilson, riconosciuti e accettati dalle potenze centrali, tutti i territori italiani, sino ad ora soggetti alla monarchia austroungarica, nessuno eccettuato, sono già da considerarsi virtualmente staccati dal nesso territoriale della stessa; per la qual cosa ai deputati italiani non incombe affatto il compito di entrare in trattative col governo o con i rappresentanti delle nazionalità ancora soggette all’Austria allo scopo di dare un nuovo ordinamento allo Stato.  Poiché i territori italiani situati entro i presenti confini della monarchia, si devono oramai ritenere come virtualmente appartenenti allo Stato italiano…”

Già il 26 ottobre, quindi ben 9 giorni prima della firma dell’armistizio a Villa Giusti, i deputati Conci, Malfatti e Degasperi , ottenuto il permesso di espatrio, lasciano Vienna per iniziare il viaggio verso Roma.

In pratica, un’accettazione preventiva del “nuovo” stato di cose e dell’altrettanto “nuovo” Stato sovrano.

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