von fpm 17.12.2025 13:30 Uhr

1525-2025: cinquecento anni fa le rivolte contadine (8)

Nell‘ambito delle rivolte contadine che interessano tutta l‘Europa centrale, va ricordata quella del 1525-26, la “guerra dei contadini” guidata da Michael Gaismayr.

Foto postkart, elab grafica Flavio Pedrotti Moser

L’Archivio della storiografia trentina offre una interessante documentazione di Salvatore Piatti: L’insurrezione contadina del 1525 nel perginese.  Una guerra che coinvolge insorti tirolesi, i quali danno vita ad una sorta di costituzione ante litteram, gli “Articoli di Meran “, diffusi in tedesco e in italiano, una carta di grande tensione democratica, con affermazioni anticipatrici di autonomismo.  L’espressione tradizionale di guerra rustica per indicare l’insurrezione dei contadini avvenuta nel 1525 nel Trentino può essere fuorviante in quanto si trattò di una ribellione breve e disorganica. La guerra è guidata da un capo o da un comando militare unificato, è un’azione o un complesso di azioni organizzate ed è combattuta da uomini armati. Ma l’insurrezione, o ribellione, del 1525 nel Trentino non aveva un capo riconosciuto, non ebbe mai una vera organizzazione e gli uomini che vi parteciparono erano armati solo in via eccezionale; la quasi totalità dei partecipanti avevano quelle armi che oggi si direbbero improprie. Gli storici tradizionali di Pergine e del Perginese o non hanno parlato o ne hanno parlato solo sbrigativamente e non sempre con esattezza.

Si è parlato di un documento che parla delle famiglie presenti nel perginese, un documento molto importante anche perché, oltre il nome e alle volte il cognome dei singoli capifamiglia di tutta la giurisdizione di Castel Persen, distingue i capifamiglia che avevano solo la casa (Seldhauss) da guelli che avevano casa e terreni (Feurstatt). Schematicamente si può dire che avevano solo la casa i notai, i commercianti e gli artigiani; avevano casa e terreni i contadini. Dalla distinzione tra Seldheuser e Feurstett si può dedurre che a Pergine- Ziflenach (Zivignago) le famiglie contadine erano 59 (su 113), nella gastaldia di Vierach, (Viarago) 38 (su 67), in quella di Susà 41 (su 57), in quella di Maderein (Madrano) 34 (su 48), in quella di Vierach, (Vignola), Aztenach, (Tenna) 36 (su 37), in quella di Kosteneit (Castagné) 26 (su 27) e in quella di Garait (Frassilongo)- Eichleit (Roveda) 21 (su 26). Questi numeri parlano da sé e dicono che al tempo dell’insurrezione nella giurisdizione del castello di Pergine le famiglie contadine erano 255 (1.275 abitanti circa) mentre le famiglie di notai, commercianti, bottegai e artigiani erano 120 (600 abitanti circa); nelle gastaldie esteriori le famiglie erano 262 delle quali 66 artigiane (330 abitanti circa) e 196 contadine (980 abitanti circa).

Anche a Persen i contadini erano in maggioranza, ma nelle gastaldie esteriori erano più di due terzi; erano quindi una maggioranza schiacciante. La loro situazione economica era assai precaria, alle volte al limite della sopravvivenza. Spesso con un lavoro assai duro strappavano alla terra il puro necessario per non morire di fame. La terra coltivabile era scarsa e richiedeva sacrifici enormi per essere sfruttata.

Gran parte dei terreni coltivati era costituito da frate cioè da bosco trasformato in campo, vigneto o prato dalla forza delle braccia con pochi attrezzi rudimentali; questa azione era chiamata roncar e gli uomini che erano specializzati in questa attività erano i roncadori. (continua)

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