von fpm 26.05.2024 13:00 Uhr

Il mistero del 24 maggio (2)

Perché mai si ricorre a questa data divenuta oratoria a cui hanno dedicato anche un canto il cui contenuto traballa e disorienta per l’enigma della data?

Foto copertina libro, elaborazione grafica Flavio Pedrotti Moser

Il racconto autobiografico di Fritz Weber Das Ende einer Armee, tradotto con il titolo “Tappe della disfatta”, scritto nel 1933, sarà il suo più grande successo. Non è un libro di guerra nel senso della retorica: i buoni e i cattivi, i salvatori degli oppressi, i puri che si immolano per amor di patria, e cose di questo genere. È un libro intimamente umano, dove l’autore vive un dramma condiviso sia dalla sua parte che dalla parte avversaria. Colpisce in questo libro soprattutto il grande rispetto per tutti, amici e nemici, in sostanza compagni di sventura. Weber non era né un fanatico né un militarista. Era un uomo onesto, coinvolto suo malgrado in un qualcosa più grande di lui e al quale non poteva sottrarsi, e che perciò combatté con onestà, facendo quello che era necessario fare, senza odiare nessuno ma considerando il nemico come uomini che subivano la sua stessa sorte ed erano stati messi gli uni contro gli altri per volontà superiore, e con il preciso umano obiettivo, e ovviamente pure con tanta fortuna, di riuscire a ritornare a casa vivi. Il suo libro descrive fatti reali, semplicemente quello che è realmente avvenuto. E può chiarire quello che è divenuto il mistero del 24 maggio.

“All’ombra di una torretta, squilla l’allarme. Voci eccitate risuonano nei corridoi. Ci precipitiamo giù per le scale, chiudendo dietro di noi la porta di ferro. Nel lungo corridoio delle casematte sono radunati tutti gli uomini liberi dal servizio. Gli ufficiali stanno a destra. Silenzio di tomba. Con voce tremante il comandante legge un dispaccio. Soltanto qualche parola staccata giunge sino a me: “dalle ore 18 di questa sera stato di guerra con l’Italia….il nemico sta per entrare a Castel Tesino….attacchi si attendono da un momento all’altro…Comandante supremo.” Un lungo silenzio, quindi l’ordine “rompete le righe”!” Quel giorno è rimasto indelebile nella memoria di tutti coloro che lo vissero, fra l’Ortles e l’Adriatico: 23 maggio 1915.”

Quindi in base a questa precisa testimonianza la guerra cominciò alle ore 18 del 23 maggio 1915. Ci si potrà chiedere: che interesse poteva aver Weber ad affermare questo? Weber era, come si è già detto, un uomo normale che viveva una vita normale, che si trovò assieme a tanti altri coinvolto per ordini superiori in una vicenda più grande di lui. Riceveva un ordine e lo eseguiva. Ricevette il dispaccio che dalle ore 18 del 23 maggio si era in guerra con l’Italia e ne prese atto.

Non poteva avere nessun interesse a mentire. Il suo libro descrive fatti reali, semplicemente quello che è realmente avvenuto. Erano passate da poco le 18, ed era la guerra, la vera guerra. E certamente non si potrà dire che l’Austria cominciò la guerra sei ore prima. Se così fosse stato l’Italia avrebbe gridato fuoco e fiamme sulla slealtà del nemico. (continua)

Jetzt
,
oder
oder mit versenden.

Es gibt neue Nachrichten auf der Startseite