von mas 07.03.2024 06:45 Uhr

Briciole di Memoria: Florian, dalla Sarntal alla Sardegna

Consultando le pagine del Foglio Annunzi Legali abbiamo trovato alcune „piccole storie“ che riguardano i nostri nonni e bisnonni. Florian Kemenater di Öttenbach in Sarntal  ha 23 anni quando muore in prigionia a Ussana, non lontano da Cagliari: è il 25 novembre 1918

Le lapidi di Sarnthein e di Ussana - Foto di Manuela Sartori e Giorgio Madeddu

Il Foglio Annunzi Legali inizia le sue pubblicazioni il 10 maggio 1919 quale supplemento al Bollettino Ufficiale del Governatorato di Trento, che dal settembre dello stesso anno diventa il Commissariato Generale per la Venezia Tridentina.

Oltre a  editti e pubblicazioni ufficiali, sul FAL appaiono anche le informative sull’avviamento e sulla conclusione delle procedure di dichiarazione di morte: si tratta per la quasi totalità dei casi, di soldati dispersi sui vari scenari della guerra: dalla Galizia ai Balcani, dalla Romania al nostro fronte, quello tirolese.     Le notizie pubblicate sono spesso scarne, talvolta invece permettono di ricostruire quasi completamente „piccole storie“ di morte e disperazione,  minuscoli tasselli personali e familiari della grande tragedia collettiva che si abbattè sulla nostra Terra e su tutta l’Europa.

Ne raccontiamo qualcuna, con l’intento di contribuire, nel nostro piccolo, ad accendere qualche „lume di candela“ sul nostro passato e sulla nostra storia.  Quella di oggi vede la collaborazione preziosa del Dott. Giorgio Madeddu di Iglesias, autore del libro „La damnatio ad metalla – Storie di prigionieri dell’Impero austro-ungarico nella Sardegna della Prima Guerra Mondiale“. Nelle sue vene scorre il sangue di generazioni di minatori, che gli ha donato la grande capacità (e sensibilità) di saper scavare nella storia.

Florian Kemenater, dalla Sarntal...

Florian Kemenater viene alla luce nella casa di famiglia, il maso Stofner a  Öttenbach, uno delle tanti,  piccoli e sparsi abitati della Sarntal, il 5 febbraio 1895. E‘ l’ultimo dei numerosi figli di Balthasar e di Katharina, nasce quando il padre ha 48 anni e, soprattutto, quando la madre ne ha già 43.   Florian fa il „Knecht“, il servo: qui nella parte più meridionale del Tirolo diremmo che  „va in övra“ o è un „famöi“, lavora a giornata oppure è famiglio da qualche altro contadino.

Non conosciamo molti dettagli della sua vita negli anni di guerra: se viene richiamato subito (alla mobilitazione generale del 1914 ha „già“ diciannove anni) o se i fili del destino lo portano sui campi di batttaglia in un secondo tempo.   Sappiamo soltanto che fa parte del III Reggimento Kaiserschützen, quello che combatte in Galizia e in Bucovina, e poi, dopo il maggio 1915, sugli Altipiani, sul Col di Lana, sulla Marmolada (dove resta per quasi un anno) e poi ancora sull’Isonzo, alle Melette, sui Monticelli al Tonale.

E‘ un’odissea di fronti, di trincee, di assalti, di granate, di baionette, di ghiaccio, di fango e di sangue…  Per lunghi mesi Florian sopravvive a tutto questo, finchè, un giorno – durante la guerra oppure immediatamente  dopo l’armistizio di novembre, anche questo non lo sappiamo –  viene fatto prigioniero sul fronte italiano. E qui ha inizio la seconda parte della sua odissea.

... alla Sardegna

In Sardegna i prigionieri dell’Imperial Regio Esercito – che vanno ad aggiungersi ai circa 3000 confinati, fra sudditi dell’Impero presenti in Italia al momento della dichiarazione di guerra e  „austriacanti dei territori redenti“ –  sono tanti, tantissimi.  Da dicembre del 1915, arrivano all’Asinara gli oltre 23.000 reduci della terribile marcia della morte nei Balcani: trascinati dall’esercito serbo fino a Valona, sbarcano sull’isola in condizioni terribili; a questo si aggiungono l’epidemia di colera e  la carente organizzazione dei campi  dove mancano cibo, coperte, tende, ma soprattutto acqua.  Non sono molti quelli che si rimettono in qualche modo in piedi.  E poi, con il proseguo del conflitto, i prigionieri aumentano.  Prima chiusi nei campi, vengono poi „utilizzati“ per sopperire alla mancanza di manodopera, visto che anche in Sardegna gli uomini sono a combatterem sul loro lato del fronte.

