Un libro al mese: „Land Friûl“ – 4°

Lingue e identità in Friuli
Le principali isole linguistiche della Regione includono la comunità slovena nella zona del Carso e nel triestino, la comuntà tedesca nell’area di Tarvisio e la comunità friulana nel resto del territorio.
Il Resiano: lingua o dialetto? -Il resiano rappresenta un idioma che ancora mantiene il carattere di dialetto e non è stato ufficialmente riconosciuto come lingua ufficiale. La Val Resia è l’habitat endemico di questo idioma; questa valle ha mantenuto un isolamento significativo rispetto al resto del mondo sloveno dal punto di vista culturale e nazionale. La parlata predominante utilizzata dai resiani è il loro idioma locale, seguito dallo sloveno e dall’italiano. Il Resiano è classificato come a rischio: il numero limitato di locutori contribuisce alla sua situazione di vulnerabilità.
La cultura slovena ha radici nell’Alto Medioevo; gli sloveni convivono da secoli con la comunità friulana, e sono culturalmente radicati nella tradizione slava, fatta eccezione della Benecija Slovenija, dove condividono una vicinanza culturale con il mondo austriaco. Durante il periodo fascista, la componente slovena subì un decremento a causa dell’italianizzazione forzata (…) La comunità linguistica resiana e delle varianti linguistiche delle Valli del Naisono, del Torre e dellaVal Canale hanno un passato difficile … dopo essere stata inclusa nel Regno d’Italia nel 1866, questa Regione è stata privata dei benefici dell’istruzione primaria in lingua slovena, come previsto invece dalla legislazione asburgica. Oggi la situazione presenta problematiche legate alla mancana di una pianificazione e coordinamento adeguati per finanziare progetti volti alla tutela della lingua e della cultura slovena.
Le isole germanofone: minoranze germanofono sono riscontrabili a Sappada, Sauris e Timau, così come nella Valcanale.
La Valcanale – Kanaltal fino alla prima guerra mondiale faceva parte dell’Impero Austriaco e il tedesco era la lingua ufficiale predominante. Dopo il conflitto, con il Trattato di Saint Germain del 1919, il territorio fu annesso all’Italia, portando alla coesistenza di tre lingue: tedesco, sloveno e italiano. Ancora oggi l’area preserva la preziosa diversità linguistica e culturale, grazie alla popolazione che si adopera instancabilmente per mantenere vive le proprie espressioni nelle lingue originarie.
Sappada – Plodn è una caratteristica località turistica che cona circa 1300 abitanti Le sue radici culturali affondano in antichissime origini, provenienti dall’Austria. La parlata sappadina, risalente a oltre mille anni fa, si è mantenuta nel tempo.
Sauris – Zahre, con circa 400 abitanti, ha una storia legata alle migrazioni dalla Carinzia. Assieme a Timau – Tschibong, ha visto il progressivo indebolimento della propria cultura a causa dell’influsso italiano.
Le tradizioni e la cultura delle isole germanofone vengono preservate tramite associazioni culturali e gruppi folcloristici che promuovono attività legate alla lingua, al costume tradizionale e alle celebrazioni locali. Le istituzioni storiche delle isole germanofone, come gli Schützen o i Corpi dei Pompieri Volontari, hanno contribuito a delineare l’identità di queste comunità … La data di fondazione degli Schützen di Tarvisio non è certa, ma si sa che la prima bandiera del corpo venne realizzata nel 1797 durante le battaglie contro i Francesi; una nuova bandiera fu inaugurata e benedetta nel Duomo di Campoformido nel 1805. Nel 1844 fu celebrato il quattrocentesimo anniversario del Corpo dei Cittadini e degli Schützen di Tarvisio… L‚istituzione si indebolì progressivamente, finendo con lo scomparire a causa dell’avvento italiano…
La lingua friulana: nelle province di Gorizia, Pordenone e Udine, circa 600.000 persone parlano in friulano, quasi la metà della popolazione della Regione (…) L’insegnamento della lingua friulana è sostenuto da norme statali e regionali. Purtroppo però esso si riduce a poche ore settimanali, a discapito di un efficace e duraturo apprendimento. E‘ desiderio della popolazione una scuola in lingua friulana (…) La necessità di rafforzare l’identità linguistica del friulano, risalta l’importanza dello sviluppo di vocabolari bidirezionali con altre lingue tradotte in friulano, quali lo sloveno, il ladino, il romancio e il tedesco. Tale iniziativa fornirebbe spunti significativi per la ricerca e l’approfondimento linguistico dei diversi gruppi; anche un dizionario dei sinonimo e contrari in lingua friulana potrebbe facilitare strategicamente l’apprendimento.
