Appena dietro l’angolo: Nascondere la memoria

“Ai morti combattendo sotto bandiera austriaca, basti un pietoso ricordo nei camposanti, senza cerimonie solenni o pompe come prescrive la circolare prefettizia del 18 gennaio 1923” – scriveva il Questore di Trento Panini nell’ottobre 1923 ai sindaci della Venezia Tridentina. La nota continuava, proclamando che i caduti per causa nazionale – cioè quei pochi irredentisti che avevano tradito Heimat e Vaterland, disertando o comunque fuggendo nel Regno e arruolandosi nell’esercito nemico, quello italiano – dovevano invece essere ricordati con monumenti ben distinti e separati che ne esaltassero la memoria, eretti nelle pubbliche piazze e inaugurati con solennità.
Parole che rispecchiano un’epoca, lontana ormai un secolo, già profondamente intrisa non solo di nazionalismo, ma anche dello spirito di quel fascismo che presto sarebbe salito al potere ma che era già fortemente presente nel Regno d’Italia, soprattutto nelle „province redente“.
Parole che – si potrebbe pensare – appartengono al passato. E che invece vengono utilizzate, quasi letteralmente, anche al giorno d’oggi. E‘ accaduto nei giorni scorsi a Gorizia, ma potrebbe succedere anche qui da noi…
Sabato 22 novembre a Gorizia è stato inaugurato un monumento a ricordo dei concittadini caduti sui diversi fronti della Prima Guerra Mondiale (dalla Galizia al Piave, dalla Serbia al fronte dell’Isonzo, dal Carso all’Altipiano dei Sette Comuni), indossando la divisa della loro Vaterland, la Patria Austriaca. Ne abbiamo scritto anche qui su UT24. Ecco il link all’articolo: GORIZIA RICORDA I CADUTI IN DIVISA AUSTRIACA.
L’iniziativa è stata del Gruppo di ricerca storica Isonzo, che ha progettato il monumento, lo ha finanziato e ne ha curato la realizzazione e il posizionamento all’interno del Parco della Rimembranza. Ed è proprio la collocazione del monumento ad aver suscitato „la perplessità“ della Lega Nazionale di Gorizia.
Come si legge sulla stampa locale, secondo il neo-eletto direttivo il monumento invece che al Parco della Rimembranza „poteva essere realizzato nel cimitero come tanti altri, perchè erigerlo al Parco della Rimembranza è stata un’offesa alla nostra storia. C’è stata un’evidente lacuna di carattere storico nell’autorizzare la sua costruzione in un luogo deputato a ricordare quanti si opposero all’esercito austriaco„.
Come volevasi dimostrare, quindi. Dal 1923 al 2025, non è cambiato nulla. La Lega Nazionale di Gorizia oggi parla (e scrive) esattamente come faceva la Legione Trentina un secolo fa: „Ai morti combattendo sotto bandiera austriaca, basti un pietoso ricordo nei camposanti, senza cerimonie solenni o pompe“. Questo dovrebbe far pensare, e non poco…
Se trovasse avvio e compimento l’opera di storicizzazione dei monumenti ai caduti presenti nei nostri cimiteri (che noi auspichiamo, e qui rimandiamo i lettori alla recente serie di articoli pubblicati su UT24 per „Briciole di Memoria“), quanti e quali „novelli legionari trentini“ esprimerebbero le stesse „perplessità“ dei leganazionalisti goriziani?
Si ringrazia Roberto Todero per la segnalazione.






