Una Terra…cinque Lingue: Na contìa de Nadèl ladina

Stimèdes pecontes e stimé peconc de UnserTirol24, per ve sporjer i miores augures de Bon Nadèl aon pissà de ve fèr cognoscer na belota contìa. L aon touta fora dal liber “Conties da Nadal”, rencurà da Lucia Gross e Monica Cigolla e metù fora del 1999 da l’Union di Ladins de Fascia. La contìes les era states scrites dai bec de scola e per duta cantes l era ence i douces dessegnes da Nadèl de la professora Maria Teresa Fanton. Nos aon pissà de ve meter dant chela de la picola Francesca Dorich da Poza che aldidanché l é na maestra.
Le bestie del bosch.
N an le bestie del bosch le se à pissà de voler jir a veder l prejepie che i aea fat su te gejia del paìsc. A dir l vero l era ja dotrei egn che le se dijea de voler far chest tant, ma per na vertola o per l autra, no le era mai state bone de se cordar. Sta outa le volea jir segur, ence perché l era ruà più bec che zenza a coer su muschie, e i aea taà ence n pecel.
Endana che i bec empienia le casse, i se rejonaa de coche i aessa fat su n gran bel prejepie te n cianton de gejia. Le bestiole lo entron le scutaa e, scecade, le se à dit “Ma mostro de outa, l bosch l é noscia ciasa, èl possibol che i cogne vegnir da sta sajon de neif e da freit a ne portar demez l muschie, che ne tegn ciaut sot le ciate, e i peces che ne tol via l vent? I disc de far l prejepie , e i cogn fornir su l pecel… ma saral robe che paa la speisa far! A ogni bon cont, sta uta se duron proprio la fadìa de jir a veder che che l é.”
Bel apontin, canche l é stat scur, i à sentù sonar dute le ciampane, i se à chiamà un co l auter e i se à metù n viac. I ucìe sgolaa dant, e coran i etres ge jia dò. L era n muie de jent che jia te gejia , e ic é stac bogn de jir ite per anter, zenza che nesciugn se n ascorjesse. I se à arvejinà al cianton olache l era na gran lum. I ucìe i é stac bogn de se sconer te anter le dasce del pec e le autre bestie tedò l alber.
I stajea cuati cuati, e endana i ciutaa fora curiousc, ma no i se n capìa fora de nia. L era feide, l era pastres, pastre con bataria te man, duc parea che i jisse da la medema man. “Ma ve ve, l é na stala con n piciol te cianal, e apede ju l é doi bestie. Che saral pa?” i se à dit, e con gran marevea i seghitaa a se vardar entorn.
Zacan duta la jent la é stata demez, i se à fat coraje e i se à arvejinà al bò e al musciat che ge parea bestie desche ele. “Che èl pa chisc pastreces? Co èla pa che l é n pìcol mez nut te cianal? Fossel chest l prejepie che aon tante oute sentù dir?” domana la schiratola. L bò ge à mingol vardà dant de responer, dapò con ousc fona, piena de respet, l à scomenzà a ge contar la contìa de Nadal, de canche l é nasciù l Bambin. E dò che l ge à abù contà co che l era sozedù enlauta, l ge à ence spiegà che, per recordar l Nadal del Bambin, ogni an i fajea su l prejepie te dut l mond.
A sentir sta contìa le bestiole le é restade . Le se n à abù perfin recort de aer brontolà ju di bec che jia a ge tor l muschie tel bosch. Per na roba tant bela i aea ben temp de jir ogni an a se tor l più bel vert e molejin che i aessa troà.
Con chesta bela contìa sporjon a duc vo pecontes e peconc de UnserTirol24 i miores augures de Bon Nadèl speran che l Bambin Gejù porte la pèsc sun chesta noscia pera tera martorièda da tanta veres.
De cher Bon Nadèl!!! da Maurizio Riz e Annelise Vian.
PS: L liber se l pel troèr alò da l’Union di Ladins de Fascia te la Ciasa de la Moniaria a Sen Jan.
