von mas 03.09.2025 18:30 Uhr

An der Front: Malga Basson di Sopra

Le escursioni nei luoghi degli Standschützen, seguendo le croci di An der Front a dieci anni dalla loro posa

Il Monte Basson,  situato in prossimità del passo Vezzena,  si presenta oggi come una collina tondeggiante con un versante più ripido verso est.

Durante la guerra il caposaldo era allestito per la difesa, con profonde trincee circolari ricoperte di terriccio e tre linee di reticolati. Era una postazione chiave avanzata a difesa del forte Lusern e delle postazioni di artiglieria di Costalta. La posizione era ideale per controllare la strada di val D’Assa che dal Regno d’Italia portava verso Trento.

Nel mese di maggio del 1915 vi furono parecchi infruttuosi tentativi italiani con attacchi e bombardamenti per conquistare l’avanposto. L’epilogo si ebbe però con le sanguinose battaglie del 24 e 25 agosto 1915. Dopo un martellante fuoco di artiglieria durato 10 giorni, il 115° reggimento della brigata Treviso comandato dal col. Riveri fu mandato all’assalto del colle del Basson, difeso da qualche centinaio di Standschützen del Battaillon Meran, del Battailon Oberösterreich nonché Stanschützen riservisti territoriali della compagnia di Lavarone. Al comando vi era il leggendario Colonnello Ellison.

Nonostante la preponderanza di forze dell’esercito italiano,  l’attacco fu strategicamente fallimentare ed inutilmente tragico. I soldati italiani mandati sconsideratamente all’attacco su terreno scoperto (in ossequio alle inumane strategie del generale Cadorna, secondo il quale il numero degli assaltatori doveva essere maggiore del numero delle pallottole in possesso del nemico),  furono falciati dalle mitragliatrici degli Standschützen.

Si narra che nella notte del 24 agosto,  in un momento di tregua, gli Standschützen territoriali che parlavano la lingua italiana, dalle trincee opposte avessero avvertito e gridato ai fanti italiani: “non venite avanti perchè morirete tutti”. Il reggimento Treviso fu decimato con 1048 soldati e 48 ufficiali morti. 350 fanti stremati, nell’impossibilità di rientrare nelle proprie linee per il fuoco di sbarramento proveniente dai forti Verle e Luserna, furono fatti prigionieri. Con una astuta manovra di accerchiamento, aiutato da una fitta coltre di nebbia,  il colonello Ellison e i suoi pochi Standschützen rimasti ebbero il sopravento sul regio esercito.

Per questa valorosa azione, che portò anche alla cattura del colonnello Riveri, il colonnello Otto Ellison von Nidlef fu insignito dell’Ordine Militare di Maria Teresa, la più alta onorificenza militare Austriaca. Questa battaglia, anche se meno nota, fu per numero di morti e feriti  sicuramente ai pari di quelle combattute sull’Ortigara. I molti caduti, di entrambe le parti, furono sepolti nel cimitero militare di Costalta.

I tentativi di sfondamento da parte dell’esercito italiano continuarono fino all’autunno inoltrato, sempre senza alcun esito; seguirono lunghi mesi di stallo, fino a che, proprio dalla linea difensiva degli altipiani, nel 1916 non partì l’Offensiva di Primavera.

Da ricordare che dopo l’Offensiva di Primavera, con l’avanzamento dell’esercito austriaco ampiamente in territorio italiano, la zona di Vezzena divenne retrovia. I numerosi soldati ancora di stanza al passo costruirono, proprio ai piedi del colle Basson, una caratteristica chiesetta dalle sembianze vagamente boeme, intitolandola alla imperatrice Zita di Borbone-Parma, moglie del Kaiser Karl.

La chiesetta, demolita dai recuperanti a conflitto terminato, è stata ricostruita circa 10 anni fa per il forte interessamento del maggiore dei Kaiserschützen Georg Eineder che era riuscito a recuperare il progetto originale dell’architetto Adalbert Erlebach.

  • Immagine da Wikipedia (di Vid Pogacnik - licenzia Wikipedia Commons CC BY-SA 4.0)

Percorso: Da Folgaria o da Caldonazzo si raggiunge il passo Vezzena. Da qui si segue la Strada Provinciale 9 in direzione di Luserna per poco più di un chilometro, fino ad una secca curva dove si stacca l’accesso a Malga Basson. Lasciata l’automobile poco prima della Malga, si prosegue a piedi, salendo nel pascolo fino al colmo della collina. Qui si trova la Croce di An der Front.

Dati tecnici: breve e facile camminata; calcolare circa mezz’ora per percorrere poco più di un chilometro fra andata e ritorno, con un minimo dislivello.

NdR: si ringrazia Maurizio Riz per la collaborazione a questo ed agli altri articoli relativi alla zona degli Altipiani.

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