Realtà storiche e associazioni identitarie
Le associazioni identitarie friulane svolgono un ruolo cruciale nel preservare l’unicità della Regione e promuoverne la ricchezza culturale. Queste organizzazioni sono composte da individui appassionati e dediti ad un instancabile lavoro per salvaguardare le tradizioni, la lingua, la storia e le peculiarità del Friuli. Attraverso eventi, manifestazioni, pubblicazioni e progetti culturali, queste realtà stimolano la consapevolezza dell’eredità friulana, si impegnano nella ricerca, nello studio e nella valorizzazione della lingua friulana (…)
E‘ fondamentale unirsi per contrastare coloro che ignorano la ricchezza delle diverse lingue e tradizion storiche. Un esempio è stata la dichiarazione del senatore triestino Roberto Menia (Fratelli d’Italia), eletto in Liguria nel 2022, che sostenne come il friulano debba essere parlato solo in contesti familiari e non insegnato a scuola, perchè l’unica lingua identitaria è l’italiano. Questa posizione contrasta fortemente con la realtà multiculturale e multilinguale del Friuli – Venezia Giulia, in cui le diverse lingue e culture coesistono e interagiscono sul territorio. Le lacune del senatore Menia in diritto costituzionale svalutano la tutela delle minoranze linguistiche, che dovrebbero invece essere rafforzate utilizzando il plurilinguismo secondo l’esempio del Sudtirolo.
Alcune associazioni:
- La Società Filologica Friulana, nata subito dopo la fine della Prima Guerra Mondiale a Gorizia, con l’obiettivo di tutelare la lingua, la cultura e la tradizione friulane
- L’Istitut Ladin Furlan Pre Checo Placeran, fra le realtà più identitarie della Regione, dedicato a Don Francesco Placereani, figura fondamentale per l’autonomismo friulano
- L’Ente Friuli nel Mondo: nato nel 1948, ha attraversato un’evoluzione, passando dalla focalizzazione sull’identità a una gestione maggiormente incentrata sulle questioni istituzionali e amministrative; le limitazioni politiche hanno influito sulla lingua friulana… l’evoluzione dell’ente rappresenta in parte un riflesso di questo mutamento linguistico … l’italiano è la lingua predominante, mentre il friulano e lo sloveno sono utilizzati solo sporadicamente…
- I Fogolârs Furlans sono associazioni presenti in tutto il mondo. Riuniscono persone che parlano in friulano e rappresentano un punto di riferimento per la comunità friulana nel mondo, offrendo un luogo di incontro, condivisione e preservazione delle tradizioni culturali e linguistiche del Friuli.
- A.R.L.e.F, l’Agjenzie Rejonâl pe Lenghe Furlane, svolge un ruolo chiave nella coordinazione delle attività per la promozione, la tutela e la valorizzazione della lingua friulana.
- Lo SLORI – Slovenski Raziskovalni Inštitut, dedicato all’analisi e allo studio della situazione della comunità slovena, nonchè alla pianificazione del suo sviluppo culturale, sociale, politico ed economico
- L‚Unione culturale economica slovena e la Conferderazione delle organizzazioni slovene: entrambe impegnate nel dialogo con le varie istituzioni locali, nazionali e europee in Italia e in Slovenia, coordinano le attività delle proprie associazioni slovene affiliate (oltre 400 fra circoli culturali, ricreativi, educativi e sociali), promuovono una politica di convivenza pacifica con la maggioranza della popolazione e favoriscono una collaborazione fruttuosa fra Italia e Slovenia
- Kanaltaler Kulturverein, l’associazione culturale della Val Canale: fondata nel 1979 per preserare le tradizioni locali e promuovere il patrimonio culturale e linguistico tedesco della valle, collabora con altri circoli culturali della Valle e della vicina Carinzia.
