„Ricordare un uomo che muore è come lasciarlo ancorato ai luoghi dove ha camminato, dove ha visto e sentito l’ultimo respiro della terra.
Ogni passo è un uomo e ogni uomo è un passo che riecheggia con forza, senza limiti di lingua, abitudini, cultura, condizione sociale.
Nell’isola dell’Asinara migliaia di passi sono rimasti impressi nella sabbia e oggi sono nel vento … Il vento conserva ogni passo e lo rende parte di ogni angolo sperduto della sua terra. La bellezza e il vento sono gli unici custodi delle vite passate nella sua storia. Camminandoci dentro si possono riscoprire storie di uomini nel loro tormento, oppure la gioia di un attimo, dentro quelle smisurate solitudini.
I 20 mila passi sono arrivati da terre lontane e parlano lingue diverse. Portano, visibili, i segni della storia, perché conservano il dramma di chi ha visto e ha portato con sé la tragicità di quel momento … il mare li ha condotti in questo lontano angolo di terra sperduta. Qualcuno si è perso, e ora è acqua nell’acqua, mai più ritornato. Le lacrime di mamme e bambini non sono servite a guarire le piaghe. Ombre ormai scure, sono perdute in oceani profondi, tra delfini e balene. Cullati da onde di mari agitati, ora dormono sonni eterni, soli senza nessuno!“







