von mas 06.12.2025 18:30 Uhr

Un libro al mese: „Land Friûl“ – 1°

Un popolo diventa povero e sottomesso quando gli viene tolta la lingua che ha ereditato dai propri avi;  quel popolo non si rialzerà mai più” – Il libro di Matteo Dri Federspiel, dalle doppie radici tirolesi e friulane, disegna un „ritratto di Autonomie“ approfondito e appassionato, mettendo a confronto il Sudtirolo e il Friuli.  Ecco oggi un primo stralcio dal capitolo „Austria, Tirolo, Friuli e la mitizzazione italiana

Austria, Tirolo e Friuli

Austria, Tirolo e Friuli sono territori che condividono una lunga e complessa storia caratterizzata da molteplici vicissitudini che ne hanno influenzato e plasmato diversi tratti culturali.  Gli Asburgo, a partire dal XIII secolo, hanno consolidato il loro potere, assumendo una posizione politica determinante nell’Europa dell’epoca. Ed è proprio con gli Asburgo che sia il Tirolo che il Friuli costruiscono un legame importante (…) Con la caduta dell’Impero d’Austria si conclusero periodi cruciali che hanno lasciato profonde impronte culturali, politiche ed economiche nei territori interessati,  tracce difficilmente cancellabili che perdurano ancora oggi, come il ricordo dell’Imperatore Francesco Giuseppe nelle generazioni più anziane.  Questi influssi evocano il ricordo di un’amministrazione  corretta e funzionale, finalizzata allo sviluppo dei territori, sebbene gli eventi politici nazionalistici italiani abbiano cercato di offuscarne la memoria (…)

Sarebbe interessante immaginare le diverse strade che la Storia avrebbe potuto intraprendere se il Südtirol rimasto unito al Tirolo e il Friuli fossero diventati due Land distinti della Repubblica d’Austria. In un tale scenario avrebbero goduto di una diversa autonomia, con una costituzione ed organi costituzionali propri, divenendo Stati. Ciò avrebbe permesso loro di gestire le risorse e le politiche pubbliche in modo differente …  decisioni politiche rapide ed efficaci.

E‘ fondamentale  trarre ispirazione da queste idee per costruire un futuro migliore, in cui si valorizzi l’autonomia, l’identità e la partecipazione attiva delle comunità.  Non va dimenticato il passato e neanche permesso che le visioni nazionalistiche prevalgano nei confronti delle culture storiche.  E‘ essenziale riconoscere i legami dell’Austria con il Friuli e il Tirolo. Va affermata una consapevolezza sull’importanza dell’identità e delle radici comuni, affinchè le realtà collaborino nel riconoscimento della loro storia.

Sudtirolo o Alto Adige

Il termine Alto Adige fu utilizzato durante il periodo fascista, così come il termine Venezia Giulia (NdR: e quello di Venezia Tridentina), con l’intento di strumentalizzare e italianizzare un territorio che non era effettivamente italiano. La sua origine risale a Napoleone ma fu successivamente adottata dall’irredentista Tolomei. L’avvento della Repubblica avrebbe dovuto segnare una svolta verso la democrazia e un cambiamento di mentalità … ciò non si verificò (…) Lo scopo dello Stato era quello di creare una maggioranza italiana e per raggiungere questo obiettivo si l’immigrazione massiccia degli italiani (…) Inoltre, seppur nel dopoguerra si decise di rimuovere in gran parte dell’Italia gli elementi fascisti dalle cariche da loro occupate, in Sudtirolo si ebbe un esito diverso: la maggior parte dei funzionari fascisti fu riabilitato. In poche parole, la mentalità rimase la  stessa (…) In un contesto caratterizzato da tensioni, in cui la cultura austriaca veniva emarginata, era ovvio che a lungo andare essa si sarebbe ribellata all’oppressore (…)

Durante gli anni ’50  gli atteggiamenti politici italiani divennero sempre più inacettabili. In quel perido il canonico Michael Gamper e il laico Sepp Kerschbaumer emersero come figure di grande rilievo, impegnate nella difesa dei diritti sudtirolesi.

