Napoleone: la difficile invasione del Tirolo

Riceviamo da Risveglio Tirolese e proponiamo ai lettori. Benché si tratti di un episodio minore, il suo ricordo attraverso la targa può avere una certa valenza, soprattutto se visto con gli occhi del piccolo sobborgo che, nel corso della sua storia, può vantare di essere stato visitato da un condottiero tanto importante. Quello che non ci trova d’accordo, per nulla, è che la targa emerga all’improvviso dalle sabbie del deserto della memoria delle vicende che interessarono il Trentino/Tirolo meridionale in quel preciso frangente napoleonico. Più precisamente, la targa andrebbe contestualizzata, cioè inserita nel percorso della memoria dell’invasione del Tirolo, ad opera delle milizie napoleoniche che, nella campagna d’Italia del 1796-1797, provenendo dalla pianura padana puntavano a sfondare la granitica resistenza austro-tirolese per portare la guerra in Baviera, qui concentrando anche milizie operanti nella zona del Reno.
La targa dovrebbe rammentare un semplice aneddoto di storia del sobborgo, da collocare all’interno del corretto scenario: e allora raccontiamo ad esempio del proclama di “Buonaparte Generale in Capite dell’Armata d’Italia agli abitanti del Tirolo”, del 15 giugno 1796, con cui il generale preannunciava la spedizione imminente, rivolgendosi ai Trentini/Tirolesi meridionali, cercando di staccarli dall’attesa, in quanto consueta e secolare, collaborazione militare con le truppe austriache e cercando di imporvisi con promesse e minacce. Tutto ciò, allo scopo di rendere meno difficile il passaggio delle truppe francesi attraverso le valli del Tirolo, dove già dal mese di maggio la popolazione si preparava a prendere le armi attivando le compagnie di bersaglieri volontari, detti Sizzeri, ad imitazione della compagnia Betta di Trento, spedita sul monte Baldo a difendere la Bocca di Navene. Napoleone, evidentemente, temeva la tenacia delle popolazioni tirolesi, che fin dai tempi del Landlibell del 1511 erano tenute a contribuire a difendere il proprio territorio per l’appunto mediante le suddette compagnie di bersaglieri.
Poniamola dunque questa targa, ma non da sola: raccontiamo la storia delle invasioni napoleoniche, di questa prima e poi della seconda, che vide le popolazioni del Tirolo ancora una volta difendersi, facendo quadrato attorno alla figura di Andreas Hofer. Raccontiamo dunque la storia di Napoleone che sale sul campanile di Gardolo, ma raccontiamo soprattutto che questo episodio matura nel contesto di un’invasione rispetto alla quale i nostri avi erano i resistenti. Altrimenti non faremo altro che continuare nel solco
della consueta narrazione (vedi Sanseverino, Bezzecca ecc..) in cui, celebrando gli invasori, si offende la memoria del popolo trentino-tirolese che in verità, in tutte queste circostanze storiche, fu costretto a subire le invasioni e a reagire imbracciando le armi per la propria difesa, sempre dalla parte dell’Austria, del Sacro Romano Impero e della Confederazione tirolese. Risveglio Tirolese: Il Portavoce Paolo Monti e Il Presidente Franco Beber