Un racconto di Natale ladino.
Affezionati lettori e lettrici di UnsertTirol24, nel porgervi gli auguri di Buone feste abbiamo pensato di farvi conoscere un racconto di Natale ladino. L’abbiamo estrapolato dal libro “Contìes da Nadal” (Racconti di Natale) curato da Lucia Gross e Monica Cigolla, pubblicato nel 1999 dall’Union di Ladins de Fascia.
Assieme alle belle favole, vi erano anche i simpatici disegni natalizi della professoressa Maria Teresa Fanton.
Noi abbiamo scelto la fiaba della scolara Francesca Dorich di Pozza di Fassa che oggi è un’insegnante.
Gli animali del bosco.
Tanto tempo fa gli animali del bosco decisero di voler vedere il presepio allestito nella chiesa del paese. Per la verità, ci pensavano già da qualche anno, ma per diverse ragioni non si erano mai trovati d’accordo. Questa volta però vi era la volontà di vederlo veramente.
Intanto quell’anno, molti più ragazzini si erano recati nel bosco a raccogliere il muschio tagliando anche un piccolo abete.I bambini, mentre riempivano di muschio le cassette, parlavano tra di loro del presepio che avrebbero approntato in un angolo della chiesa.
Gli animaletti ascoltavano e infastiditi si dissero, “Accipicchia, il bosco è la nostra casa. Possibile che debbano venire in inverno quando c’è la neve e fa freddo a raccogliere il muschio che tiene caldo alle nostre zampette, tagliando anche gli alberi che ci riparano dal vento? Dicono che debbono fare il presepio e addobbare l’abete … vale la pena fare tutto questo? Comunque, quest’anno, ad ogni costo, andiamo a vedere che cos’è.”
Al calar del buio sentendo suonare tutte le campane gli animaletti si radunarono e partirono. Gli uccellini volavano veloci ma anche le altre bestiole correvano. Molta gente stava entrando in chiesa e gli animaletti si intrufolarono senza che nessuno si accorgesse di nulla. Si avvicinarono ad un angolo molto luminoso. Gli uccellini si nascosero fra i rami dell’abete e gli altri animaletti si nascosero dietro l’albero nel muschio. Rimanevano immobili ed in silenzio guardavano curiosi ma non capivano nulla. C’erano pecore, pastori e pastore con in mano strani oggetti e sembrava che tutti andassero nella stessa direzione. “Ei guardate! Una stalla con un bimbo in una mangiatoia e vicino a lui due animali. Cosa sarà?” Si chiesero meravigliati continuando a guardarsi intorno.
Quando finalmente tutta la gente fu uscita, si fecero coraggio e si avvicinarono al bue e all’asinello che sembravano animali come loro. “Cosa sono queste greggi? E come mai nella mangiatoia c’è un bimbo senza vestiti? Sarebbe questo il presepio di cui abbiamo tanto sentito parlare?” chiese lo scoiattolo. Il bue, prima di rispondere, per alcuni istanti lo guardò e poi con voce profonda e piena di rispetto iniziò a raccontare la storia del Natale con la nascita di Gesù Bambino. Dopo aver narrato i fatti successi tanti anni fa, spiegò loro che ogni anno in tutto il mondo, si allestivano i presepi per ricordare il Natale e la nascita di Gesù.
Gli animaletti del bosco ascoltando questo racconto rimasero meravigliati. Si pentirono anche per aver brontolato ai ragazzini che raccoglievano il muschio. Per una cosa così bella avrebbero potuto tutti gli anni, raccogliere il muschio più verde e soffice che c’era nel bosco.
Con questo racconto giungano a voi, affezionati lettori e lettrici di UnserTirol24, i più sinceri auguri di Buon Natale sperando che il Bambinello porti pace a questa nostra povera terra martoriata da tante guerre.
Con il cuore Buon Natale!!! da Maurizio Riz e Annelise Vian.
PS: Il libro è disponibile presso l’Union di Ladins de Fascia – Ciasa de la Moniaria a Sen Jan.






