Briciole di Memoria 162: 1866, la battaglia di Lissa – 2° parte

Dopo la PRIMA PARTE, pubblicata la settimana scorsa, continua il racconto della Battaglia di Lissa.
Non va dimenticato un glorioso episodio che permise a Nicolò Karkovic, dalmata dell’isola di Lessina, di essere insignito di Medaglia d’oro al valore militare. Nella catastrofe della nave corazzata da battaglia italiana Palestro quando il Ferdinnd Max la investì e gli spezzò il picco della randa di mezzana il tricolore stava per cadere in mare, il Contrommiraglio Tegetthoff, dal ponte di comando, con la sua voce tonante gridò: „Chi è l’animoso che vada a prendere quella Bandiera?“.
Il timoniere Nicolò Karkovic si lanciò a prora, si afferrò al bompresso della sua nave e giunse a strappare la bandiera nemica mentre dalla coperta della Palestro veniva fatto bersaglio da una grandine di proiettili che fortunatamente non lo colpirono. Il glorioso trofeo fu poi inalberato sul cassero del Ferdinand Max. Per questo atto oltre alla medaglia d’oro gli fu attribuito uno speciale decreto di lode.
Voglio qui anche ricordare il timoniere di Seconda Classe Vincenzo Vianello, detto Gratton di Pellestrina-Venezia pure lui decorato con Medaglia d’oro perché, nonostante fosse stato leggermente ferito, subito dopo la morte del timoniere Capo Lenaz e in seguito al contemporaneo ferimento del timoniere di Prima Classe Pinduli, prese il timone della nave e, soprattutto durante lo speronamento della fregata corazzata nemica, ha trepidamente manovrato, eseguendo al momento giusto gli ordini del Contoammiraglio von Petz. Con il suo comportamento ha dimostrato audacia, sangue freddo e coraggio rari.
Non va dimenticato neppure Tommaso Giuseppe Penzo, pure lui insignito di Medaglia d’oro, viene indicato come „Veneto, cattolico, celibe, di professione marinaio.“ A proporlo per la Medaglia d’oro fu lo stesso Tegetthoff, indicandolo al primo posto di un lungo elenco di valorosi .Nella proposta si sottolineava che il Penso aveva già ottenuto una Medaglia d’argento di seconda classe e una Croce d’argento per meriti speciali. La motivazione della Medaglia d’oro dice che Tommaso G. Penzo „Rimase impavido al suo posto sotto una pioggia di proiettili, eseguendo tutti gli ordini con sommo sangue freddo.“
In più va ricordato che sembra fu proprio al Penzo, che Tegetthoff, quando scorse in lontananza la flotta da guerra italiana diede l’ormai famoso ordine, che riporto con le testuali sue parole: „Daghe dosso, Nino, che la ciapemo“
Dopo la sconfitta italiana di Lissa e di Custoza, Napoleone III, Imperatore dei francesi disse riferendosi agli italiani: “ANCORA UNA SCONFITTA E MI CHIEDERANNO PARIGI”
Per ultimo, qui riporto, la frase detta dal Controammiraglio Guglielmo di Tegethoff-Wilhelm von Tegetthoff, quando vincitore stava rientrando nel porto di Pola: „Oggi uomini di ferro su navi di legno hanno vinto uomini di legno su navi di ferro“
Forse è proprio per questo che si riuscì a vincere questa impari battaglia.
Bibliografia:
Ettore Beggiato „Lissa, l’ultima vittoria della Serenissima 20 luglio 1866“ Pag.16-34-35-39-41-43-44-45-51-65-67
Mario Costa Cardol „Ingovernabili da Torino“Pag. 349
Scotti G.“Lissa 1866“ Trieste 2004






