Flaminio Piccoli, „pillole“ dal convegno

Come preannunciato, nei giorni scorsi si è svolto a Trento un convegno su Flaminio Piccoli. Figura secondo noi alquanto „controversa“ nel panorama politico soprattutto locale, a capo di quella Democrazia Cristiana che, di fatto e non sempre in maniera del tutto trasparente, affossò i movimenti autonomisti e indipendentisti che, nei primissimi anni del secondo Dopoguerra, avevano raggiunto dimensioni considerate preoccupanti da Roma e che quindi bisognava in qualche modo imbrigliare se non cancellare. E che trasformò Trento nel „cane da guardia“ del Sudtirolo, dando un’ennesima serie di colpi di piccone all’unità della terra tirolese.
Al convegno, Flaminio Piccoli è stata invece presentata come figura politica di grande e positivo spessore, che ha svolto „un ruolo fondamentale nella gestione della questione altoatesina e che è stata protagonista in molti passaggi fondamentali per lo sviluppo dell’autonomia“. Sottolineato anche il suo stretto rapporto con il mondo ecclesiastico e cattolico.
"Pillole"
Il direttore della Fondazione Museo Storico Ferrandi, organizzatore del convegno, al quale era affidata la relazione introduttiva: „In un momento di crisi della partecipazione e dei motivi per cui FACCIAMO (NdR: facciamo??? in effetti…) politica, rileggere la figura di Flaminio Piccoli può dare nuovi punti di riferimento.“
Giorgio Postal (Segretario provinciale della Democrazia Cristiana negli anni Sessanta, parlamentare per sei legislature, tre alla Camera e tre al Senato, a lungo presidente della Fondazione Museo Storico) ha invece affermato che „Flaminio Piccoli fu determinante negli anni Sessanta nel FAVORIRE IL DIALOGO tra trentini e sudtirolesi, dimostrando grande capacità di mediazione“.






