Orso, le audizioni in Terza Commissione

Sono iniziate la scorsa settimana e proseguiranno lunedì 12 febbraio le audizioni nella Terza commissione di Vanessa Masè della Civica sul disegno di legge numero 11 dell’assessore Failoni, che fissa un contingente di orsi sopprimibili annualmente perché pericolosi o problematici.
I lavori hanno visto l’audizione dei rappresentanti dei settori dell’agricoltura, dell’allevamento, dell’apicoltura e della pastorizia e del turismo. Poi hanno preso la parola  i rappresentanti del Comitato Insieme per Andrea Papi, delle Asuc, della Magnifica comunità di Fiemme e delle associazioni ambientaliste e animaliste.
Da Asuc e Magnifica sì al ddl, come da allevatori, mondo dell’agricoltura e del turismo. ​Duramente critici gli ambientalisti che chiedono il ritiro della proposta Failoni e denunciano un pensante clima di intimidazione nei loro confronti
Gli interventi
Confederazione agricoltori : serve sicurezza
Paolo Calovi ha parlato del fatto di normare la questione orso come di un atto dovuto per le persone che vivono e operano nel territorio: la montagna è anzitutto luogo di lavoro. Chi lavora nei pascoli alti ha diritto di poter lavorare in sicurezza, sicurezza che va garantita anche a chi si reca nel bosco per svago. Il bosco è fuori porta: il problema è di sicurezza pubblica ed esemplari troppo confidenti vanno gestiti, anche in maniera energica se serve. Se si vuole che ci sia una convivenza con i grandi carnivori, ha aggiunto Calovi, bisogna trovare un giusto equilibrio.
Federazione provinciale allevatori: senza zootecnia scompaiono i paesi
Giacomo Broch ha illustrato una visione di assoluta condivisione del ddl: ha ricordato che gli allevatori da tempo segnalano il problema. Se si vuole che la montagna sia ancora viva e vissuta servono interventi. Bisogna intervenire sulla gestione dei grandi carnivori, per Broch. Le previsioni fanno acqua, gli indennizzi sono un palliativo, ha proseguito, e sul tema orsi c’è un problema di sicurezza, per la tenuta del settore. Si parla di sicurezza, si parla anche di famiglie e bambini che vanno in montagna, nel bosco vicino a casa. Dove è scomparsa la zootecnia nelle zone di montagna stanno scomparendo i paesi, ha rilevato. Gli allevatori professionisti in provincia di Trento sono 700 e il loro lavoro è utile per tutti, come quello dei pastori. Ha auspicato iniziative concrete.
Coldiretti: chi lavora a contatto con il bosco ha paura
Gianluca Barbacovi ha parlato dell’esperienza delle aziende agricole che lavorano a stretto contatto con il bosco che vivono una situazione di paura. La prevenzione, ha detto, è fondamentale, bisogna mettere in campo tutto ciò che è possibile per difendere le greggi. Quando un gregge viene sbranato viene messa a dura prova la tenuta sociale dell’azienda sul territorio. Il ddl per Barbacovi è un passo in avanti per il settore e per la popolazione tutta: serve una gestione della fauna selvatica.
Associazione apicoltori: servono sicurezza e risarcimenti adeguati
Per Maurizio De Giuli gli apicoltori devono poter lavorare in sicurezza. Le recinzioni fornite non funzionano bene, ha sottolineato, bisogna trovare delle soluzioni efficaci. De Giuli ha parlato di un problema grave; il risarcimento deve essere adeguatom ha detto, ed ha chiesto alla Provincia di trovare soluzioni serie.  Il segretario dell’Associazione Valentino Prosser ha aggiunto che è importante che gli indennizzi siano celeri e ha espresso pieno sostegno all’amministrazione provinciale che si sta battendo per la piena difesa del territorio.
