von fpm 03.08.2025 18:00 Uhr

Lo schiaffo “tolomeico” (90)

Continua con Flavio Pedrotti Móser l’excursus sull’italianizzazione a sud del Brenner che con il fascismo minava l’identità culturale.

Immagine IA, elab grafica Flavio Pedrotti Moser

La rubrica dedicata alla patologia di Ettore Tolomei, l’artefice della modifica dei toponimi tedeschi nei 116 Comuni südtirolesi e della quasi totalità della micro-toponomastica, prende avvio dall’annessione del Tirolo storico al Regno d’Italia dopo la Prima guerra mondiale quando vennero a crearsi i presupposti per una radicale politica di italianizzazione dopo la presa di potere fascista. I fascisti, con lo scopo dell’estraniazione culturale e sociale della popolazione autoctona, vietarono l’utilizzo della toponomastica tedesca. Fu così che nacquero neologismi per così dire bislacchi partoriti da menti malsane, corrose dal fanatismo italico che voleva soggiogare la popolazione tirolese cominciando dall’identità culturale. Il Tolomei redasse un elenco dei cognomi del Südtirol per restituire, secondo il suo punto di vista, una appartenenza “italica” con talvolta stramberie e stravaganze davvero parossistiche e anche evidenti scappatoie esilaranti, palesi scalate su specchi scivolosi…

Koch è un cognome occupazionale, cioè, derivato da una professione e fu assegnato originariamente a chi esercitava il mestiere di cuoco – in una corte, in una casa nobiliare, in un convento, o in ambito militare. Per questo motivo il Tolomei lo liquida appunto con CuocoKoellensperger potrebbe significare qualcosa come „abitante (‑sperger) del luogo di qualcuno chiamato Koll (o Kollen/Kögl)“, o „colui che proviene da una località collegata a quel nome“. I cognomi composti con suffisso ‑sperger, come ad esempio Köglsperger o Kollmannsperger, di solito indicano una associazione geografica o locative: il nome base (come Kögler, Kollmann) + ‑sperger/‑berger, che può significare “chi abita in/nei pressi di …” o “proveniente da …” Koll‑ o Kögl‑ potrebbero derivare a loro volta da radici come Koll (coal/charcoal) o da nomi personali germanici Kolo/Köl, come si riscontra in altri cognomi germanici composti: ad esempio Kolling o Koller (che in certe varianti indicano “carbone”, “fornaio di carbone” o anche soprannomi). Ma per Tolomei è solo un banale Dalcolle o Dalmonte… poveraccio. Kolleritsch presenta la tipica desinenza tedesca/slava -itsch (equivalente a -itz, -ič), comune nelle zone di confine dell’Austria, del Tirolo e dell’ex impero austro‑ungarico. Il suffisso, potrebbe trattarsi di un cognome patronimico o locativo slavo-germanico, indicante discendenza da un prenome come “Koller” o legato a un toponimo. “Koller” ha anche il significato di “nocciolo” e Tolomei lo interpreta come Colericcio

Kompatscher è la forma tedesca di quello ladino originario Ciampac. La famiglia Kompatscher è considerata antica e illustre, e si ritiene che un antenato, Giovanni Ciampac, abbia ricevuto il titolo di cavaliere dal Sacro Romano Impero per aver prestato servizio a Massimiliano I d’Asburgo, durante l’assedio di Padova.

Ciampac dà origine al significato di „abitante di“ ma Kompatscher per Tolomei diventa un insolito quanto bizzarro Campacci. (continua)

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