von mas 06.04.2020 19:42 Uhr

Tradizioni familiari per la Pasqua

Con Roberto Bazzanella, alla ri-scoperta di tradizioni, usanze, credenze popolari del Tirolo. 

In questi tempi di Coronavirus, le tradizioni famigliari hanno l’occasione di poter riemergere in tutta la loro semplicità ed importanza.  La Settimana Santa vedeva, anche ai tempi dei “nostri vecchi” sulle Alpi orientali, tanti e tanti segni che caratterizzavano ogni giornata, fino alla Solennità della Pasqua.

Ecco le principali tradizioni famigliari della Settimana Santa e della Pasqua con qualche suggerimento e rivisitazione per questa particolare contingenza “Coronavirus”

 

MARTEDI’ SANTO
La “fugàcia” è una focaccia pasquale dolce che viene preparata il martedì santo, facendola lievitare più volte prima di metterla in forno, e ponendo sulla sommità, come tocco finale, tre “balòte” che sono la delizia dei più piccoli. La “fugàcia” viene poi consumata il Sabato Santo, al suono del Gloria pasquale o dopo la Veglia, e quindi il giorno di Pasqua. Una variante della “fugacia” prevede il posizionamento di un uovo al centro con sopra due strisce di pasta.

LE UOVA DELLA SETTIMANA SANTA
Durante la Settimana Santa si preparano le uova per la Pasqua. Esse vengono bollite insieme a scorze di cipolla rossa (per chi le ha conservate), per dare un colore rosso lucido, o nelle foglie di edera, per dare un colore verde, o fiori di tarassaco (dent de cagn) per dare un colore giallo: i più fortunati, possono trovare qualcuno di questi “ingredienti” nel giardino o cortile di casa. Le uova vengono poi poste in un cestino per utilizzarle nel giorno della Pasqua.

IL GIOVEDI’ SANTO COL BUCATO, LE PULIZIE E I BRONZINI
La settimana santa al giovedì santo in casa si fa la “bugàda”, ossìa le pulizie di primavera in vista della Pasqua. Si lavano le lenzuola più pesanti e gli abiti invernali e si preparano quelli estivi, si rigovernano tutti gli utensili di casa, ferri, rami, bronzi, peltri, mobili, tappeti, e tutto deve essere lindo e pulito. Solo con le padelle e recipienti lavati e lucidati il Giovedì santo si può cucinare il pranzo di Pasqua. Alla sera, per la Messa del giovedì, ai piccoli della famiglie viene consegnato un campanellino “bronzìn”, che si potrà suonare all’inizio del canto solenne del Gloria: in questo 2020 si possono ascoltare suonare le campane a distesa da lontano e unirsi ad esse col “bronzin” o campanello dalla finestra o poggiolo di casa.

IL VENERDI’ CON “I TRASPARENTI” E LE BATOLE
In famiglia il venerdì santo è giorno di digiuno e di astinenza. I bambini e ragazzi di casa, muniti di una raganella, in dialetto “bàtola” o “renèla”, escono di casa a mezzogiorno “el Mèzdì”, alle tre “El Vendro”, e prima della funzione “Ensèma”: in questo 2020 questo rito non è fatto per le strade, ma si può ugualmente uscire sul poggiolo o alla finestra nei tre momenti della giornata. Se la famiglia non ha una raganella, potrà battere con un mestolo su un tagliere, o battere con due mestoli. Le raganelle sostituiscono il suono delle campane dal Gloria del Giovedì Santo fino al Gloria del Sabato Santo.

Non si può usare acqua bollente oggi, per non ustionare i piedi di Cristo morto, e le pulizie sono proibite. Per tutta la giornata in casa si lavora per la realizzazione dei “trasparenti”, disegni e figure della passione di Gesù, ritagliate nel cartoncino nero, integrato poi da fogli di carta velina colorata, e posti alle finestre: accendendo la luce delle finestre la sera, dopo il tramonto, lo spettacolo dall’esterno è assicurato.

“FAR LA GLORIA” DEL SABATO SANTO
Oggi è tradizione tener pronto in casa un bicchiere di vino bianco o di acqua. Al suono delle campane del “Gloria” alla sera (un tempo avveniva al mattino), ci si bagna gli occhi col vino o con l’acqua recitando un “Gloria Patri”: come Cristo dalle tenebre è tornato alla luce, così si sarà preservati dalla cecità. Trovandosi in casa in quel momento, i più grandi salutano la Resurrezione del Cristo bevendo del vino bianco fresco, e accompagnando il tutto con alcune fette della “fugàcia” preparata il Martedì Santo o pane e lucanica: il digiuno è finito. Durante la giornata del sabato, per chi ha piante in giardino o sul balcone o in casa, i più piccoli della famiglia potranno batterle con un bastoncino, così da renderle fruttifere o farle crescere meglio. Sempre col nostro campanellino, o “bronzìn”, al suono delle campane alla sera all’inizio del solenne canto del Gloria in chiesa, si potrà suonarlo alla finestra o in casa.

 

LA SANTA PASQUA
Oggi, durante la Messa che ci arriva in casa grazie ai mezzi di comunicazione, si potranno avere davanti uova oppure acqua per una benedizione. Dopo la Messa in casa si consuma la “fugàcia” preparata il Martedì Santo, riservando le tre “balòte” ai più piccoli. A mezzogiorno a tavola, prima del pranzo, il capofamiglia dice qualche parola sulla Pasqua, quindi passa a tutti i presenti un bicchierino con l’acqua santa (oppure vino bianco) che deve essere posta sulle palpebre con un piccolo segno di croce, per vedere così con verità il Cristo veramente risorto, infine devotamente ci si segna invocando benedizione sulla famiglia.

La mattina o il pomeriggio è d’obbligo per la famiglia il gioco con le uova. Nel 2020 è difficile per chi non ha un giardino il “tiràr a i övi”: l’uovo sodo è posto a debita distanza, e i partecipanti a turno tentano di colpirlo lanciando una moneta. Chi vi riesce ha vinto l’uovo, ma per riuscirvi la moneta deve rimanere nell’uovo anche prendendolo e rovesciandolo. Le uova vinte sono poi preparate in insalata per la cena della sera della Pasqua.

Gioco d’obbligo a Pasqua e fattibile anche in questo 2020 è il “pechenàr” detto anche “scoccetta”, che può esser fatta in casa, e consistente nell’impugnare un uovo con una mano lasciando libera solo la parte terminale, definita “ponta” o “cul” e percuotendola contro quella rispettiva dell’avversario. Alcuni, dopo questi tentativi passa al “ponta contro cul” e viceversa, e si tenta anche il “pancia contra pancia”. Vince chi riesce a mantenere l’uovo il più possibile intatto.

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