L'inno d'Italia

La promozione dell’inno nazionale rappresenta una scelta discutibile, in quanto i valori in esso esaltati costituiscono un controsenso  nell’ottica dei principi costituzionali (NdR: italiani), poichè il testo, che appare oggi anacronistico, non rappresenta la pace e le minoranze linguistiche presenti all’interno dei confini nazionali italiani  … I territori di confine subirono le scelte della guerra e sostanzialmente si trovano annessi all’Italia per volore dei trattati, non è mai stato indetto un referendum in cui la popolazione locale potesse scegliere da che parte stare. La maggioranza dei territori di confinie del nord est italiano, faceva un tempo riferimetno all’Austria e il legame storico con la cultura tedescofona rappresenta ancora un cardine di orientamento.

L’inno italiano diventa così un brano dal sapore amaro che dimostra pienamente le visioni velleitarie dell’Italia di un tempo (NdR: e spesso anche di oggi!)

La doppia cittadinanza

Negli ultimi anni, uno dei dibattiti politici più accesi riguarda la concessione della cittadinanza austriaca alla comunità tedesca e ladina dei sudtirolesi. La proposta del governo austriaco  di estendere il doppio passaporto o Doppelpass italo-austriaco in Südtirol è stata al centro di questo dibattito. La spinta del governo vieenese nel 2017, mosso da un autentico spirito europeo, era quello di riconoscere l’identità degli ex-austriaci, noti come gli Altösterreicher e dei loro discendenti, presenti innanzitutto in provincia di Bolzano. … I partiti austriaci intendevano riservare questa opportunità agli appartenenti di madrelingua tedesca e ladina del Südtirol.  Questo fu sufficiente ai detrattori per costruire una critica accesa basata su questini etnihce, esprimendo il timore che la doppia cittadinanza potesse minacciare la convivenza fra le diverse comunità minoritarie del Südtirol. Non si è riusciti a interpretare la proposta come un arricchimento identitario, non solo per le minoranze coinvolte ma per l’intera comunità locale  …

Il governo italiano ha costantemente manifestato una reazione negativa all’intenzione austriaca, considerandola un’ingerenza privata priva di logica e senza mai tentare di  facilitare una discussione moderata con l’Austria. L’Italia manifesta ancora oggi riluttanza e fastidio nei confronti della proposta austriaca considerandola inaccettabile, dimenticando però che la legislazione relativa agli italiani nel mondo consente ai cittadini che vivono all’estero di ottenere la cittadinanza italiana se dimostrano di avere un antenato con cittadinanza italiana (NdR: la nuova legge italiana sulla cittadinanza, entrata in vigore quest’anno, ha in parto limitato questa possibilità, prevedendo che almeno uno dei nonni sia o sia stato cittadino italiano).

La proposta austriaca si potrebbe tradurre semplicemente nel tentativo di riproporre un’azione simile a quella  promossa dall’Italia nel 2000 … sulla concessione della cittadinanza italiana alle persone nate e residenti nei territori già appartenuti all’Impero Austriaco e ai loro discendenti …  Risulta difficile comprendere il giudizio negativo alla proposta austriaca (…)

La proposta austriaca ha escluso i territori della Carnia, del Friuli Orientale e di Trieste (NdR: e anche dell’attuale provincia di Trento),  causando delusione fra coloro che avrebbero voluto aderire. Sarebbe auspicabile che questa iniziativa venisse compresa attraverso una prospettiva storica anzichè etnica, e che fosse estesa anche alla Regione Friuli Venezia Giulia.

E‘ evidente che  l’adozione della doppia cittadinanza rafforzerebbe i valori europei di unità.