Pastori del Trentino: paura per le greggi, ma anche per i pastori
Sabrina Fuchs ha detto che i grandi carnivori sono un grosso problema, soprattutto nel periodo estivo quando si è in alpeggio. Le misure messe in campo negli anni per evitare le predazioni iniziano a essere insufficienti: i grandi carnivori sono intelligenti e studiano il comportamento dell’uomo, soprattutto i lupi. La rete elettrica poteva una volta andare bene, la radio sempre accesa anche, ma gli animali si abituano e di stagione in stagione acquistano sempre maggior confidenza. Fuchs ha rappresentato la paura per gli animali, ma anche per le persone, per i pastori e le loro famiglie: ci si trova spesso soli, magari a stretto contatto con l’orso di notte. Ha raccontato di quella volta che si è trovata vicina all’orso, un orso che non ha avuto alcun timore quando ha acceso la Jeep e la musica: da mezzanotte alle 4 l’orso ha continuato a girare attorno al recinto delle pecore. Il servizio faunistico, ha detto, contattato per chiedere un aiuto nella dissuasione, non parte purtroppo negli orari notturni. Fuchs ha ricordato quindi che la situazione non è più gestibile e tanti hanno iniziato ad abbandonare le malghe. Ci sono persone che d’estate dormono in tenda vicino alle proprie greggi per difenderle dal lupo. Il lupo agisce in branco, un conto sarebbe gestire il singolo, ma non è così: le recinzioni non servono. Il numero di orsi? Per Fuchs è un problema che sta diventando insostenibile. Dover abbandonare il proprio lavoro e le malghe sarebbe una sconfitta, ha concluso auspicando interventi.
Federazione apicoltori: l’orso sta uccidendo la montagna e le persone
Francesco Moratti, presidente degli apicoltori della val di Sole, Peio e Rabbi, ha detto che in valle se ne sono viste di tutti i colori. Ha ricordato l’evoluzione dal primo avvistamento dell’orso alla creazione dei recinti nei boschi: ora i recinti devono essere fatti nelle pertinenze di casa perché l’orso gira sotto casa. Recinti e prevenzione sono cavolate, ha detto. L’orso sta uccidendo la montagna e la sua vita e le persone, non è l’orso Yoghi. Bisogna per Moratti intervenire immediatamente: 8 orsi all’anno sono pochi, ma l’importante è iniziare. L’attuale gestione dell’orso è una cosa folle, non è sostenibile. Cosa si aspetta? Un’altra vittima? ha chiesto e ha chiuso il proprio intervento ricordando Andrea Papi e il luogo della sepoltura, sempre pieno di lumini.
Associazione contadini: proseguire così, non scordare la prevenzione
Il direttore Daniele Bergamo ha sostenuto la necessità di una regolazione normativa. Ha ricordato la morte di Andrea Papi. Ha rappresentato il problema dell’orso per il turismo e per l’agricoltura. Il settore zootecnico e apistico sono i più coinvolti, ha detto, e questo atto della legge è un primo passo. Per Bergamo bisogna proseguire su questa strada, senza trascurare la prevenzione e senza dimenticare la partita degli incentivi e dei risarcimenti a chi ha avuto danni e difficoltà a fare il proprio lavoro di agricoltore per colpa dell’orso.
Acli Terra: c’è un problema di gestione degli animali
Luca Facchinelli ha appoggiato il ddl e ha detto che le problematiche colpiscono tutti e ha ricordato l’episodio dell’aggressione mortale dello scorso anno che ha colpito tutti. Ha ripreso le parole di Fuchs dicendo che c’è un problema nella gestione degli animali e del patrimonio zootecnico.
Asat: serve sicurezza per chi vive e lavora nei boschi e anche per i turisti
Giovanni Battaiola ha affermato che negli ultimi anni anche le strutture ricettive si sono trovate a confrontarsi con il tema del rapporto con gli animali. Ha ricordato le vicende, lette sulla stampa, di alcuni turisti seguiti dall’orso. Per una convivenza tra orso e uomo è imprescindibile la rimozione degli orsi pericolosi, si deve garantire la sicurezza di chi frequenta i boschi, di chi vive nelle valli e chi ci lavora, e di chi ci vive per brevi periodi come i turisti. Per Battaiola servono soluzioni in questo senso. Vanno usati gli strumenti di dissuasione del Pacobace nei confronti degli esemplari confidenti: di qui il parere favorevole alla proposta normativa. Battaiola ha ricordato che da parte dei turisti l’attenzione è alta sul tema, chiedono sicurezza e come si intende gestire questa situazione.
