La storia del Südtirol nella letteratura (1)

Nel saggio Storiografia e letteratura: parallelismi, differenze e scambi di ruoli, pubblicato nel volume a cura di Alessandro Costazza / Carlo Romeo, Storia e narrazione in Südtirol, Edizioni alphabeta, Merano 2017, vi sono spunti e considerazioni utili ed interessanti all’esplorazione di un percorso talvolta poco perlustrato. La letteratura si confronta con i punti più oscuri della storia ufficiale, cercando non tanto di offrire delle risposte, quanto piuttosto di porre delle domande, di insinuare dei dubbi. E proprio il fatto che la sua libertà non sia assoluta, perché i fatti storici costituiscono in un certo senso dei “paletti”, a cui la letteratura deve attenersi, costituisce per gli autori non solo un “ancoraggio” alla realtà delle storie narrate, bensì soprattutto una sfida e uno stimolo. Vale quindi la pena di mostrare almeno alcune delle strategie narrative messe in atto in alcune delle più importanti opere letterarie a partire dagli anni Quaranta del secolo scorso che hanno per oggetto la storia del Südtirol.
Il primo esempio è costituito dal “romanzo del destino sudtirolese” di Ernst Lothar Unter anderer Sonne, pubblicato in inglese con il titolo Beneath another Sun già nel 1942 (trad. it.: Sotto un sole diverso, 2016), in cui viene descritto il destino della famiglia Mumelter, di Bozen, trasferita forzosamente nella città di Pilsen nel 1939, ancor prima delle Opzioni. Le numerose imprecisioni storiche presenti nel romanzo possono, in parte, essere giustificate dal fatto che l’autore lo scrisse mentre si trovava negli Stati Uniti, senza accesso diretto a fonti affidabili. Ciò che rappresenta il vero nodo problematico del libro, tuttavia, è il suo significato simbolico o “indiretto”: attraverso il racconto della sorte di una famiglia deportata, viene trasmessa un’immagine profondamente falsata delle Opzioni, secondo cui i sudtirolesi che lasciarono la loro terra sarebbero stati vittime di una deportazione forzata.
Il romanzo Maderneid di Hubert Mumelter, pubblicato nel 1948, si presta a una lettura di tipo allegorico. I ricordi rievocati da Verena nel 1848 — mentre il marito e il figlio combattono con le compagnie degli Schützen per difendere il confine meridionale del Tirolo da un’eventuale invasione italiana durante la prima Guerra d’Indipendenza — rimandano in realtà al periodo dell’insurrezione guidata da Andreas Hofer, epoca in cui lei e il marito si erano incontrati. Il parallelismo fra questi due momenti storici ha lo scopo evidente di rappresentare anche le guerre di Hofer come una legittima difesa del territorio contro lo straniero, identificato esplicitamente come proveniente “dal Sud” e sempre uguale a sé stesso.
Questa ricostruzione riveste a sua volta un preciso valore simbolico: allude alla “eroica” resistenza dei sudtirolesi contro l’invasione fascista. Sebbene Mumelter abbia successivamente affermato che le critiche rivolte nel romanzo a Napoleone rappresentassero la sua rabbia e la sua accusa nei confronti di Hitler, una lettura attenta del testo rivela con chiarezza che Napoleone assume piuttosto il ruolo di alter ego di Mussolini, non di Hitler. (continua)