La Chiesa e le lingue minoritarie
In un contesto plurilingue molto delicato, la Chiesa cattolica non sempre svolge un ruolo attivo nel preservare e promuovere le lingue minoritarie … La diocesi di Bolzano – Bressanone costituisce una sede della Chiesa cattolica ed è sottoposta all’arcidiocesi di Trento, appartenente alla regione ecclesiastica denominata Triveneto. Nel 1921, a seguito dell’annessione del Tirolo Meridionale all’Italia, la diocesi cedette una porzione del suo territorio, che passò sotto la giurisdizione di Innsbruck Feldkirch. Successivametne fu separata dall’arcidiocesi di Salisburgo; nel 1964 le parti della diocesi di Bressanone in provincia di Belluno Colle Santa Lucia, Livinanllongo e Ampezzo) furono assegnate alla diocesi di Belluno (…)
Dalla fondazione della Repubblica Italiana, l’arcidiocesi di Udine ha prevalentemente avuto arcivescovi di cultura italiana; fino ad oggi solo uno era originario del Friuli, mentre nessun arcivescovo di cultura slovena o tedesca è mai stato nominato, risultando così una predominanza dell’identità italiana. Si è riscontrato un chiaro orientamento a favorire l’adozione quasi esclusiva dell’italiano nelle funzioni liturgiche … Alcune messe in lingua friulana sono rese possibili grazie a Glesie Furlane, associazione che, pur operando senza il sostegno delle istituzioni ecclesiastiche, si adopera con zelo nel diffondere il messaggio cristiano in lingua friulana … Relativamente al Messale friulano, va sottolineata la sua rilevanza intrinseca per la cultura frulana, in quanto richiama le profonde radici storiche del Patriarcato di Aquileia, un pilastro fondamentale dell’identità culturale friulana. Tuttavia è evidente una certa apatia da parte dell’Arcivescovo e dei suoi predecessori (…)
L’unione e la ooperazione tra i diversi gruppi linguistici sono essenziali anche per le questioni religiose, al fine di consentire a friulani, sloveni e tedeschi la libertà di scelta linguistica nella preghiera. Sarebbe appropriato che i battesimi e i funerali venissero sempre celebrati nella lingua della persona coinvolta, evitando di imporre esclusivamente l’uso dell’italiano. Appare altrettanto sconcertante che i giovani avviati ad un percorso religioso vengano privati dell’insegnamento del friulano nei seminari. Ciò può risultare limitante e ortare a un distaco da parte della comunità locale, che non può confidarsi nlla propria lingua.
In sintesi, l’attuale atteggiamento della Chiesa cattolica in Friuli – Venezia Giulia appare sbilanciato, lontano dalle esigenze della popolazione locale e dal punto di vista morale non in sintonia con una Chiesa che prevede l’uso della lingua madre nei riti ecclesiastici (Concilio Vaticano II)
Osservazioni, proposte e conclusioni
Nel presente elaborato si è intrapreso uno studio di alcuni aspetti identitari e storici che uniscono il Friuli e il Tirolo, con l’obiettivo di individuare un legame comune … per perseguire obiettivi comuni in maniera di tutela delle minoranze linguistiche e dei valori identitari (…) Le lingue minoratarie soffrono di un grave impoverimento, rischiando l’estinzione a favore della lingua nazionale. Diventa perciò imperativo superare l’egemonia del centralismo statale (…)
E‘ importante ricordare che l’annessione del Friuli e del Sudtirolo al Regno d’Italia avvenne attraverso conflitti e decisione politiche senza un consenso plebiscitario, neppure dopo l’avvento della Repubblica (…)
Se fosse data alle minoranze la possibilità di legiferare autonomamente, senza ingerenze esterne, esse sarebbero in grado di difendere i propri interessi in maniera efficace … Attualmente a livello nazionale e europeo, la politica mostra un notevole distacco dalla realtà quotidiana che coinvolge i cittadini e i relativi territori … La promozione di una reale autonomia identitaria dovrebbe essere il principale obiettivo da perseguire… E‘ cruciale che ogni cittadino partecipi attivamente a questo processo poichè la responsabilità non spetta esclusivamente alla politica …
Andrebbe anche abbandonato il termine Venezia Giulia … la cui ideologia ha sparso sangue e spezzato tante vite ingiustamente … questo rappresenterebbe un nuovo inizio, un cambimento.. per far rinascere il grande Friuli.
