Un libro al mese: „Le mani sul Tirolo!“ – 4

La Democrazia Cristiana di Piccoli e Odorizzi
Ecco un articolo/intervista apparso sull’Adige del 20 febbraio 1998 a firma di Pierangelo Giovanetti, dove dialogando con Mons. Iginio Rogger, va a toccare dei tasti che sviluppano risposte altrettanto interessanti e terribilmente utili per capire un certo sviluppo della politica Trentina (più esatto sarebbe dire romana con veste trentina!) che fa capire come la mancata “epurazione” di certi personaggi maturati nel ventennio, stesse dando i suoi frutti.
„In merito all’autonomia chiama in causa precise volontà politiche dei trentini, della Democrazia Cristiana di Trento e della stessa Chiesa. Tale ricostruzione storica dei primi anni dell’Autonomia, getta luci nuove sulla profonda crisi dei rapporti politici e culturali tra trentini e sudtirolesi e spiega in gran parte le cause che hanno portato alla fine della regione, al revanscismo sudtirolese nei confronti degli italiani, allo spezzarsi di un legame storico importantissimo tra Sud e Welsch Tirol, alla drammatica crisi in cui è sprofondata l’Autonomia trentina. La classe politica democristiana di allora non capì, o fece finta di non capire niente dell’accordo Degasperi-Gruber. Teniamo presente che se non ci fosse stata la questione Sudtirolese, i trentini l’autonomia starebbero a sognarla ancora oggi.
(…) Uno studio anche sommario della stampa locale degli anni 50, basterebbe da solo a dimostrare come il Trentino preferì schierarsi dalla parte più facile e più redditizia del centralismo statale, piuttosto che andare alla ricerca di una migliore convivenza democratica. L’Adige di allora, di Flaminio Piccoli è l’emblema di questa strategia, molto più anti sudtirolese e centralista del quotidiano concorrente. Centrale in questo passaggio fu l’aver spostato nel 1948 l’ago della bilancia a favore della candidatura di Odorizzi, uomo pio ma fortemente nazionalista al posto di de Unterrichter, per la Presidenza della Giunta Regionale. A Flaminio Piccoli e alla classe dirigente democristiana trentina, interessava acquistare in fretta il favore del governo romano centrale.“
(…) Dalla lettera del questore Mazzoni al ministro italiano Tambosi (marzo 1957): „Penso che il tutto sia derivato da una grave carenza culturale, quindi miopia politica della classe dirigente trentina, la quale non avendo capito quale strumento prima culturale e poi amministrativo per una pacifica convivenza in Regione fosse lo Statuto di Autonomia, ha perso un’occasione storica per dimostrare all’Europa la possibilità di una libera, civile, democratica convivenza fra due gruppi etnici, in un ambito territoriale definito. Altrettanto anticulturale il considerare decadente folclore ogni manifestazione della vita sudtirolese, rifiutandosi di comprendere come la etnicità non sia soltanto lingua ma anche dialetto, usi, costumi, tradizioni, quindi tutto quello che ci giunge dal passato. Il definire “civiltà della Stube” tale tipo di etnicità dimostra solo arroganza e demagogica contrapposizione di una presunta superiorità della civiltà latina nei confronti di ogni altra differente manifestazione di vita … In questa sua opera anticulturale e antistorica la classe dirigente trentina ha trovato potenti alleati nei circoli nazionalisti alto-atesini, annidati in tutti i partiti e con particolare potenza nella Democrazia Cristiana, e nell’apparato burocratico dello Stato, ad ogni livello a Roma come a Bolzano … Mi preme esprimerle però il mio profondo timore che sotto l’incalzare degli eventi, l’internazionalizzazione del problema atesino, il non coordinamento operativo dei vari corpi dello Stato, anzi la loro gelosa contrapposizione, il ricatto nazionalistico nei confronti di Roma di ben individuati circoli trentini e altoatesini, gli errori di valutazione politica da parte della S.V.P., i tentativi sempre mal riusciti di dividere la S.V.P. attraverso sovvenzioni a uomini e istituzioni screditate, peggioreranno ulteriormente la situazione …“
Battisti, Kerschbaumer e "la Patria"
Sappiamo cos’ha fatto poi il fascismo, ma caduto anche questo, come mai non si è ristabilita, resa pubblica, quella verità storica, che era un dovere morale trasmettere al cittadino, ma invece si è preferito andare avanti sullo stesso tracciato, nel silenzio pressoché assoluto? Perché non si è incominciato dalla scuola, insegnando in maniera giusta, controllata, senza esagerazioni la verità sulla storia della nostra Terra, sul nostro passato, ma si è preferito enfatizzare realtà inventate, false?
(…) Non c’è tanto di che vantarsi da parte dell’Italia per il rispetto scrupoloso della lingua e delle tradizioni di “questi nuovi cittadini che il definitivo asseto mondiale ha chiamati a far parte della Patria nostra”. È decisamente una affermazione molto azzardata, in quanto dopo oltre un secolo, il Popolo Tirolese, non ha ancora viste realizzate le sue aspirazioni di Popolo libero di vivere secondo la propria identità, che è stata negli anni pesantemente condizionata.