Soprattutto nelle miniere di carbone, di piombo, di ferro di zinco – un paese in guerra ha una gran fame di materie prime – ma anche nei lavori di riforestazione e nelle bonifiche, a costruire strade e dighe, a lavorare in campagna,  qualcuno pure a fare i giardinieri presso privati:  i prigionieri austriaci, ungheresi, bosniaci, galiziani, boemi, moravi, del Litorale, tirolesi eccetera, vengono utilizzati ovunque. Non sono addetti ai lavori di costruzione dei porti, per il pericolo che possano fuggire prendendo la via del mare.  Si sistemano dove possibile, negli alloggi presso le miniere, nei campi appositamente allestiti, in edifici inutilizzati; a Ussana – un paesino dell’entroterra cagliaritano che funge probabilmente da centro di smistamento ed  il cui patrono per ironia della sorte è San Sebastiano, il protetttore degli Schützen  – anche in un’antica chiesa romanica.

E proprio a Ussana, quando la guerra delle armi è finita per tutti, ma non per tanti, troppi prigionieri di guerra,  si compie il destino di Florian.

Il 26 novembre 1918 davanti al segretario delegato del comune di Ussana si presentano il medico e un testimone: dichiarano che il giorno prima è deceduto „Kmnater Floriano di anni 23, figlio di Baltasario, contadino,  e Caterina, casalinga,  nato e domiciliato in Sarnthal, prigioniero di guerra“.

 

  • L'atto di morte di Florian Kemenater presso il comune di Ussana (cortesia Dr. Giorgio Madeddu)
  • L'antica chiesa di San Saturnino a Ussana, dove erano alloggiati i prigioneri di guerra (Foto web comune di Ussana)

Dal Foglio Annunzi Legali

Nell’edizione del 6 settembre 1919, sul Foglio Annunzi Legali appare la notifica dell’avviamento „dietro istanza di Luigi Kemenater ‚Dickerbauern‘ in Sarentino, della procedura allo scopo di accertamento della morte di Floriano Kemenater … che, quale prigioniero di guerra italiano, dovrebbe essere  morto di febbre spagnola l’otto o dieci novembre 1918 presso il distaccamento Usonna in Sardegna

  • Il "santino" di Florian Kemenater conservato nel Tiroler Ehrenbuch al Bergisel

Il monumento di Ussana

Proprio a Ussana, il luogo dove si spense la giovane vita di Florian Kemenater, l’amministrazione comunale ha voluto ricordare i 48 soldati dell’ImperialRegio Esercito prigionieri di guerra, che morirono in paese dal gennaio al dicembre del 1918. Lo ha fatto realizzando un monumento, posto all’ingresso principale del cimitero.

E‘ un doppio leggio. Sulle tavole di pietra scura, appoggiate ai leggii come se fossero pagine di un libro,  si leggono i loro quarantotto nomi. C’è anche quello (abbreviato come nell’atto di morte) di Florian Kemenater.  

 

  • Il monumento ai "militi austriaci deceduti in suolo ussanese " - Cortesia Dr Giorgio Madeddu
  • Il monumento ai "militi austriaci deceduti in suolo ussanese " - Cortesia Dr Giorgio Madeddu
  • Il monumento ai "militi austriaci deceduti in suolo ussanese " - Cortesia Dr Giorgio Madeddu

 

Si ringrazia il Dott. Giorgio Madeddu di Iglesias, autore del libro „La damnatio ad metalla – Storie di prigionieri dell’impero austro-ungarico nella Sardegna della prima guerra mondiale“, per l’interessante scambio di documenti e di idee, la spontanea reciproca cordialità e la gentilissima collaborazione.  

E‘ stato il Dott. Madeddu a trasmettere alla nostra redazione la copia dell‚atto di morte di Florian Kemenater e le fotografie del monumento di Ussana, oltre a permetterci la pubblicazione di alcune  notizie estratte dal suo libro.   Chi fosse interessato al volume può trovarlo in libreria, ma anche nel Catalogo Bibliografico Trentino dove è presente in due copie: una presso la biblioteca di via Roma a Trento, l’altra nella Sala Lettura del Museo della Guerra di Rovereto.

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