von fpm 10.09.2025 13:30 Uhr

Lo sapevate che

C’è un frutteto in Russia, a Jasnaja Poljana, chiamato “Meleto di Tolstoj” che ha le sue radici in Nonsberg, la Val dé Non…

Elaborazione grafica Flavio Pedrotti Moser

Siamo nel periodo delle mele. Lev Nikolaevic Tolstoj fu tra i più grandi estimatori, nel periodo ottocentesco, del suo sapore carnoso, succoso, pastoso. Tanto che per la realizzazione di un meleto all’interno della sua tenuta di Jasnaja poljana, fece proprio coltivare gli alberi di melo del Tirolo del Sud, all’epoca dei fatti appartenente all’impero austro-ungarico. Il legame tra la Nonsberg-Val di Non e il meleto nella tenuta di famiglia di Lev Tolstoj (l’autore di «Guerra e Pace» e «Anna Karenina») a Yasnaya Polyana, 200 chilometri a sud est di Mosca è un legame storico e affascinante. Il meleto è proprietà dello Stato russo, ma è gestito dalla famiglia Tolstoj. Creato a inizio ‚800 dalla contessa Maria, madre dello scrittore, in origine era di 10 ettari. Nel 1863 Lev Tolstoj in onore della nascita del primogenito Sergei, lo ampliò a 40 ettari, importando altre varietà di meli dal territorio da dove erano arrivate le piante della madre, il «sud del Tirolo», che ricerche storiche hanno individuato nella Nonsberg/Val di Non. Nel tempo, il meleto è stato devastato dalle gelate. In particolare, l’inverno polare 2005/’06 ha rischiato di distruggere l’area, dichiarata dal 1928 bene culturale e patrimonio storico dell’umanità.

I discendenti dello scrittore hanno così cercato aiuto proprio in Val di Non e, nel novembre 2006, in un convegno a Sarnonico era stato annunciato il progetto di portare a Yasnaya Polyana le piantine discendenti dai meli secolari sopravvissuti in Val di Non. Il vivaista Gabriele Calliari si era impegnato ad allevare piante che ricalcassero quelle originali, creando 26 varietà di mele antiche, che, portate in Russia, hanno ridato salute al meleto di Tolstoj.  “Ci sono 849 alberi di melo di26 varietà diverse”, annotava la contessa Maria, “e tra i più preziosi abbiamo quelli di origine sudtirolese. Per fare abituare questi alberelli alle intemperie del nostro clima c’è anche un vivaio che noi chiamiamo, come si usa in quel di Trento, Kindergarten”.

Grazie al meleto del grande scrittore nasce in Russia e successivamente in Europa il movimento ecologico e della difesa dell’ambiente ante litteram le cui premesse filosofiche e politico-sociali sono espresse nel romanzo “La Resurrezione”. Nascono così i giardini tolstojani attorno alle case russe dal Baltico fio alle sponde del remoto Pacifico. La domanda di innesti è enorme ma, date analogie climatiche, tutto quel che è importato in Russia proviene dalle parti del Tirolo del Sud.

A distanza di due secoli, qualche tempo fa, i meli trentini sono intervenuti per soccorrere il celebre giardino. Una trentina di varietà di mele antiche, presenti ancora in Val di Non, grazie all’impegno di alcuni appassionati vivaisti e dei ricercatori dell’istituto Agrario di san Michele all’Adige, sono state trasportate in Russia per garantire continuità al meleto/giardino dichiarato “bene culturale e patrimonio storico dell’umanità”.

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