von fpm 26.04.2024 06:45 Uhr

Parliamone: cognomi “tedeschi” in provincia di Trento (17)

Andremo a conoscere con Flavio Pedrotti Móser i cognomi tirolesi-trentini nelle località con forte presenza tedesca.

elaborazione grafica Flavio Pedrotti Moser

Tutto il Welschtirol-provincia di Trento, è fortemente contrassegnato da cognomi di chiara matrice tedesca. Del resto, il territorio è stato abitato per secoli da popolazioni appartenenti alla cultura tirolese e, prima, dalla presenza longobarda. Come è già stato ricordato e come ha rilevato Lidia Flöss in un interessante studio sui nomi locali dei comuni di Novaledo, Roncegno, Ronchi Valsugana, gli stanziamenti medioevali tedeschi nel Trentino rientrano nell’ambito di un’ampia ripresa di dissodamento e di rinnovamento economico che si svolse fra il XII e il XIV secolo ad opera di roncadóri bavaro-tirolesi. Contemporaneamente a quello dei coloni ci fu un altro fenomeno migratorio, di minatori: talvolta antecedente il primo, talvolta posteriore e talvolta ancora parallelo, ma certamente più ristretta e di varia provenienza (in gran parte però da località dell’attuale Südtirol). I minatori dovevano dar sviluppo alle miniere, il cui regolamento più antico risale al Principe Vescovo Federico Vanga, il promotore principale.

Caratteristica di questi insediamenti è che i toponimi principali sono pretedeschi (neolatini, più raramente prelatini) mentre l’elemento tedesco si esplica quasi esclusivamente nella microtoponomastica e soprattutto nei nomi dei masi o degli abitati derivati dai masi originari. Caratteristico è anche il fatto che la colonizzazione avvenne fuori del libero comune, avvenne infatti soltanto in possedimenti feudali o allodiali che non appartenevano quindi alla vicinia, perché furono i feudatari a chiamare i coloni (e/o i minatori) tedeschi. Le piccole colonie sulla Montagna (e con Montagna s’intende sia il monte di Roncegno che Ronchi Valsugana) sembrerebbero dovute in primo tempo alla presenza di minatori e solo in seguito a stanziamenti di coloni. Che i minatori venissero in gruppi e non isolatamente, quasi fossero una colonia, dice l’Ausserer – e questo vale per tutto il territorio trentino – «lo dimostrano i privilegi di cui godevano e che avevano sicuramente concordato prima di abbandonare la patria».

Può darsi che alcuni minatori, esaurite le vene argentifere, si siano insediati stabilmente sulla Montagna dandosi a dissodare il terreno. Mentre lo stanziamento sul monte di Roncegno fu promosso dai signori di Caldonazzo già nel 1230 (Nicolò del fu Geremia di Caldonazzo chiamò mano d’opera tedesca in due riprese negli anni 1322-1323), quello di Ronchi Valsugana è dovuto ai signori di Telve: Ronchi Valsugana infatti apparteneva a Telve. Lo stanziamento di Novaledo, che fu frazione di Roncegno fino al 1737, va considerato invece un’emanazione di quello di Roncegno.

Un documento datato 14 maggio 1322 si richiama agli abitanti tedeschi della montagna di Roncegno là dove dice ad usum ronchatorum montis Roncegni. Ma questa espressione è già usata in un documento del 1286 (ad modum et consuetudinem roncatorum Roncegni). Sarebbe quindi questa la prima documentazione di una presenza tedesca nella zona. (continua)

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