(…) E lo stato di cose non cambia! Un esempio? Ogni anno il giorno otto dicembre si tiene a St. Pauls una cerimonia di commemorazione per ricordare la figura di Sepp Kerschbaumer e degli altri Freiheitskämpfer, uomini che hanno osato alzare la testa con chi con la violenza e il sopruso tentava di distruggere la Loro identità. Una cerimonia sempre molto partecipata! … Anche nel 2023 la presenza di migliaia di partecipanti alla cerimonia deve aver dato parecchio fastidio, e in questo caso una anonima consigliera del gruppo italiano del comune di Merano ha sparato a zero contro la vicesindaca e il presidente del consiglio comunale appartenenti al gruppo tedesco, che hanno partecipato alla manifestazione in forma privata. Non è mancato il commento del sindaco stesso di Merano, che si è espresso al telegiornale locale con delle parole che ci permettiamo di affermare, non sono state per nulla accattivanti, né giustificabili: «Personalmente non concordo con la commemorazione di un terrorista che è stato condannato con sentenza passata in giudicato. Di solito le commemorazioni si fanno per le vittime, non per gli attentatori.»
(…) Perché per Battisti ci sono di mezzo commemorazioni, scritture, monumenti, titolazione di vie ecc, mentre per Kerschbaumer, gentilmente titolato come “terrorista”, una semplice commemorazione porta ad acide considerazioni da parte di qualcuno desideroso di notorietà da parte italiana? Ambedue sono stati “catturati dal nemico”, ambedue sono stati condannati da un tribunale, Battisti è morto sulla forca, mentre Kerschbaumer è morto in prigione, (si dice per un infarto….!) Ambedue sono morti comunque per la Patria, ricordando che Battisti si è sempre espresso dicendo che la Patria è quella del cuore. Infatti lui anche se nato in Tirolo riconosceva l’Italia come propria Patria. Kerschbaumer era anche lui nato in Tirolo e in quella Terra era rimasto e la riconosceva come Patria! Battisti, è incontestabile, ha tradito la Sua gente, Kerschbaumer non ha tradita la Sua gente!
L'Associazione Nazionale Alpini
Sembra di poter vedere che l’A.N.A. in ordine di tempo, è l’ultima entità ad avere in spalla il compito di cancellazione identitaria riguardo nostra gente, e a questo fine risulta da sempre ben supportata dall’alto e spesso destinataria, ci ripetiamo, di consistenti finanziamenti pubblici.
Questa assidua presenza dell’A.N.A. sul territorio, con il suo costante lavorio, è arrivata anche ad intrufolarsi nell’educazione dei nostri giovani, con un accordo-convenzione tra il Museo degli Alpini di Trento e le scuole trentine … Possiamo tranquillamente immaginare in che modo verrà spiegata ai ragazzi la nostra Storia, la Storia di questa nostra Terra Tirolese, di quanto e come hanno vissuto i nostri, che sono pure i loro Padri. Per quanto abbiamo visto finora, ci sono seri dubbi in merito. Questo modo di agire va a dire chiaro e tondo che la nostra Identità è tenuta da certi personaggi, costantemente sotto pressione, nel chiaro intento di eliminarla totalmente! E in questo caso gli alpini, come esecutori, non sono di certo dalla parte giusta. Unica attenuante per una parte di loro, può essere il fatto che molto probabilmente neanche loro conoscono la storia dei loro Padri, in quanto anche loro sono stati e sono tenuti all’oscuro di certe verità incontestabili, e usati invece adesso, per inculcare ad altri il loro “non sapere.”
(…) Il patrimonio storico di questa nostra terra infatti, non è assolutamente quello che parte dal novembre del 1918, ma ha inizio qualche annetto (anzi, secolo) prima. Quindi a questi ragazzini che sono proprio agli albori della loro esistenza, per correttezza, a grandi linee almeno, un cenno riguardo la loro vera storia dovrebbe essere fatto! Solo così potremo avere dei cittadini davvero coscienti del loro essere e non una massa di disinformati alla mercé di tutti. Che poi un’associazione d’Arma sia incaricata di entrare nelle scuole sembra alquanto poco etico e, soprattutto, molto retró nel 2025. A meno che non stiano ritornando tempi che speravamo passati per sempre.
Giuseppe Matuella, come dichiara lui è „semplicemente un tirolese, uno dei tanti, orgoglioso di sentirsi tale. Fiero di quanto tramandato dalla sua Famiglia, che ringrazia e ricorda con tanto amore“. Al di là della sua innegabile modestia, Matuella è un ricercatore instancabile e rigoroso, e lo dimostra anche in questo suo ultimo libro: una vera „enciclopedia“ della nostra Storia più recente, un racconto basato su documenti autentici ma spesso poco conosciuti, accuratamente selezionati e riportati con precisione, quindi assolutamente inattaccabile.
E‘ un libro impossibile da riassumere in poche „puntate“ nella nostra rubrica del sabato qui su UT24. Gli stralci che pubblicheremo durante il mese di luglio per „Un libro al mese“ hanno infatti soltanto lo scopo di invogliare chi ancora non lo avesse fatto, a procurarsi il libro, a leggerlo, a rileggerlo e poi a leggerlo ancora.
„Hände auf Tirol / Le mani sul Tirolo“ è disponibile presso la Libreria Athena a Pergine Valsugana (Tel e whatsapp: 0461.510553 – mail: athenapergine@gmail.com)






