von mas 13.11.2025 06:45 Uhr

Briciole di Memoria: „…le file dell’oppressore …“

Per la nostra rubrica settimanale, stiamo presentando alcuni dei monumenti che ricordano i nostri soldati caduti durante la Prima Guerra Mondiale, quelli eretti seguendo le disposizioni vigenti dopo la „redenzione“ e spesso non ancora contestualizzati. Oggi siamo a Denno

Fotografie di Manuel Pezzi

“Ai morti sotto bandiera austriaca basta un pietoso ricordo nei camposanti”, scriveva nell’ottobre 1923 il Questore di Trento Panini ai sindaci della Venezia Tridentina, richiamando la circolare prefettizia emanata a gennaio dello stesso anno. Oltre a confinare i cippi e le lapidi ai nostri caduti per la Heimat e per la Patria Austriaca nei cimiteri, senza cerimonie solenni o monumenti in piazza, riservando questi „onori“ a chi aveva disertato  per andare a combattere nelle fila dell’esercito „redentore“, lettera e circolare prescrivevano anche il tono delle epigrafi, che doveva ispirarsi a un verso del poeta italiano Leopardi:

«Oh misero colui che in guerra è spento, non per li patrii lidi e per la pia consorte e i figli cari, ma da nemici altrui, per altra gente, e non può dir morendo:  alma terra natia, la vita che mi desti ecco ti rendo»

E se in qualche caso si tentò di eludere le severe disposizioni, limitandosi a ricordare „i figli caduti“ (almeno finchè fu possibile utilizzare la parola „caduti“, che pure questa ben presto divenne „troppo“), in altri casi i redattori di epigrafi superarano il poeta sopraccitato.  Un vero capolavoro di cancellazione della memoria, di sostituzione della storia, ispirato dalla tristemente nota Legione Trentina.

Per  la rubrica „Briciole di Memoria“, stiamo presentando alcuni di questi monumenti, molti dei quali – ancora ai giorni nostri – non sono stati contestualizzati.  Speriamo che questa nostra serie di articoli serva in qualche modo a sollecitare l’apposizione di un testo (una targa, un totem, un QR, un qualsiasi cosa…) che spieghi ad ignari visitatori (ce ne sono tanti, più vicino di quanto si possa pensare) la realtà dei fatti ed il contesto storico in cui nacquero queste epigrafi.  Sarebbe un atto dovuto, una piccola riparazione della memoria „dannata“, dopo più di un secolo di oblio.

Ai lettori interessati segnaliamo il certosino lavoro di ricerca di Aldo MiorelliLe epigrafi dei „Monumenti ai caduti“ trentini nell’esercito austro- ungarico eretti tra il 1919 e il 1940,  pubblicato negli annali del Museo Storico Italiano della Guerra nel 1996 / 1997.

A Denno

Il monumento ai caduti di Denno è stato realizzato nel 1921; si tratta di un cippo collocato all’interno del cimitero, sul quale sono stati successivamente aggiunti i nomi dei compaesani morti nella seconda guerra mondiale.

Il cippo in pietra è sovrastato dalla doppia raffigurazione di Dio Padre che tiene fra le braccia il Cristo morto e risorto. Sulle facciate del cippo, si trovano – elencati separatamente – i nomi dei caduti  in guerra, dei dispersi e anche dei „morti per cause di guerra“, questi ultimi deceduti al fronte per malattia, in prigionia, o a casa, a guerra finita, per conseguenze di malattie e di privazioni subite durante il conflitto.

L’epigrafe ha i toni che in queste settimane abbiamo imparato a conoscere:

Denno
pietosamente ricorda
i suoi figli
morti nella guerra mondiale
combattendo nelle file
dell’oppressore
1914 – 1918

Anche questo monumento, come tanti altri, non è mai stato contestualizzato.

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