Al Festival dello Sport c’era… Marc Girardelli

Un pubblico soprattutto di „mezza età”, ma anche qualche giovane e giovanissimo che si sono potuti gustare la freschezza e il fascino di un campione invincibile, che ha raccontato la sua vita fatta di talento, determinazione e sacrificio. Marc Girardelli è stato un atleta polivalente che ha vinto 5 Coppe del Mondo generali, grazie a 46 successi e 100 podi nel massimo circuito, uno dei pochi capace di aggiudicarsi almeno una gara in ognuna delle specialità previste dal regolamento. Nel suo palmares spiccano pure due medaglie d’argento alle Olimpiadi e ben 11 medaglie, delle quali 4 d’oro, ai Campionati Mondiali. Ma anche 14 operazioni a seguito di gravi infortuni: “Ora potrei fare il chirurgo – ha esordito – visto che conosco alla perfezione tutte le ossa e i muscoli del mio corpo”.
Nel suo saluto iniziale Girardelli ha evidenziato il legame personale con Trento e la sua provincia: “Mi trovo spesso con gli amici a Madonna di Campiglio, anche d’estate dove si possono praticare innumerevoli sport. Poi mio nonno è nato a Scurelle, in Valsugana, dove il mio cognome è molto diffuso. Poi c’è stato il Monte Bondone dove ho partecipato alla mia prima gara internazionale: il Trofeo Topolino”.
L’intervistatrice Cristina Fantoni l’ha incalzato per strappare un commento sui sui numerosi rivali: “Se non ci fosse stato Pirmin Zurbriggen – ha esordito Girardelli – la mia vista sarebbe stata migliore. E‘ stato il più forte in assoluto, capace di vincere pure lui in tutte le discipline e con il quale abbiamo combattuto in 10 anni per la generale. La prima vittoria in Coppa è giunta battendo Ingemar Stenmark, poi c’è stato Alberto Tomba che in slalom e in gigante era imbattibile, un livello superiore a tutti. Soprattuto nel 1995 quando vinse la Coppa del Mondo aveva una marcia in più rispetto agli avversari”. Proprio Tomba ha mandato un apprezzato video saluto durante la serata, ricordandogli quando lo aveva battuto alle Olimpiadi di Albertville. E un altro saluto web è giunto anche dal discesista Michael Mair: “Se si fosse allenato maggiormente avrebbe vinto tanto – ha sentenziato Girardelli –, Much era un talento, ma gli piaceva troppo divertirsi fuori dalle piste”.
Il più bel ricordo della carriera? “La stagione 1988/1989, quando venne introdotto il superG. Ero in una condizione straordinaria, girava tutto al meglio. Ho vinto la generale e in tutte e 5 le specialità, ma soprattutto le due discese di Kitzbühel e Wengen”.
Sullo sci attuale ha evidenziato che è curioso e felice del ritorno di Braathen con i colori del Brasile e di Hirscher con i Paesi Bassi. Una realtà che porterà giovamento al mondo dello sci e al mercato turistico invernale.






