von mas 28.08.2025 18:30 Uhr

Trento, tutta un’altra storia – VIDEO

La scoperta, nel sottosuolo di via Santa Croce a Trento, di una ricchissima necropoli risalente alla Prima Età del Ferro, contemporanea o addirittura precedente alla fondazione di Roma, apre nuove prospettive sulla narrazione storica della nascita della città.

In via Santa Croce, nel pieno centro storico di Trento, le ricerche archeologiche ancora in corso hanno messo in luce 200 tombe monumentali di epoca preromana.  I preziosi corredi funarari testimoniano rituali complessi di un antico gruppo sociale – evidentemente molto avanzato – di cui, al momento, non si hanno altre informazioni.  Dalle analisi finora effettuate, la necropoli è stata fatta risalire alla cosiddetta Prima Età del Ferro, il cui inizio viene collocato attorno al VII secolo avanti Cristo.  Tanto per orientare nel tempo i nostri lettori, all’epoca ebbe origine la storia della Grecia e si affermò la civiltà etrusca; i colli dove sarà fondata Roma (che la tradizione data al 753 a.C. ) erano occupati da genti che si dedicavano all’agricoltura, alla caccia e alla pesca e che vivevano in piccoli villaggi di capanne.

Grazie a questo eccezionale ritrovamento, la storia della città di Trento e dell’intero nostro territorio, si arricchisce di un’avvincente pagina, che soprattutto apre nuovi scenari e nuove ipotesi sulle comunità che qui abitavano nel primo millennio avanti Cristo.  Trento non nasce quindi come Tridentum, o come accampamento militare poco prima della conquista romana, avvenuta attorno al primo secolo a.C. Almeno seicento anni prima è già un centro altamente sviluppato, dal punto di vista sociale, culturale, commerciale.  

I primi risultati di questa eccezionale scoperta sono stati illustrati al Castello del Buonconsiglio, in una conferenza tenuta da Franco Marzatico, lo storico dirigente generale della Soprintendenza Beni Culturali della Provincia, al suo ultimo giorno di servizio prima del pensionamento, e da Elisabetta Mottes, sostituta direttrice dell’Ufficio beni archeologici provinciale.

Il ritrovamento della necropoli è avvenuto a seguito dell’attività di tutela preventiva, condotta dall’Ufficio beni archeologici in occasione dei lavori di restauro e riqualificazione di un edifico storico. Si tratta di un contesto funerario monumentale rimasto perfettamente conservato attraverso i millenni grazie agli episodi alluvionali del torrente Fersina che, come spiegato, hanno sigillato il deposito archeologico. La necropoli è venuta alla luce ad una profondità di circa 8 metri rispetto all’attuale quota di via Santa Croce, al di sotto quindi di livelli  medievale e di epoca romana.

Le ricerche archeologiche, che riprenderanno ad inizio settembre, hanno già consentito di mettere in luce 200 tombe, complete di prestigiosi corredi, caratterizzate dal rito della cremazione indiretta, che rappresentano soltanto una parte di quelle potenzialmente conservate nel sottosuolo ancora da indagare. Nel frattempo è già iniziato lo studio interdisciplinare del contesto funerario e il restauro dei materiali.

Il sito di via Santa Croce e gli studi in corso sui materiali e i reperti rinvenuti, condotti da un’equipe di ricerca interdisciplinare, consentiranno di arricchire e riscrivere la storia più antica di Trento.

Gli interventi hanno spiegato al numeroso pubblico presente in sala il contesto storico e culturale nel quale si colloca l’eccezionale ritrovamento: „Fino a questa scoperta, a Trento vi erano stati solo ritrovamenti sporadici di epoca preromana – è stato detto, fra l’altro –  Le informazioni che emergeranno da questo scavo, originale e ricco di rarità, porteranno senza dubbio a una nuova interpretazione dei vari quadri di civiltà, arricchendo la nostra comprensione sia del passato che del presente.“

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