Dalla cronaca sudtirolese: 29 dicembre 1962

Per „mancanza di prove“, il 29 dicembre del 1962 dieci sudtirolesi furono rilasciati dopo un anno e mezzo di custodia cautelare. Si trattava di: Wendelin Pfitscher (Schlanders), Eduard Schönthaler (Schlanders), Paul Zangerle (Eyrs), Franz Ambach (Kaltern), Paul Gamper (Vahrn), Christoph, Georg e Johann Thaler (Sarnthein), Adolf Pomella (Kurtatsch) e Josef Orian (Kurtatsch). Inoltre, furono rilasciati i due informatori dei Carabinieri Josef Selm (Lana) e Anton Stötter (Repubblica Federale di Germania), responsabili dell’arresto di numerosi sudtirolesi. Era ancora pendente una richiesta di estradizione da parte della Repubblica Federale di Germania per reati penali nei confronti di Stötter, sulla quale l’Italia non aveva ancora preso una decisione. I metodi utilizzati per incriminare i sudtirolesi ora rilasciati possono essere illustrati da alcuni esempi. Ecco come vennero ottenute le „confessioni“: Rapporto sulle torture di Johann Thaler: vedi 12 agosto 1961. Dal rapporto di Josef Orian di Kurtatsch: “Non appena i carabinieri di Kurtatsch mi portarono fuori dal cortile con la loro jeep, mi colpirono in faccia a pugni senza chiedere né dire una parola. Il sangue mi colava dal naso e dalla bocca. Un carabiniere imprecò perché la macchina veniva sporcata. Una volta in caserma, mi picchiarono fino a farmi perdere i sensi. Con i pugni, con il manico di un battipanni… Mi sputarono in faccia più e più volte, e nel farlo dovetti accovacciarmi e gridare: ‚Viva l’Italia – abbasso l’Alto Adige, viva l’Italia – abbasso gli Schützen!'“. Un agente dei Carabinieri è poi entrato nella latrina e ha sporcato di calcare un uncino di ferro spesso un dito, lungo circa 60 cm. Ho dovuto tenere questa punta sporca e ricurva, rivolta verso l’alto, in bocca e fare di nuovo le accovacciate, e sono stato ripetutamente preso a pugni e calci. Hanno minacciato di schiacciarmi lo scroto. Sono stato ustionato su labbra, naso e palpebre con una sigaretta. Durante la notte – ero sdraiato sul pavimento – l’agente dei Carabinieri si è masturbato accanto a me. Mi vergogno a dirlo, ma ho sentito i rumori abbastanza chiaramente; non potevo girarmi. Sono stato strangolato con una cintura e contemporaneamente colpito all’addome. Sono stati coinvolti quattro Carabinieri. Carcere di Trento, senza data.
(Carcere di Trento, senza data) Dal rapporto di Adolf Pomella di Kurtatsch: Genitali ustionati con un accendino. „Ho ricevuto numerosi colpi al viso, alla testa e Tutto il corpo, compresi stomaco, addome, ascelle, ecc. Inginocchiato con la testa abbassata, fui colpito al collo. Il risultato fu forte mal di testa che durò per molte settimane. Fui anche colpito alla testa con un caricatore di pistola fino a frantumarlo. Fui colpito alla testa e al viso con un manico di scopa, un mestolo e una fondina per pistola… Mi minacciarono e promisero di legarmi i genitali con dello spago; avevano già lo spago pronto. Fui ustionato al naso, all’avambraccio e ai genitali con una sigaretta accesa. Mi si formò una vescica sul braccio. I miei genitali furono anche ustionati con un accendino acceso e dei fiammiferi… Il mio dito medio destro fu schiacciato con delle pinze fino a far schizzare fuori il sangue… Un mitra era carico davanti a me e dissero che stavano per spararmi.“ „Sparate…“ Carcere di Trento, 11 novembre 1961.
Dal rapporto di Paul Gamper da Vahrn: “A un uomo fu versato dell’acido in bocca e nel naso con una ferita aperta. timpano, che poi è entrato nelle sue vie respiratorie e lo ha fatto soffocare, oppure gli è stato sputato in bocca e poi spazzato via con uno spazzolone. È stato costretto a stare in piedi ininterrottamente per 80 ore, a volte sotto una lampada accecante… scosse elettriche e strappati i capelli dai genitali. Danni ai reni, 3-4 giorni di trasfusione di sangue, e Haaer è qui con il timpano rotto, con gravi problemi alla vista (abbagliamento delle lampade) …“ Carcere di Bolzano, 10 novembre 1961.
Dal rapporto di Paul Zangerle di Eyrs: “Sono stato maltrattato per 30 ore e costretto a stare sull’attenti… senza cibo né bevande. Durante queste 28-30 ore di agonia, sono stato chiamato via due volte da un agente dei Carabinieri in borghese che mi ha preso a pugni in faccia e a calci. Quando ero debole e riuscivo a malapena a stare fermo, mi hanno pestato i piedi o mi hanno calpestato le dita con il calcio di un fucile. Infine, due agenti in borghese mi hanno portato fuori una terza volta. Uno di loro mi ha preso di nuovo a calci e pugni in faccia, l’altro mi ha picchiato al petto… Poi mi hanno fatto stare davanti a un riflettore; non so per quanto tempo. Alla fine, ho quasi perso conoscenza, e così ho firmato tutto quello che mi è stato messo davanti. Il 15 luglio 1961 sono stato portato al carcere di Bolzano, dove mi trovo ancora oggi. „Non sono a conoscenza di alcuna colpa, non ho mai posseduto esplosivi o altre armi, e non ho mai commesso alcun reato.“
Carcere di Bozen, senza data. (Tutti i resoconti sulle torture provengono da: Walla, Max [a cura di]: „La violazione della dignità umana in Südtirol„. Una documentazione delle torture subite dai prigionieri politici sudtirolesi da parte della polizia italiana. Pubblicazioni del Gruppo di lavoro di Mondsee, Vol. 3, Mondsee, ristampato dalla „Compagnia degli ex combattenti per la libertà del Südtirol „, edito da Buchdienst Südtirol, Norimberga.)
Grazie a Roland Lang per aver fornito a Flavio Pedrotti Móser il volume CHRONIK SŰDTIROL dal quale è stata tratta la preziosa testimonianza dei patrioti sudtirolesi torturati nelle carceri italiane.






