Camminando – Alta Via del Granito / Terza Parte

La vetta è la meta che ogni escursionista si pone quando si mette in cammino. Il suo obiettivo è spesso e volentieri il punto più alto della montagna di cui sta calpestando la roccia; ogni sforzo, ogni profondo respiro, ogni passo è orientato verso l’ascesa alla cima, il punto in cui la Terra sembra toccare il Cielo, e il grigio petroso si mescola al blu rarefatto.
Raggiungere Cima D’Asta è uno di quegli obiettivi che, una volta raggiunti, appagano l’escursionista di esaltante soddisfazione. Il sentiero alpinistico che conduce alla croce viene percorso con trepidazione; si procede dal Rifugio O. Brentari quando il cielo è ancora immerso nell’ora blu del mattino e si sale, tra i massi granitici che incorniciano il Lago di Cima D’Asta seguendo la segnaletica bianca e rossa che come una guida silenziosa passo dopo passo, massiccio dopo massiccio consente di scavallare oltre la prima parete rocciosa.
Qui l’escursionista, tra i primi bagliori dell’alba, intravede lo spazio che si apre oltre il massiccio montuoso di Cima D’Asta, e osserva le frastagliate catene montuose che come in un quadro si contendono lo spazio dell’orizzonte, laddove il sole sta per sorgere.
Ma l’ascesa non è ancora terminata. L’escursionista ha una meta da raggiungere: quella croce che si staglia tra la roccia e il cielo, quel segnale di confine tra il concreto e l’impalpabile. Prosegue dunque la sua ascesa e in una serpentina di roccia, scalino dopo scalino, mentre il calore del sole ormai scalda la schiena sudata di faticosa salita, raggiunge Cima D’Asta.
Lo sguardo si solleva da Terra e si inebria di vertiginose pareti rocciose, Terra e Cielo, blu e oro del mattino.
In quell’attimo di respiro, nella pace dell’alba, l’escursionista appaga la sua sete di libertà , di armonia con la natura, si appropria di quella sensazione di benessere che, nella traversata dell’Alta Via del Granito, ha posticipato, per renderla ancora più soddisfacente e orgogliosamente appagante.
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