von Vanessa Pacher 23.05.2020 11:45 Uhr

La voce degli insegnanti in tempo di Covid-19

Voci dalla scuola – Lo scandalo della promozione indiscriminata

Come riportato dall’articolo di Unsertirol24 di poche ore fa relativo alla scuola (link: LA VALUTAZIONE DEGLI STUDENTI) la Giunta Provinciale a quanto pare, più o meno convintamente, ha stabilito di seguire la linea del Governo. Una linea che pesa primariamente sui soggetti che fanno parte in prima persona della scuola, ossia gli studenti, costretti a vivere incertezze e prese di posizione di cui sembra si tene poco conto delle conseguenze; e sugli insegnanti di cui riportiamo la testimonianza.

 

Voci dalla scuola – Lo scandalo della promozione indiscriminata

Che dire, quando la scuola viene organizzata e gestita da chi non ci ha mai messo piede, se non nel periodo di formazione scolastica, i risultati non possono che essere imbarazzanti. Perché è evidente, le decisioni prese in questo periodo di quarantena rasentano il paradossale. Tutti promossi, senza alcun tipo di discriminante. Certo, si parla di un probabile recupero l’anno successivo, ma quanto durerà questo presunto recupero da parte di studenti che l’anno scolastico precedente (e non si parla solamente degli ultimi 3 mesi ma di un intero anno scolastico in frequenza) non hanno acquisito le conoscenze e le competenze minime e sufficienti per affrontare il successivo anno?

Sarà un anno scolastico all’insegna di lezioni di ripasso, di recupero, di imbarazzanti tentativi di far acquisire in poche settimane ciò che è previsto uno studente apprenda in un intero percorso scolastico annuale. O sarà invece un nuovo anno scolastico in cui tutti, senza discriminazione, saranno costretti ad affrontare argomenti e concetti già trattati, già studiati nel periodo della didattica a distanza (Dad) , ma che con il nuovo anno scolastico dovranno essere nuovamente ripresi perché molti aspetti non sono stati compresi, o meglio chi non li ha acquisiti per qualsivoglia problema ha necessità di rimettersi al pari con i compagni. E quindi, a che cosa sono serviti i mesi di DAD? Quale riconoscimento a tutti gli studenti che con impegno e dedizione hanno concesso il loro tempo alla DAD, mettendosi in gioco ogni giorno con strumenti nuovi, con una realtà mai prima incontrata, connessi davanti al PC per ore, dimostrando interesse e maturità come nella didattica in presenza? A questi studenti non è garantito nulla. Nessun riconoscimento, anzi una costante frustrazione di non veder gratificato il proprio impegno, in poche parole vedranno con chiarezza disarmante che nel luogo in cui viene predicata la meritocrazia essa viene vanificata. Questa promozione indiscriminata non è altro che un sei politico mascherato, un sei politico tanto aberrato da chi è al vertice e che al suo posto ha tentato di proporre delle alternative che molto distanti non sono.

La promozione garantita a tutti, perdipiù dichiarata all’inizio della didattica a distanza, non dimostra altro se non le gravi mancanze che sussistono nel  sistema scolastico italiano, in cui si predica un tipo di inclusione che ne esclude altrettante, ed in cui non esiste la meritocrazia.

Tale tipo di decisione avrà delle conseguenze non indifferenti. Studenti completamente privi di competenze passeranno all’anno successivo, felicemente grati di una promozione che non ha fatto altro che porli nella condizione di non essere in grado di affrontare il nuovo anno; alunni impegnati ed interessati, competenti e capaci, coglieranno forte e chiaro il messaggio che non è necessario impegnarsi per trascorrere indenni gli anni scolastici, perché è inutile creare fronzoli o barocche ideologie pedagogiche attorno alla scuola e alla motivazione scolastica: la maggior parte degli studenti cerca di impegnarsi il minimo indispensabile, ciò che conta realmente è il voto, e se è sufficiente è già abbastanza.

Pertanto le decisioni che ora, al vertice, si sono prese, non faranno che ridurre ulteriormente quel livello di studio e di impegno già basso e straordinariamente precario che oggi ritroviamo fra i banchi delle nostre scuole.

 

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