Tra segreti e spionaggio

La cultura slovena in Friuli ha attraversato periodi atroci durante il ventennio fascista e il secondo conflitto mondiale. Anche dopo la guerra, con l’avvento della Repubblica, ha continuato ad essere discriminata politicamente a causa delle tensioni internazionali. Il governo italiano infatti, temendo un’invasione comunista da est, organizzò una formazione paramilitare, particolarmente attiva nel Friuli orientale e nelle valli del Natisone, con il supporto degli Alleati, per contrastare i gruppi politici segreti sostenitori del comunismo di Tito …  Dopo che gli Alleati lasciarono la provincia di Udine, il controllo militare passo allo Stato Maggiore Italiano, appoggiandosi al corpo dei carabinieri, e fu rinominato Volontari Difesa Confini Italiani e poi Organizzazione O (Osoppo). Quando qeusta fu sciolta nel 1956, il governo italiano e lo stato maggiore della difesa fecero confluire gli elementi di maggior spicco in una nuova organizzazione conosciuta come Gladio … 

La cultura slovena in Friuli ne subì le conseguenze e .. si trovò nelle condizioni di dover rinnegare la propria identità per timore di essere vittime di ripercussioni sociali e politiche: accadeva per esempio che durante l’esecuzione di canti sloveni nelle funzioni religiose, i fedeli abbandonassero la chiesa per nascondere la propria identità … L’esercito segreto italiano,  agendo con ampia libertà, aveva il compito di giudicare quali fossero le persone da porre sotto controllo e quelle „nemiche della Patria“. Tutto questo non in tempo di guerra o sotto un governo totalitario, bensì nella repubbica democratica … vi era chi veniva avvantaggiato con posti di lavoro, cariche amministrative, licenze per esercizi commerciali, ecc… emarginando la cultura slovena  (…)

Anche nel sistema scolastico la lingua italiana prevalse, indipendentemente dal fatto che le culture presenti in Friuli, molto più antiche di quella italiana, volessero mantenere il proprio idioma.  La politica nazionalista dimostrò chiaramente un‘avversione verso tutto cià che aveva un legame con l’Austria o l’Europa Orientale, mentre nelle scuole italiane abbondavano i professori provenienti dal Sud. Vi fu anche un chiaro disincentivo nell’apprendimento della lingua friulana, i genitori stessi vennero istruiti a non trasmettere il friulano  ai propri figli per non nuovere all’articolazione corretta dell’italiano. Allo stesso modo, la cultura slovena delle Valli del Natisone dovette accettare l’istituzione di asili italiani e la presenza di professori meridionali, poichè i bambini, parlando il dialetto slavo, non imparavano l’italiano.

L’emigrazione, la povertà e il dolore, erano conseguenze pianificate per giustificare il tricolore, che, se si vuole essere onesti, non ha liberato bensì occupato il Friuli e sottomesso le culture slovena, friulana e austriaca residue. Pertanto, sebbene il territorio friuliano sia formalmente parte dello stato italiano, dal punto di vista identitario il Friuli può essere considerato estraneo all’Italia.

Matteo Dri Federspiel è nato a Latisana in provincia di Udine nel 1987, da madre friulana con radici carniche fra Luveja e Porpêt e padre tirolese originario di  Graun im Vinschgau, e vive a Merano.  Laureato in Giurisprudenza, sostiene con passione la valorizzazione identitaria del Friuli e su dedica da anni allo studio delle minoranze linguistiche e dei diritti delle comunità autoctone. Nel tempo libero dal lavoro presso, cerca di conciliare la famiglia lo studio e una sana dose di Friuli sotto forma di ricerche, acquisto di libri e confronti vari dove non mancano mai i racconti degli anziani e un buon bicchiere di vino: come recita il detto friulano „Vin e amîs, un paradîs“.

Il suo libro „Land Friûl“, edito dall’Istituto Ladin Furlan “Pre Checo Placerean”,  con il sostegno di ARLeF (Agjenzie Regjonâl pe Lenghe Furlane) e della Regione FVG (che oltre ad essere davvero interessante, offre al lettore una ricchissima bibliografia),  si può trovare  presso l’Istitut, presso l’ARLeF,  oppure può essere richiesto direttamente all’autore (matteo.drifederspiel@gmail.com).

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