von fpm 27.07.2025 18:00 Uhr

Lo schiaffo “tolomeico” (89)

Continua con Flavio Pedrotti Móser l’excursus sull’italianizzazione a sud del Brenner che con il fascismo minava l’identità culturale.

Elaborazione grafica Flavio Pedrotti Moser

La rubrica dedicata alla patologia di Ettore Tolomei, l’artefice della modifica dei toponimi tedeschi nei 116 Comuni südtirolesi e della quasi totalità della micro-toponomastica, prende avvio dall’annessione del Tirolo storico al Regno d’Italia dopo la Prima guerra mondiale quando vennero a crearsi i presupposti per una radicale politica di italianizzazione dopo la presa di potere fascista. I fascisti, con lo scopo dell’estraniazione culturale e sociale della popolazione autoctona, vietarono l’utilizzo della toponomastica tedesca. Fu così che nacquero neologismi per così dire bislacchi partoriti da menti malsane, corrose dal fanatismo italico che voleva soggiogare la popolazione tirolese cominciando dall’identità culturale. Il Tolomei redasse un elenco dei cognomi del Südtirol per restituire, secondo il suo punto di vista, una appartenenza “italica” con talvolta stramberie e stravaganze davvero parossistiche e anche evidenti scappatoie esilaranti, palesi scalate su specchi scivolosi…

Il cognome Kobald è una variante del più comune Kobold, parola tedesca antica che ha diversi significati: „Kobold“ come spirito domestico o folletto. Nella mitologia germanica, un Kobold è una creatura soprannaturale, simile a un elfo o gnomo, spesso associato alla casa o alle miniere. Poteva essere benevolo o malizioso, e aiutava (o infastidiva) gli abitanti o i minatori. Il nome, quindi, può essere nato come soprannome per una persona ritenuta vivace, dispettosa o comunque “spiritosa” nel senso caratteriale. Deriva dal medio alto tedesco kobal(t) o kobolt, che combina elementi come kobe (stanza, capanna) e hold (spirito, essere). In tempi successivi, la parola “Kobalt” è stata usata anche in ambito minerario per indicare un minerale (oggi cobalto) perché i minatori credevano che i folletti (Kobolde) rubassero il metallo buono e lasciassero questo metallo “maligno”. Come si vede tanti gli spunti per capire e conoscere il significato e l’etimologia del cognome, eppure, il solito ometto lo italianizzò in Cobaldi… neanche “coboldi” ma un Cobaldi qualsiasi…  va beh… che lo commenti a fa’, direbbe un romano…

Ci sono due principali ipotesi sull’origine del cognome Kobler: potrebbe derivare da un toponimo, cioè da un luogo chiamato Kobel o Köbl o simili (esistono piccoli villaggi e località con questo nome in Baviera e Austria). Kobler = „quello che viene da Kobel“ o „abitante di Kobel“. In tedesco antico e dialettale, „Kobel“ può significare: capanno, rifugio, tana (soprattutto di animali) per estensione, poteva indicare anche una piccola abitazione povera o rurale e potrebbe quindi essere un soprannome originario per indicare una persona che vive in una capanna, in un luogo isolato o un cacciatore o guardiacaccia (che stava in rifugi nei boschi).

“Kobel” ha anche il significato di carattere schivo o solitario, oppure, da “Kobeler” sarebbe “fattore” ed è proprio questo che scelse l’ometto per italianizzarlo: Fattori. (continua)

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