Un libro al mese: Una rosa per Manuela – 3°

I vigili del fuoco ci misero tutto il giorno per rimuovere le macerie e i resti inceneriti del rifugio. Accanto all’ingresso, un portaombrelli in rame e acciaio aveva in parte resistito all’azione del fuoco. Uno dei vigili lo rovesciò. Insieme ad alcuni brandelli di legno ancora tiepidi, cadde a terra la parte terminale di un bastone, di quelli con il puntale in ferro utilizzati solitamente dai cercatori di funghi .. Inoltre, su quel poco che rimaneva della panca ad angolo, vennero rinvenuti dei frammenti riconducibili alla forma tondeggiante di un cestino da fungaiolo.
„Si, quello è un pezzo del bastone di papà , ne sono sicura … teneva sempre un cestello nel bagagliaio della macchina, insieme al bastone. Era piccolo e rotondo…“ Che ruolo poteva avere avuto suo padre nell’incendio del rifugio? E perchè si trovava lì? Doveva forse incontrarsi con qualcuno?
(…)
Mercoledì mattina, verso le undici, Nicola e il capitano si presentarono a casa di Umberto. „Suo marito è stato ucciso, l’autopsia ci dice questo.“ „Ma no, non è possibile, Ma chi volete possa aver odiato a tal punto mio padre da ammazzarlo? Tutto questo non ha senso…“ Manuela ascoltava il giovane maresciallo con lo sguardo perso nel vuoto. Non era stata più capace di aggiungere altro, di chiedere niente. „Oggi pomeriggio vi aspettiamo in caserma.Capisco la situazione, ma più cose e indizi riusciamo ad avere, meglio è.“ (…)
L’ufficio del maresciallo era spartano. Fece accomodare Manuela e Federica. Fu Manuela a descrivere sommariamente le ultime ore passate con lui quel maledetto sabato. „Vado a fare un giro in montagna, per funghi, sarò di ritorno per cena. Sono state le sue ultime parole. Mi ha dato un bacio ed è uscito. Saranno state le due, le due e un quarto.“ „Doveva forse incontrarsi con qualcuno, qualche amico…“ „No, a funghi preferiva andare sempre da solo.“ „Sul lavoro tutto bene?“ „Di lavoro non parlava mai, e noi non abbiamo mai insistito per saperne di più. D’altronde la sua, in banca, è una posizione delicata, ci vuole riservatezza e discrezione.“ „Aveva magari dei problemi con qualcuno in paese? Antipatie particolari, contrasti o questioni in sospeso, qualche lite recente o passata…?“ „No, che io sappia no. Papà non aveva tanti amici, quelli veri si possono contare sulle dita di una mano.“. „E con i cacciatori, andava d’accordo? C’è in ballo anche l’incendio del rifugio e abbiamo le prove che tuo padre è stato li…“ „Non credo che papà avesse amici fra i cacciatori. Lui era contro la caccia, questo probabilmente gli ha alientato qualche simpatia già qualche anno fa, quando si candidò per fare il sindaco … allora era stata messa in giro la voce che fosse contrario a finanziare la costruzione del rifugio, cosa assolutamente non vera. E ciò gli aveva procurato amarezza e dispiacere…“
Al funerale di Umberto c’era tutto il paese. La morte di Umberto e il mistero che avvolgeva ancora le circostanze del suo tragico ritrovamento avevano richiamato parecchie persone anche dalle località limitrofe. Molti lo conoscevano anche per il suo ruolo di vicedirettore di una delle due banche del paese. Ancora quattro mesi e avrebbe compiuto cinquant’anni. Un uomo tutto d’un pezzo, rigoroso ed esigente anche con sè stesso, Umberto era entrato in banca subito dopo la maturità e pian piano era arrivato fino alla stanza dei bottoni senza l’aiuto di nessuno.
Tobia, Nicola e il comandante dei Vigili del Fuoco su erano infilati in uno dei banchi immediatamente dietro a quelli occupati da Manuela, Federica e dai parenti. .. Nella navata opposta sedevano Ottavio il sindaco, e i suoi più stretti collaboratori. Umberto, cinque anni prima, era stato il suo principale antagonista alle elezioni comunali. Si erano dati battaglia fino all’ultima scheda, ma alla fine aveva prevalso Ottavio per una manciata di voti. Qualcuno aveva inviato una lettera anonima, sostenendo che c’erano stati dei brogli. Umberto aveva preteso il riconteggio dei voti, alcune schede erano state recuperate, ma questo non era bastato a sovvertire la situazione. La vicenda aveva lasciato strascichi personali fra i due contendenti …
„Sono convinto che fra tutta ’sta gente ci sia anche il suo assassino, o i suoi assassini.“ mormorò Nicola al capitano. „Si, ne sono convinto anch’io!“
(…)
„E se controllassimo le videoregistrazioni delle telecamere in piazza? Potremmo sapere chi sono i proprietari dei veicoli che quel sabato hanno preso la via del monte.“Â … Di quaranta automobili, cinque non era tornate e sei erano transitate dopo le ventuno. Fu sui proprietari di queste automobili che rivolsero la loro attenzione.
I primi a venire convocati furono il sindaco e il vicesindaco. „Voi fate parte di un elenco di persone che dobbiamo sentire per il semplice fatto che eravate in montagna quel sabato. Siete per caso stati alla malga quel giorno? Avete magari incontrato Umberto?“ „No, io ho raggiunto casa mia al mattino, con mia moglie. Avevamo invitato a pranzo mezza giunta comunale. Siamo scesi prima delle dieci. Faccia pure tutte le verifiche che vuole, maresciallo, non ho nulla da nascondere!“
Nel pomeriggio fu la volta di Corrado. „Ho fatto un giro nel bosco, sono arrivato poco sotto la malga.“ „Ha incontrato qualcuno, ha sentito chiamare, gridare o…“ „No“ „Conosceva Umberto, naturalmente.“ „Si certo, in paese ci conosciamo tutti. Non che fossimo amici… C’è una cosa che potrei dirle, prima che venga a saperlo da qualcun altro. Manuela, la moglie di Umberto, noi abbiamo avuto una storia da giovani, prima che lei scegliesse lui, tutto qui.“
„Non mi sono mosso da casa, ho spaccato legna tutto il giorno, da solo. Ho saputo di Umberto e dell’incendio verso mezzanotte“ disse Antonio.
