An der Front 2025 – 3°

Dopo i primi due articoli già pubblicati – per chi se li fosse persi, ecco qui i link: An der Front 2025 – 1°   e An der Front 2025 – 2°)  termina oggi su UT24 il racconto della giornata di sabato a Folgaria, con la cerimonia per il decennale di An der Front, il progetto del Verband Tiroler Schützen in ricordo degli Standschützen che difesero la frontiera tirolese durante la Prima Guerra Mondiale.
Dopo i discorsi commemorativi ufficiali, è stato il momento degli indirizzi di saluto delle autorità .
Il Sindaco di Folgaria, Michael Rech, ha dato il benvenuto a tutti i presenti, in nome dell’Amministrazione e della Magnifica Comunità . „Su queste montagne 110 anni fa scoppiò la guerra, un conflitto aspro non solo per i militari ma anche per la popolazione residente che dovette lasciare tutto – ha ricordato Rech – Un conflitto che ha trasformato il nostro territorio con fortificazioni, trincee, strade, segni delle bombe che ancora oggi sono ben visibili. La tragedia della guerra, per Folgaria e per il Trentino-Südtirol, comportò anche il cambio di nazionalità . Certo, l’influenza italiana era presente in Trentino, come per tutti i territori di confine, ma la nostra identità era ed è tuttora molto legata alle radici Tirolesi. Porto con orgoglio, come la stragrande maggioranza dei miei concittadini, un cognome di origine tedesco-cimbra e queste montagne che ci circondano sono tutte caratterizzate da toponimi in lingua tedesca che derivano dalla nostra storia comune. Non posso anche nascondervi di custodire con affetto e privilegio l’attestato del mio bisnonno che ha prestato servizio prima come operaio militarizzato a Forte Cherle e poi come bersagliere imperiale.“
„Oggi siamo qui per commemorare l’impegno degli Standschützen, di quanti persero la vita e di quanti fecero ritorno dopo gli orrori della guerra – ha continuato il Sindaco – Siamo qui per ricordare e ringraziare anche gli Schützen di oggi che con impegno quotidiano e sani valori, non permettono al tempo di cancellare il valore della storia e si prendono cura del territorio e delle tradizioni. Siamo soprattutto qui oggi per confermare il nostro impegno per la pace, per la convivenza tra i popoli e per l’affermazione di uno spirito europeo. La fine della Prima Guerra Mondiale e l’incapacità dei Governi di leggere per tempo i segni premonitori di un nuovo conflitto, hanno generato la Seconda Guerra Mondiale e la tragedia delle dittature e delle persecuzioni razziali. Un’esperienza che fortunatamente non si è ripetuta nel 1945 e negli anni successivi grazie a statisti illuminati che hanno lavorato superando il nazionalismo e con iniziative di grande visione come i primi passi verso la Comunità Europea ma anche, nel nostro piccolo, il riconoscimento dell’Autonomia del Trentino-Südtirol. Iniziative che dopo decenni hanno permesso la nascita di un altro importantissimo progetto che si chiama Euregio Tirol, Sudtirol, Trentino e di cui dobbiamo essere molto orgogliosi.“
Il Sindaco Rech ha concluso il suo intervento ringraziando in modo particolare la Schützenkompanie Vielgereuth-Folgaria e l’Hauptmann Paolo Dalprà per l’impegno profuso nell’organizzazione di questa giornata.
Nel suo breve intervento, l’Assessore Provinciale alla promozione della conoscenza dell’Autonomia e dell’Euregio Simone Marchiori,  ha voluto sottolineare come sul nostro territorio le ferite e le cicatrici lasciate dalla Prima Guerra Mondiale siano ancora ben visibili, ancora oggi vi si trovano crateri di bombe, trinceramenti, fortificazioni: „Le croci del progetto An der Front – ha affermato l’assessore provinciale – non hanno mai voluto essere un muro, ma un modo per mantenere viva la memoria. Memoria che dieci anni fa era ancora viziata da due fattori: la non conoscenza della nostra Storia, soprattutto in provincia di Trento voluta o subita; e poi l’indifferenza. Progetti come quello di An der Front – insieme ad altri realizzati durante gli anni – hanno avuto il merito di far riscoprire questa memoria, queste radici, questa storia, dandole la dignità che merita. La nostra Storia è ormai patrimonio comune, oggi chi non la conosce o finge, o non la vuole conoscere. Â
L’altro aspetto importantissimo del progetto An der Front è stato quello dei legami che ha saputo creare: fra le varie Schützenkompanien dell’intero Tirolo, che hanno collaborato insieme, costruendo un qualcosa di duraturo come i ponti personali, culturali, valoriali. Questo è forse il messaggio principale di questo progetto e di questa giornata: i valori e gli obiettivi condivisi.“
Marchiori ha poi ricordato come dieci anni fa pure lui, componente allora della SK Judicarien Tre Pief, avesse partecipato al progetto ed alla posa di una delle croci di An der Front: „Al di là di alcune vicende polemiche (NdR: la targa della croce eretta su Cima Gavardina, pochi giorni dopo la posa era stata vandalizzata), si era respirato uno spirito che non sapeva di passato, ma di futuro. E la strada è questa, tener viva la memoria guardando al futuro e coinvolgendo un numero sempre maggiore di persone; partendo dalle nostre radici, percorrere un cammino insieme per la nostra Terra fra i Monti. Una sfida che si può vincere grazie anche ad associazioni come gli Schützen ed a momenti come questo.“
E quasi a voler rimarcare le sue parole, Marchiori ha concluso il suo intervento esclamando „Schützen Heil – Ein Tirol!“
Conclusa la parte ufficiale della commemorazione sulle note del Landeshymne, una breve „finestra“ di bel tempo ha permesso un altro momento significativo, importante soprattutto per dare luce e visibilità alla giornata. Le Schützenkompanien, le delegazioni e le rappresentanze, con in testa le autorità , hanno sfilato per le strade del centro, fra due fitte ali di folla (accompagnatori, si, ma anche persone all’oscuro dei motivi della celebrazione, che nelle pause hanno spesso chiesto – e ricevuto – spiegazioni). A cadenzare il passo, oltre ai rullanti delle Compagnie, anche le note dell’immancabile Banda Folkloristica di Folgaria, al comando del mazziere Giuseppe Ferraro.
E poi, per tutti, c’è stato modo e tempo di ritrovarsi, di stare insieme, di rafforzare ulteriormente quel legame fra le genti del Tirolo – l’intero Tirolo, quello che, non dimentichiamo, va da Kufstein a Borghetto, da Reschen a Sagron Mis, dal Tonale a Lienz – che oltre un secolo di separazione violenta e di tentativi di cancellare la storia e la memoria, non sono riusciti spezzare.