Unat: flusso di disdette. Serve un approccio sostenibile
Alfonso Moser non ha commentato il contingente di 8 esemplari perché ha preferito affidarsi agli esperti. Ha auspicato che l’applicazione della norma sia un passo avanti per il territorio e che garantisca la sicurezza dei turisti e degli operatori sul territorio. Lo scorso anno, purtroppo, ha detto, non sono mancati articoli sulla stampa che hanno compromesso il buon nome del Trentino come meta turistica e le campagne di marketing non sono state sufficienti ad arginare il flusso delle disdette soprattutto in val di Sole. Ha ricordato l’aggressione mortale dello scorso anno e ha chiesto una gestione della problematica tramite il ridimensionamento numerico dei grandi carnivori, l’informazione ai turisti sulle norme di sicurezza, la gestione del territorio (per Moser vanno identificate le aree in cui vivono i grandi carnivori per minimizzare gli incontri tra questi e i turisti), la definizione di regole di comportamento, il monitoraggio continuo degli spostamenti dei grandi carnivori, la prevenzione, la promozione di pratiche sostenibili e l’implementazione di leggi e regolamenti che proteggano i grandi carnivori, i turisti e gli abitanti. Un approccio equilibrato e ben pianificato potrà favorire una coesistenza sostenibile.
Associazione agriturismo trentino: il nodo cinghiali
Lauro Martinelli ha detto che così non si può più andare avanti. Ha parlato nuovamente del problema dei cinghiali che sono pericolosi.
Il comitato „Insieme per Andrea Papi“
Il presidente Pierantonio Cristoforetti ha affermato che il Comitato ha accolto con grande sollievo quello che è accaduto in questi giorni perché si è agito per mettere un po’ di sicurezza e tranquillità per le persone, soprattutto in val di Sole e nelle valli attorno al gruppo del Brenta, maggiormente interessate dalla presenza dell’orso. C’è stato un prima Andrea Papi e un dopo, ha proseguito: ci sono paura e preoccupazione nella popolazione trentina, gli avvistamenti sono sempre più frequenti e molteplici. L’ultimo fatto dei ragazzi, ha aggiunto, ha visto un incontro a poche centinaia di metri dall’abitato di Menas, vicino a dove i ragazzi prendono l’autobus la mattina. Per Cristoforetti è inconcepibile che oggi le popolazioni siano lasciate con un grado di insicurezza tale. Approvazione incondizionata dunque del ddl e sollecito alle istituzioni a prendere altri provvedimenti paralleli. Parlare di comunicazione è importante, ha proseguito il presidente del Comitato, ma è urgente implementare la forestale, la raccolta di informazioni. Per dare attuazione alla legge servono 8 orsi riconosciuti come problematici: serve dunque un monitoraggio che richiede personale qualificato. Achille Leonardi, membro del Comitato Insieme per Andrea Papi, ha parlato del contingente di 8 orsi previsto dal ddl: Ispra ha fatto una valutazione di mantenimento della specie, è riduttivo agganciare la legge ai numeri. Sta passando l’idea che si abbatteranno 8 orsi all’anno, ma non è così. Ci si augura non ci siano orsi confidenti da dover abbattere, ma potrebbero presentarsi 4 maschi o femmine adulti dai comportamenti pericolosi, come si agisce se il numero è in maggiore rispetto a quelli previsti dalla legge? Leonardi ha ricordato la necessità di censire la popolazione ursina. Ha parlato di un problema di salute legati agli incroci di consanguineità che porta a una debolezza strutturale della specie. Chi ama gli orsi in Trentino dovrebbe voler riportare a 40 il numero degli orsi e re-importare due esemplari maschi dalla Slovenia.
ASUC E Magnifica Comunità di Fiemme – Il ddl va bene, ma si deve capire qual è il numero di orsi sopportabile
Il presidente delle Asuc, Robert Brugger ha affermato che il ddl va bene, ma va posta all’attenzione sulla necessità di un censimento preciso del numero degli orsi e va precisato anche il loro grado di libertà di movimento sui terreni delle proprietà degli usi civici. Quindi, è importante capire quale sia il numero dei capi compatibili con il territorio; stesso ragionamento va fatto anche per i lupi, una specie che non è più a rischio. Le ricadute negative ci sono, ha detto ancora, basti pensare alle difficoltà nell’assegnazione delle malghe e le possibili ripercussioni negative sul turismo. Comunque, per il presidente delle Asuc tutti i grandi carnivori andrebbero gestiti e contenuti nel numero.