„Lei non era da solo in macchina sabato scorso.“ chiese Nicola a Andrea. „C’era Mario con me, un collega di lavoro, ci piace andare a galli in questo periodo.“ „Siete passati anche dal rifugio?“ „Si certo. Abbiamo mangiato lì. Da soli. Abbiamo acceso anche il fuoco.“ „In che rapporti eravate con Umberto?“ „Normali, non eravamo amici intimi, se è quello che vuole sapere.“
Denise viveva da sola, era divorziata, senza figli. „Sabato nel primo pomeriggio ho raggiunto Luciano, il mio ex marito, nella sua casa di montagna. Ogni tanto ci vediamo, stiamo provando a ricucire in qualche modo il nostro rapporto… Siamo rimasti lì tutto il tempo, anche la notte e la domenica. Non abbiamo visto nessuno…“. Luciano aspettava il suo turno, Nicola gli disse che non aveva più bisogno di parlare con lui, che aveva già chiarito tutto con Denise.
Alfredo era un personaggio riservato e introverso, con una passione decisamente singolare quanto illecita: il bracconaggio. „Umberto? L’ha incrociato sabato pomeriggio da qualche parte?“ „No, ho visto la sua macchina parcheggiata poco sotto la malga, ma lui no“.  Cinque minuti dopo fu la volta di Giuseppe. „Si tratta della faccenda di Umberto, sabato pomerigigo eri su alla malga, l‘hai per caso incontrato?“ „No, ho lasciato lì la macchina e poi sono salito al laghetto a pescare.“ „Ti sei fermato al rifugio?“ „No, ma ho visto che saliva fumo dal camino, saranno state le due, le due e mezza. Ho pescato fino qualsi al tramonto, poi sono salito sulla cresta e son tornato alla malga dall’altro versante. C’erano tre, forse quattro automobili. Colori scuri, mi pare, solo una chiara, grigia o bianca.“
Sergio aveva raggiunto la sua casetta in montagna sabato mattina con la famiglia, e vi aveva trascorso il fine settimana. „Non vedo come potrei aiutarti, Nicola. Ero a caccia, e poi a funghi con mia figlia. Non ho incontrato Umberto, e se anche lo avessi inconrato, avrei tirato dritto. Abbiamo avuto diverse divergenze, anche a livello politico oltre che personale. Umberto non era simpatico a tutti, forse anche per il mestiere che faceva, per i fidi e mutui che concedeva e non concedeva. Anche dare consigli su come investire il proprio denaro, non sempre ci si prende. E quando ha candidato contro il sindaco, qualcuno gli ha voltatole spalle. Ma nomi non ne faccio…“
Il sindaco, il vicesindaco, un cameriere, un piastrellista, un muratore, due ex coniugi in cerca di riappacificazione, due pensionati, un dipendente del supermercato e un tabaccaio. Undici persone, e nessuna di loro aveva visto Umberto quel sabato pomeriggio. Possibile? Eppure erano tutti nela stessa zona, negli stessi boschi, e avevano percorso al stessa strada.
(…)
L’indomani Nicola ricevette una telefonata. La voce tremante di Manuela tradiva ansia e preoccupazione. „Hai tempo di passare da me cinque minuti questo pomeriggio? E‘ successa una cosa di cui vorrei parlarti di persona, non al telefono.“Â Â …
Dopo averlo fatto accomodare in salotto, Manuela era andata in cucina ed era tornata con una busta bianca, senza indirizzo e affrancatura. Nicola prese la busta e l’aprì. Dentro c’era un foglio, piegato a metà . Al centro una sola riga, stampata a caratteri maiuscoli: SO CHI E‘ STATO AD AMMAZZARE TUO MARITO
Gianpaolo Antolini è nato e vive a Tione di Trento. Laurato in architettura, ha lavorato come libero professionista e insegnato per molti anni nella Scuola Secondaria. Ama la musica e l’arte, dipingere e scrivere. E‘ autore premiato di racconti brevi, la maggior parte dei quali hanno come protagonisti l’uomo e l’animale in ambiente alpino.
„Una rosa per Manuela“ è il suo terzo romanzo, dopo „La linea rossa“ e „Ciao Prof“. E‘ stato segnalato alla XIV edizione del Premio Giuseppe Papaleoni „per avere saputo costruire con perizia una trama noir (quasi un thriller) con un finale del tutto imprevedibile, uno squarcio di verità che conferisce spessore retrospettivo a tutta la storia e obbliga il lettore a reinterpretarla per intero in una luce nuova“. Non possiamo che condividere: anche noi, giunti all’ultima pagina e assolutamente sorpresi dall’epilogo, abbiamo voluto rileggere il libro, scoprendo dettagli e particolari che alla prima lettura ci erano sfuggiti o che non avevamo preso nella dovuta considerazione.Â
„Una rosa per Manuela“ è un libro avvincente che, al di là della trama „gialla“, riesce a raccontare le dinamiche di una piccola comunità , con tutto il bene ma anche tutto il male che vi possono convivere. Chi non riuscisse a trovarlo in libreria, può richiederlo direttamente all’autore, contattandolo via mail a giantmax@tin.it






