von mas 12.10.2023 06:45 Uhr

Briciole di Memoria: La festa della nostra unione all’Italia

Il 10 ottobre 1920, giorno dell’entrata in vigore del decreto di annessione del Tirolo Meridionale all’Italia, era domenica.  Ecco la cronaca che il giornale degasperiano „Il nuovo Trentino“  fa  di quella „giornata di festa“

La prima pagina del giornale "Il nuovo Trentino" - diretto da Alcide Degasperi - del 11 ottobre 1920

La Vigilia

Già nel meriggio della vigilia,  Trento era veramente la „città tricolore“, che ogni casa, ogni finestra, ogni balcone e fino nelle viuzze più anguste e meno frequentate,  aveva la sua bandiera bianca,rossa e verde e i suoi festoni di verzura e i suoi damaschi …

Verso sera e precisamente poco prima delle 17, rispondendo con unanime slancio all’appello dek comitato per le feste, la cittadinanza si riversò a frotte nella piazza della stazione per ricevervi le annunziate rappresentanze del Senato e della Camera. Fuori sulla piazza dinanzi all’edificio stesso della stazione ferroviaria, attendevano un drappello di carabinieri a cavallo in grigio verde, mentre all‘ interno sotto la tettoia s’erano radunate le autorità e le rappresentanze: il vescovo,  l’onorevole Credaro, il sindaco con la giunta e molti consiglieri del comune,  i senatori Conci e  Tambosi e parecchi ex deputati,  il prefetto,  i generali De Albertis, Pecori Giraldi e  Tagliaferri, i capi dei vari dicasteri cittadini, i rappresentanti di molte associazioni, il comitato delle feste al completo, la fanfara del 18° fanteria, la banda comunale.

Pochi minuti dopo le 17 il treno entrò in stazione: le musiche intonano la Marcia Reale, scoppiano molti applausi e le rappresentanze del Parlamento, precedute dai rispettivi valletti nella caratteristiche divise, scendono  (..) Le autorità, passando dinanzi al monumento a Dante, tra due fitte ali di folla plaudaente, si avvano verso l’Hotel Trento.

 

 

La cerimonia storica in Piazza del Duomo

Fino dalle 9 piazza del Duomo è piena strapiena: le tribune costruite a ridosso del così detto palazzo pretorio, rigurgitano, specie di signore e signorine che, profitando dellea termperatura mite, nononstnte l’inclemenza del tempo, sfoggiano per un’ultima volta, prima che venga la cattiva stagione.

C’è folla ai balconi e alle finestre tutti adorni di bandiere e di damaschi; c’è folla su e su per tutta la bella fontana del Nettuno che, per l’occasione, è senza acqua; perfino sul campanile del Duomo c’è gente, gente chiassosa (…)  Ad un tratto, ecco suona a distesa la campana della torre cittadina; lì presso, nel Duomo, che par preso da nuova vita anch’esso, e che rigurgita anch’esso di gente, si canta il Te Deum. Si ringrazia Dio per il grande fatto compiuto.

Celebra il Vescovo; vi assistono tutte le autorità, capeggiate dal ministro on. Peano. La funzione religiosa  è breve, in un attimo il tempio sfolla, le autorità prendono posto nella tribuna centrale per la cerimonia civile.

La lettura del decreto d'annessione

E‘ il sindaco di Trento, senatore Zippel, il quale salutato il „giorno solenne che corona tanta copia di ardenti aspirazioni e di gloriosi avvenimenti colla sanzione dell’indefettibile volontà nazionale di tutti gli italiani“, legge il decreto di annessione e il saluto che appunto nell’occasione dell’annessione il Re ha inviato alla Venezia Tridentina,  e dopo un caldo saluto fraterno alla Venezia Giulia, a Fiume e alla Dalmazia che ancora soffrono per „un più perfetto compimetno della eroica gesta del nostro risorgimento nazionale“, termina inneggiando all’Italia e al Re.  Particolari applausi hanno sottolienata la lettura dell’articolo terzo del decreto, il quale dice „I territori attribuiti all’Italia con questo trattato e con gli altri successivi, fanno parte integrante del Regno d’Italia“.

Vivissime acclamazioni hanno accompagnato il saluto a Trieste, a Fiume e alla Dalmazia.

 

Il saluto della Camera

Parla quindi con vivace foga oratoria, l’onorevole Berenini, già ministro dell’Istruzione ed ora vicepresidente della camera dei deputati di cui porta ai cittadini di Trento il saluto.

Egli rievoca la nostra lunga attesa e il contributo che il Trentino diede all’ultima grande guerra, guerra, egli dice, fatta non per conquistare possessi altrui, ma per riavere ciò che di diritto ci spettava, non solo, ma per la liberazione di tutti gli oppressi, poichè al di sopra della grande idealità nazionale c’è la pià vasta e nobile idealità umana. Rievoca la figura di Cesare Battisti, in cui gli pare di veder compendiate queste due grandi idealità-

La parola al rappresentante del governo

E‘ un grande onore il rappresentare oggi il Governo in questa funzione solette indetta per festeggiare l’annessone della Venezia Tridentina all’Italia. E‘ questo l’atto conclusivo di tanti sacrifici, di tante lotte, di tanti eroismi che oggi sono coronati con la realizzazione di quelle speranze (…) Il Trentino ha ben meritato quest’ora di gioia dopo tanto martirio. Già nel 1866 arrise a questa terra la speranza di esser congiunga alla madre patria!   (…)

Orbene, i nuovi popoli che sono compresi dei confini d’Italia, necessari alla sua sicurezza anche se diverso è il loro idioma, non sono popoli da noi conquistati, ma sono da noi considerati come fratelli, perchè è nostro intendimento di rispettare tutte le autonomie e di seguitare la tradizione del genio italino, che non ha mai imposto la vittoria ma ha sempre affratellato i suoi popoli.

Il Governo cercherà di pronuovere il benessere di tutte queste popolazioni, favorendo le comunicazioni ferroviarie e col mettere in valore le immense ricchezze che qui sono racchiuse, specialmente le foreste, le miniere, le forze idrauliche, sorgenti di grande progresso per tutta la regione.  Col concorso dei vostri rappresentanti nel Parlamento, io non dubito che leggi savie e previggenti saranno date per armonizzare la legislazione dei due paesi.

L'Inno di Mameli

Terminati i discorsi, tutti vivametne applauditi, le bande – Pergine, Levico, Rovereto, Villazzano, Trento – intonano la marcia reale, quindi, accompagnato dalla banda comunale, il coro cittadino – coro misto di uominie donne, di bellissime effetto, intona l’Inno di Mameli. La folla scoppia in grandi grida di evviva, i fazzoletti si agitano in aria mille a mille, dalla Torre la Renga riprende a suonare a distesa, mentre dal Doss Trento tuonano ininterrotte le artiglierie.

E‘ uno spettacolo magnifico, commovente, cui è mancata tuttavia qualche cosa: l’arrivo della squadra aerea – a causa del cattivo tempo – la quale doveva gettare sulla città a mille a mille cartellini multicolori di saluto e di augurio.

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