Lo scario della Magnifica Comunità di Fiemme, Mauro Gilmozzi, ha condiviso la posizione di Brugger e ha specificato che la Comunità è favorevole agli abbattimenti quando necessari, ma ha posto l’accento sulle azioni di prevenzione. Decisivo anche per Gilmozzi determinare il carico sopportabile dei grandi carnivori. Serve comunque, prevenzione, informazione e tecnologie per la gestione di questi animali che richiedono anche un’ azione di educazione della popolazione. La questione carnivori, ha aggiunto Gilmozzi, va comunque affrontata in modo tecnico – scientifico e non politico. Sul ddl, visto che l’abbattimento dei giorni scorsi è stato fatto con la norma in vigore, forse non c’era l’urgenza di una nuova legge che comunque la Magnifica condivide nei principi. Gilmozzi ha auspicato, infine, un’azione anche nei confronti dei lupi, la cui popolazione va studiata.
Gli ambientalisti: Ddl da bocciare. Attorno a questa vicenda troppa violenza
Franco Tessadri di Mountain Wilderness ha affermato che si deve trovare una gestione più pacata dei grandi carnivori, perché c’è troppa suggestione e tante cose che si devono fare passano in secondo piano. Si deve investire sulla cultura e la ricerca evitando le semplificazioni.
Marco Ianes del Comitato Bearsandothers ha espresso un no deciso al ddl perché l’abbattimento di 8 capi è un’ assurda crudeltà . Va ristabilito il dialogo con tutti i portatori di interesse, compresi gli scienziati per giungere ad una convivenza con l’orso. Infine, ha preso le distanze dalla violenza che accompagna questo tema: condanna per le minacce a Fugatti ma ha ricordato che anche gli ambientalisti subiscono violenza.
Sergio Merz della Lipu ha espresso il no al ddl Failoni che, secondo lui, peggiora la legge Rossi. Gli abbattimenti prima erano previsti solo se in presenza di orsi pericolosi ora basta che siano confidenti e si può sparare. Gli orsi confidenti, inoltre, ha ricordato l’esponente Lipu, sono il frutto di comportamenti errati da parti degli uomini, Assurda per il presidente Lipu stabilire per legge il numero di 8 abbattimenti.
Fernando Boso di Lega Ambiente ha affermato che per l’associazione l’abbattimento di M – 90 è una sconfitta e lancia un appello al ministro per la tutela degli animali selvatici che sono sempre più minacciati. Il percorso che ha portato all’abbattimento di M – 90, ha sottolineato, è passato attraverso il rafforzamento della conflittualità e rappresenta una svolta nella gestione della fauna.
Simone Stefani della Lav ha detto che non ci sono più spazi di dialogo con la Giunta dopo che l’assessora Zanotelli ha chiuso il tavolo dei portatori di interesse. Quindi, gli ambientalisti parlano solo nei media o attraverso le carte bollate anche se l’esempio di M – 90 dimostra che non funziona più nemmeno queste. Le proposte Lav sono state serie e soprattutto innovative sul tema della prevenzione. Il ddl è dettato da motivi politici, mentre se si vuole dare sicurezza ai territori si devono mettere in campo attività di prevenzione.
Luca Lombardini della Lega nazionale difesa del cane ha detto di auspicare che la politica abbia valutato in scienza e coscienza ciò che questa legge provocherà .
Ivana Sandri, presidente dell’Enpa ha detto di capire la paura della gente trentina, ma quando la paura supera la realtà si entra nella patologia. Questo ddl assomiglia molto ad una norma legata alla caccia e non alla gestione dell’orso.
Ornella Dorigatti presidente Bearsandothers ha chiesto di spegnere i toni che sono da tempo troppi accesi e ha detto che non serve creare terrore e paura. La politica dovrebbe essere mediatrice invece di far crescere le tensioni e ha ricordato che ben 7 orsi sono stati trovati morti e non si conosce ancora il motivo.






