von mas 20.10.2025 17:00 Uhr

RockMaster Duel Lead: Raboutou, Ondra e un ottimo Filip Schenk

Grande spettacolo nella prima giornata di Rock Master, con i migliori climber al mondo impegnati nel duello di difficoltà; fra di loro anche il gardenese Filip Schenk

Finale Ondra vs Schenk - Foto Newspower - RockMaster

Le luci del Climbing Stadium di Arco sabato si sono accese sulla prima giornata del Rock Master, il festival di Arrampicata Sportiva più longevo del mondo, ed hanno avvolto le pareti dello stadio in un’atmosfera magica: tra sfide all’ultimo respiro e colpi di scena la notte arcense ha visto brillare le stelle del climbing mondiale di Adam Ondra (CZE) e Brooke Raboutou (USA) nell’affascinante e adrenalinico Duel Lead.

La passione e il fiato sospeso sono sensazioni che da anni accompagnano il format del duello, un testa a testa capace di regalare spettacolo e performances mozzafiato, e anche quest’anno non è stato da meno, fomentando un pubblico strabocchevole che ha affollato il Climbing Stadium di Arco.

Che la gara sarebbe stata tutta da vivere lo si era capito sin dalle qualifiche, con incredibili colpi di scena capaci di ribaltare i pronostici con le cadute della grande favorita Janja Garnbre e di Filip Schenk. I quarti di finale hanno regalato subito spettacolo e un grande coup de théâtre, con la bi-campionessa olimpica Janja Garnbret che ha dovuto fare i conti con l’arrampicata fluida e spettacolare di Brooke Raboutou (argento olimpico) la quale si è involata in solitaria verso la semifinale, una vera e propria “copia” della finale olimpica di Parigi. In semifinale l’azzurra Laura Rogora non riesce ad avere la meglio sulla campionessa in carica di Rock Master Jessica Pilz e si deve accontentare di un comunque buon 4° posto ottenuto nella small final contro la giovane tedesca Anna Maria Apel, la quale sale così sul podio al terzo posto.

La finale femminile è stata un confronto emozionante tra l’americana Brooke Raboutou e l’austriaca (Niederösterreich) Jessica Pilz, a far andare su di giri la folla del Climbing Stadium, un’autentica sfida olimpica che non ha disatteso le aspettative; dopo un testa a testa fino alla sezione dell’onda, Raboutou si è destreggiata tra le prese con una fluidità rara, staccando la sfidante austriaca e involandosi verso il suo primo titolo a Rock Master, una storia familiare unica, 36 anni dopo la vittoria del padre Didier e 31 anni dopo quella della madre Robyn Erbesfield nell’evento arcense.

Al maschile le emozioni non sono state da meno, Adam Ondra si è aggiudicato l’ennesimo titolo nel duello, dimostrando ancora una volta perché sia ritenuto il climber più forte di tutti i tempi e sfoderando uno stato di forma eccezionale. A dare spettacolo è stato anche il campione gardebese Filip Schenk che difendeva la vittoria nel duello dello scorso anno. Il sudtirolese ha sfidato il belga Hannes Van Duysen spuntandola dopo un testa a testa fino al pulsante del top, mentre Stefano Ghisolfi si è dovuto arrendere al campione in carica Yannick Flohè. Grande prestazione anche per William ‘Will’ Bosi che dopo aver sconfitto l’austriaco di Glognitz Stefan Scherz ha dato spettacolo in semifinale contro Ondra, arrendendosi solo nelle battute finali.

L’altra semifinale ha visto Schenk prevalere su Flohè dopo una sfida alla pari fino all’onda, con il gardenese che ha guadagnato l’accesso in finale toccando il pulsante del top con cinque secondi di anticipo sul tedesco. Quest’ultimo nella ‘finalina’ ha poi ottenuto il 4° posto in favore di Will Bosi che ha festeggiato il suo ritorno a Rock Master con una splendida terza piazza.

Poi tutti gli occhi si sono rivolti all’insù per il grande finale, il duello è cominciato fortissimo, con Schenk e Ondra che si sono alternati in prima posizione nelle battute iniziali, ma quando il percorso aumenta la sua inclinazione ecco che Ondra dimostra a tutti la sua grandezza e infila le prese decisive con una scioltezza e una prontezza fuori dal comune, aggiudicandosi l’ottava vittoria al Rock Master, e ora è lui il re assoluto: lo spagnolo Puigblanque nell’albo d’oro è fermo a quota sette.

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