Quando i ghiacci restituiscono la storia

Sono stati recuperati sulla Vedretta di Lares, a 3.120 metri di quota, i resti di un soldato della Prima Guerra Mondiale. Sono stati i Carabinieri della Stazione di Carisolo e quelli della Squadra di Soccorso Alpino di Madonna di Campiglio, a individuare e recuperare il caduto.
La salma è quasi completamente decomposta, ma la montura e parte degli equipaggiamenti risultano ancora in buono stato di conservazione. Quasi del tutto sicura quindi l’apparenenza del caduto all’esercito imperiale. I resti sono stati traslati presso il laboratorio di analisi della Soprintendenza per i Beni Culturali della Provincia Autonoma di Trento – Ufficio Beni Archeologici, dove saranno sottoposti a esami specialistici – tra cui accertamenti autoptici e studi storici – con l’obiettivo di ricostuire la vicenda del soldato caduto e la sua identità . Cosa difficile, ma non impossibile.
Completati tutti gli esami, i resti dovrebbero essere inumati, con una degna cerimonia di suffragio e di ricordo, in uno dei cimiteri di guerra austriaci che ancora esistono sul nostro territorio: per logica, a Bondo oppure a Pejo. Sempre che non facciano la fine di quelli recuperati a Cima Cady che, all’ultimo momento e quasi alla chetichella, sono stati dirottati all’Ossario di Castel Dante, in mezzo a tanti altri nostri caduti arbitrariamente etichettati come „redenti“.
Altri resti – si legge su MondoMontagna – sono stati recuperati in Marmolada dai Carabinieri di Cavalese in collaborazione con il Soccorso Alpino della guardia di finanza di Passo Rolle. L’avvistamento è stato segnalato da un escursionista il 16 agosto scorso, nella zona impervia di Forcella Serauta, tra Cima Undici e i bastioni del Serauta. Dall’esame delle divise, si tratterebbe con notevole certezza di due soldati del Regio Esercito Italiano, fanti della Brigata Como.
Le salme di questi due caduti dovrebbero essere inumate al Sacrario militare di Asiago.






