Camminando – L’Alta via del Granito/ Seconda parte

I laghi della Val d’Inferno, sono un luogo suggestivo, dove l’eco della letteratura si fa spazio tra le rocce e gli arbusti, e le rime dantesche accompagnano il risveglio dell’escursionista che da lì procede oltre, incalzato dal tempo atmosferico che, come un Virgilio, sprona ad andare avanti lungo il cammino, in ascensione verso la cima.Â
Le nubi all’orizzonte minacciano pioggia e per questo, in virtù della lunghezza del percorso che conduce fino a Cima D’Asta , l’escursionista si incammina di buon mattino lungo il sentiero che dai laghi conduce alle Buse Todesche (sentiero n.360).Â
Qui  si inerpica dove l’eco della guerra alterna lo stridio delle grida di dolore al silenzio ovattato delle bombe scoppiate. L’escursionista, nella riflessione del proprio passato, come un Dante sopraffatto dallo scenario dei gironi infernali, si lascia alle spalle il paesaggio roccioso e a tratti desolato per raggiungere, attraverso il sentiero n.373, Forcella Magna.Â
La pioggia si fa battente e incalza l’escursionista a scalare gli ultimi, faticosi tratti di sentiero ( n.380; n.380 B), una serpentina dal dislivello importante che sfocia poi in roccioso sentiero tra le pietraie e i lastroni che annunciano l’arrivo alla meta: il Rifugio O. Brentari.Â
L’escursionista trova, quindi, riparo presso il rifugio Cima D’Asta, mentre la nebbia e la pioggia imperversano senza sosta nella vallata montuosa. Non resta che rimandare l’ascesa alla cima al giorno successivo, perché non solo è necessaria la preparazione fisica e psicologica del camminatore, ma anche e non da ultimo è fondamentale che la montagna sia favorevole e concorde all’essere scalata.Â






