Briciole di Memoria: Giovanni e la nave ospedale

Il Foglio Annunzi Legali inizia le sue pubblicazioni il 10 maggio 1919 quale supplemento al Bollettino Ufficiale del Governatorato di Trento, che dal settembre dello stesso anno diventa il Commissariato Generale per la Venezia Tridentina.
Oltre a editti e pubblicazioni ufficiali, sul FAL appaiono anche le informative sull’avviamento e sulla conclusione delle procedure di dichiarazione di morte: si tratta per la quasi totalità dei casi, di soldati dispersi sui vari scenari della guerra: dalla Galizia ai Balcani, dalla Romania al nostro fronte, quello tirolese. Le notizie pubblicate sono spesso scarne, talvolta invece – incrociandole con quelle contenute nei registri parrocchiali, in quelli dei curati da campo, nelle liste delle perdite oppure nell’Ehrenbuch – permettono di ricostruire quasi completamente “piccole storie” di morte e disperazione, minuscoli tasselli personali e familiari della grande tragedia collettiva che si abbattè sulla nostra Terra e su tutta l’Europa.
Dopo qualche mese di pausa, torniamo a raccontarne qualcuna, sempre con l’intento di contribuire, nel nostro piccolo, ad accendere qualche “lume di candela” sul nostro passato e sulla nostra storia. Oggi narriamo quella di Giovanni Salvaterra „Boron“ di Tione
Giovanni ed Emilia, contadini
Il 9 settembre 1909 (nel nono giorno del nono mese del nono anno del nuovo secolo…) nella chiesa di Tione si celebra il matrimonio fra Emilia Maria Antolini, unica figlia di Michele e di Afra nata Balestra, e Giovanni Salvaterra Boron, il secondo degli otto figli di Fortunato. Sono entrambi contadini e non certo ragazzini, anzi, per l’epoca hanno già „una certa età“: trent’anni lei, trentaquattro lui.
Il 31 maggio 1910, neanche otto mesi dopo le nozze, nasce il loro primo figlio: battezzato Fortunato, come il nonno paterno, il bimbo perà muore a neanche quattro anni. Un anno dopo, il 25 aprile 1911, viene alla luce una bambina, alla quale danno il nome di Maria Angela. Passano tre anni giusti giusti, e il 24 aprile 1914, nasce Luigi. Sarà l’ultimogenito, perchè pochi mesi dopo anche il piccolo mondo della famiglia Salvaterra viene sconvolto.
Scoppia il conflitto, alla mobilitazione generale Giovanni viene richiamato: parte fra i primi, nell’agosto del 1914. La sua odissea di guerra ci è ignota. Forse viene destinato al fronte russo, forse invece viene inviato subito nei Balcani, a combattere contro l’esercito serbo. Di certo, il 18 ottobre del 1918 si trova sulle coste dellì’Albania. Lui non lo sa, ma la guerra è quasi finita, basterebbero ancora poche settimane di fortuna e di grazia divina, per tornare a casa, da Emilia, dai piccoli Maria Angela e Luigi.
Ma Giovanni non ha fortuna o santi a proteggerlo: per cause accidentali viene verito gravemente e trasportato su di una nave ospedale. E di lui non si hanno più notizie.
Dal Foglio Annunzi Legali
Nell’edizione del Foglio Annunzi Legali pubblicata il 29 ottobre 1921, appare l’annuncio dell’avviamento della procedura allo scopo della “dichiarazione di morte di Salvaterra Giovanni di Fortunato di Tione … il quale chiamato sotto le armi nell’agosto 1914, ultimamente si trovava in Albania ed ai 18 ottobre 1918 dovrebbe essere stato ferito gravemente accidentalmente alla coscia sinistra e trasportato poi su di una nave ospedale. Da allora mancano notizie di lui ed alla famiglia dal 12 ottobre 1918
(…)
viene avviata dietro istanza della moglie Emilia Salvaterra nata Antolini di Tione la procedura allo scopo della dichiarazione di morte della suddetta persona mancante„
Altre notizie
Di Giovanni Salvaterra parla anche il libro „Dai Balcani all’Asinara“ di Giovanni Terranova e Marco Ischia: lo troviamo a pagina 326, elencato fra i „Tirolesi caduti sul fronte balcanico dopo la seconda campagna di Serbia (1916 – 1918)“.
Non abbiamo molte altre notizie della famiglia Salvaterra: sappiamo solo che Luigi, il figlio minore, viene cresimato nel 1924; la vedova di Giovanni – Emilia – invece muore a 76 anni, il 24 maggio 1955.






