von red 26.09.2016 00:10 Uhr

Alpini 2018 a Trento: cosa direbbero i nostri vecchi?

Die deutsche Version des Artikels lesen Sie hier

Un editoriale di EBS

Ormai è certo: adunata degli alpini nel 2018 a Trento. Dall’articolo di Il Gazzettino si evince che l’intento sarebbe dedicare l’adunata a tutti i caduti nel primo conflitto mondiale. Bla bla bla … Le adunate degli alpini non sono e non saranno mai un momento di pacificazione. Noi ce li ricordiamo bene, gli alpini portatori di pace, nel raduno di Bolzano. Ci ricordiamo la sfilata con i labari di guerra e con le divise della guerra in Abissinia. Ci ricordiamo anche gli striscioni con le scritte : “Non dividiamo quello che i nostri padri hanno unito“. Paolo Frizzi, vicepresidente ANA di Trento, non sa o non vuol sapere. O entrambe le cose.E non so cosa sia peggio. I nostri, di padri, i Welschtiroler, in 60.000 für Gott, Kaiser und Vaterland non volevano unire un bel niente. Perché stavano benissimo dove erano, nella loro Heimat, il Tirolo, con le sue tre lingue, e nella loro Vaterland, l’Austria. Paolo Frizzi prosegue con la solita retorica su Trento e Trieste come „simboli indiscussi di sacrificio per l’unificazione del Paese.“ Se il Signor Frizzi ne parlasse con i Triestini … potrebbe avere delle sorprese. Ah sì, avevo quasi dimenticato: a partire dal 1918 ogni paese del Trentino aveva una via dedicata agli irredentisti. Un piccolo sugggerimento: dal 1923 sono in vigore anche in Trentino gli editti fascisti che fanno scomparire ogni traccia di Tirolo, Asburgo, Austria, e i monumenti costruiti per i nostri Kaiserjäger, Kaiserschützen, Standschützen si trasformano magicamente in monumenti per i valorosi irredentisti … eh sì, strane le coincidenze della vita.

Ma la cosa più raccapricciante che il Sig. Frizzi si è permesso di scrivere è l’intenzione di ricordare “anche le migliaia di trentini che combatterono da italiani con la divisa sbagliata“. Dunque: il Sig. Frizzi sa che 60.000 persone hanno combattuto „da italiani“ con la divisa sbagliata. Sa evidentemente anche che poche centinaia di irredentisti (tra cui, ormai ben noto, anche semplici disertori) combatterono nella divisa giusta. Complimenti al Sig. Frizzi, che evidentemente è in grado di leggere nell’animo dei nostri morti. Forse, viste le sue caspacità mediatiche, potrebbe anche spiegarci il bassissimo livello di diserzione nelle file austriache (a differenza delle file italiane, decimazioni docent) nonché il fatto che i primi a difendere la nostra terra dall’aggressore italico fossero ragazzi e vecchi, tutti volontari, dal momento che gli uomini abili erano già in Galizia da un anno.

A Mezzolombardo nel cimitero, c’era una lapide con la scritta „Mezzolombardo redenta ricorda con pietà i suoi figli morti in guerra cui fu negata il sublime conforto di cadere per la patria“. Erano i nostri vecchi, che certo non volevano morire, ma sicuramente sono morti per la loro Heimat e la loro Vaterland.

Il pensiero di tanti di noi è solo uno: VERGOGNATEVI.

Jetzt
,
oder
oder mit versenden.

Es gibt neue Nachrichten auf der Startseite