Restare fermi è pericoloso!
Nel suo libro, Matteo Dri Federspiel sottolinea uno dei problemi che il Friuli ha, e precisamente il fatto che nel nostro Consiglio Regionale, i consiglieri prima sono componenti del partito e poi rappresentanti del popolo. Si sbandiera ai quattro venti che nella nostra Regione convivono 4 gruppi linguistici, ma di fatto quello dominante è quello italiano. E come non si fa a condividere questa incoerenza? … I sudtirolesi hanno saputo ben utilizzare la loro autonomia con compattezza, sfruttando appieno gli strumenti autonomistici per sviluppare il territorio … Noi non siamo riusciti ad avere la stessa coesione disperdendo così le potenzialità offerte dall’autonomia. I politici friulani, una volta eletti, si sono spesso concentrati su interessi personali e di partito, dimenticando le reali esigenze del Friuli (…)
Il Friuli, a partire dalla sanguinosa conquista da parte della Serenissima Repubblica di Venezia, è diventato servo (sotan). Persa la sua indipendenza nel 1420, è stato costretto per sopravvivere, a stare sempre col cappello in mano … In seguito l’Italia unita portò la politica dei Savoia e dei Piemontesi e insediò la maggior parte del suo esercito come presenza militare che condusse alla distruttiva Prima Guerra Mondiale e a tutte le conseguenze della Seconda. Per ridurre questa militarizzazione si è dovuto attendere la caduta del Muro di Berlino …
Diverse cose sono cambiate, ma una vera autonomia ancora non c’è… La colpa però non è del Governo, la colpa è dei Friulani che purtroppo non hanno ancora perso il vizio di chiedere a capo chino e della loro classe politica troppo legata ai partiti di turno … Vi siete mai chiesti se tutte le guerre che abbiamo subito sulla nostra terra fossero o no dettate da interessi nostri? A dichiarare guerra prima all’Austria e poi alla Jugoslavia è sempre stato il governo romano ….
Quando potremo avere una scuola in lingua friulana, dove si insegni la nostra storia e cultura millenaria? Non ho la pretesa di resuscitare il passato, ma di recuperare quel ruolo di centralità europea che il Friuli ha avuto nei secoli. Noi da sempre siamo Europa e questo dobbiamo rivendicarlo.
L’autore … fa una serie di proposte che possono essere condivise o meno. A parere del sottoscritto, anche se in alcuni casi di difficile attuazione, sono strade percorribili. Indubbiamente, restare fermi è pericoloso…
Matteo Dri Federspiel è nato a Latisana in provincia di Udine nel 1987, da madre friulana con radici carniche fra Luveja e Porpêt e padre tirolese originario di Graun im Vinschgau, e vive a Merano. Laureato in Giurisprudenza, sostiene con passione la valorizzazione identitaria del Friuli e su dedica da anni allo studio delle minoranze linguistiche e dei diritti delle comunità autoctone. Nel tempo libero dal lavoro presso, cerca di conciliare la famiglia lo studio e una sana dose di Friuli sotto forma di ricerche, acquisto di libri e confronti vari dove non mancano mai i racconti degli anziani e un buon bicchiere di vino: come recita il detto friulano „Vin e amîs, un paradîs“.
Il suo libro „Land Friûl“, edito dall’Istituto Ladin Furlan “Pre Checo Placerean”, con il sostegno di ARLeF (Agjenzie Regjonâl pe Lenghe Furlane) e della Regione FVG (che oltre ad essere davvero interessante, offre al lettore una ricchissima bibliografia), si può trovare presso l’Istitut, presso l’ARLeF, oppure può essere richiesto direttamente all’autore (matteo.drifederspiel@gmail.com).






