von mas 15.06.2017 06:00 Uhr

Briciole di memoria 18: “Io, Josef Anegg…”

L’appuntamento settimanale con Massimo Pasqualini:  dopo la Feuernacht – la notte dei fuochi – una lunga sequela di Folternächte – notti di torture. 

Un estratto dalla lettera di Josef Anegg

 

 

Come raccontava Luigi Sardi nelle “Briciole” della scorsa settimana, la risposta dello stato italiano alla Feuernacht fu rabbiosa. Di seguito, e senza alcun ulteriore commento, il resoconto delle torture subite da uno dei Freiheitskämpfer: leggendolo, ci si trova catapultati in un film dell’orrore.  Solo che non è un film, ma storia vera.

Io Josef Anegg, figlio di Heinrich e Paula Tiecher,  nato a Kurtatsch il 22 giugno del 1932, confermo con la seguente le sevizie che ho patito nella caserma dei carabinieri di Kurtatsch il 17 e il 18 luglio 1961

Sono stato arrestato alle 22 circa del 17 luglio 1961 e condotto nella caserma dei carabinieri di Kurtatsch. Mi è stato chiesto se sapessi perché ero li: risposi che no, non lo sapevo. Al che mi vennero dati schiaffi e diversi pugni. Poi  mi fu chiesto “Sai chi ha compiuto gli attentati dinamitardi?  In piena sincerità, risposi che veramente non lo sapevo. Non vollero credermi e mi diedero numerosi schiaffi e pugni al basso ventre,  alle costole ed agli organi genitali.

Dovetti tenere per circa sei ore il braccio sinistro alzato. Mi dovetti spogliare nudo fino alle scarpe. Con una sigaretta accesa mi bruciarono le labbra, le mani, i capezzoli e genitali. Con dei fiammiferi mi bruciarono i peli dei genitali, altri me li strapparono con una pinza. Con la stessa pinza mi strapparono i peli delle ascelle e del torace. Poi mi passarono con la pinza su e giù sulle costole.

Dovetti piegarmi e un carabiniere mi si avvicinò da dietro e  disse  che voleva avere un rapporto sessuale. Ciò non fu messo in atto ma nuovamente mi strapparono i peli. Per tre volte mi sputarono in bocca e io dovetti ingoiare lo sputo; e mi riempirono il viso di sputo,  che si dovette  asciugare da solo,  poiché non potevo pulirmi.

Con la pinza mi strinsero  le dita e mi schiacciarono il nervo dell’ultima falange del medio. Con la fondina di una pistola mi colpirono sulla testa fino a quando questa non andò in pezzi. Inoltre mi colpirono con la cinghia di un mitra sulla testa fino a quando caddi svenuto a terra. Con un ferro di circa 50 cm in bocca e con le mani alzate dovetti fare flessioni sulle ginocchia fino a quando non caddi a terra.

Poi dovetti togliermi le scarpe e mi calpestarono le  dita dei piedi. Mi colpirono con un battipanni sulle spalle e sulle mani. Ficcarono una scopa negli escrementi e con quella me li spalmarono attorno alla bocca. Con la stessa scopa mi picchiarono sulle mani, sulle orecchie, sulla testa; dopo che mi ebbero legato a una ringhiera con una catena, mi pizzicarono dappertutto.

Quanto ho scritto corrisponde alla piena verità:  A Auer e a Trento sono stato visitato da un medico. Sono stato seviziato dal 17/7/1961 ore 22 fino al 18/7/1961 ore 4.”

 

 

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