von Vanessa Pacher 04.12.2020 06:45 Uhr

Camminando – Alla conquista della cima del Monte Fravort

Un giro ad anello verso la piramide del monte Fravort

Cima Fravort

Guardare dall’alto il mondo è un privilegio concesso a chi, con fatica, sceglie di salire il pendio impervio della montagna e raggiunge la vetta. Molteplici sono le vie che un’escursionista può percorre per arrivare alla cima di una montagna: può scegliere la via più breve, quella senza ostacoli se non il dislivello e la ripida salita, o la via più lunga, ricca di ostacoli perché frammista di bivi e saliscendi.

L’escursionista sarà consapevole che scegliendo scarterà inevitabilmente l’alternativa. Nel momento della scelta potrà prevalere il gusto del cammino, l’essenza stessa dell’escursione, per cui non conta l’arrivo alla meta quanto il tempo trascorso e il percorso intrapreso per raggiungerla. Dall’altra potrà, invece, emergere il desiderio impellente di giungere il prima possibile alla meta, poiché ciò che conta è il soddisfacimento dell’impresa, l’adempimento dell’obiettivo, l’orgoglioso compimento del cammino.

 

  • Lungo il sentiero tra luci e ombre
  • Valsugana dall'alto
  • Vista Lagorai

Non esiste un percorso giusto e uno sbagliato, la scelta dipende solo ed esclusivamente dall’escursionista, dalla sua predisposizione al cammino, dal suo modo di vivere l’escursione, la montagna, il sentiero impervio che conduce alla meta e la meta stessa. Ognuno di noi vive l’escursione a suo modo, dà al cammino un suo significato, allo stesso modo in cui si dà valore e significato alla vita stessa. Perché spesso il cammino non è che metafora della vita.

L’escursionista sceglie di intraprendere il proprio cammino secondo la propria prospettiva e secondo il valore che esso dà al cammino così come alla vita. C’è chi vive il momento, chi assapora l’istante, il brivido della conquista di un obiettivo sofferto e infine raggiunto, per il quale nulla conta se non il soddisfacimento momentaneo.

C’è, invece, chi quell’obbiettivo lo pospone, perché ciò che conta non è il raggiungimento della vetta, non è la sua conquista, quanto il come essa viene perseguita, assaporando attimo dopo attimo il cammino attraverso il quale essa viene, infine, conquistata. Ciò che assapora non è il momento dell’arrivo alla vetta, il piacere della conquista non è la conquista in sé, quanto la storia che lo ha condotto ad essa.

Non esiste un modo giusto o sbagliato di vivere la montagna, perché in entrambi i casi il finale è lo stesso: godere del privilegio di arrivare in alto.

  • Luci al tramanto

Un luogo particolarmente suggestivo che si può raggiungere attraverso diversi percorsi è la cima del monte Fravort. C’è chi ama percorre la strada più breve, nonché la più ripida, quel sentiero che conduce dagli impianti sciistici della Panarotta, verso La Bassa e, quindi, in un’ora e mezza lungo il sentiero n.345 alla cima, per godersi appieno la conquista della vetta ed ammirare dall’alto la Valle sottostante.

Vi sono invece colore che non amano “bruciare” i tempi, perché ciò che vogliono è vivere il Lagorai, camminare lungo il pendio delle sue vette. Pertanto, intraprendono un lungo giro ad anello che ha il medesimo punto di partenza, gli impianti sciistici della Panarotta, ma che una volta giunti a La Bassa, imbocca il sentiero di sinistra, aggira la cima, giunge alla forcella Fravort e prende la salita al Gronlait, posticipando l’arrivo alla meta finale.

E’ un’escursione che non contempla solamente la cima del monte Fravort, ma che lo aggira, quasi come una lenta carezza fino all’abbraccio finale, fino alla conquista di quella croce dall’aspetto inconsueto, erosa da storie di alpinisti, storie di escursioni, storie di vita.

  • Cima Panarotta
  • Cima Gronlait
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