von mas 12.10.2025 15:30 Uhr

L’Adige tra memoria e futuro

Una giornata di studi è in programma per domani, lunedì 13 ottobre. Evento organizzato dal Servizio Bacini montani per comprendere rischi e opportunità offerte dal fiume

Foto Ufficio Stampa PAT

Il fiume Adige è una presenza viva, una risorsa preziosa e, allo stesso tempo, un potenziale rischio da conoscere e gestire con responsabilità. Sarà proprio questo il filo conduttore del convegno dal titolo “Passato, presente e prospettive del fiume Adige, da Resia all’Adriatico”, in programma  domani lunedì 13 ottobre, a partire dalle ore 9, presso l’Itas Forum, evento che apre ufficialmente la Settimana della Protezione civile del Trentino.

Organizzato dal Servizio Bacini montani della Provincia autonoma di Trento, il convegno rappresenta un’occasione di confronto tra istituzioni, enti di ricerca e professionisti sui molteplici aspetti legati alla gestione del corso d’acqua.

A partire dal 2000, anno in cui lo Stato italiano ha trasferito alla Provincia autonoma di Trento le competenze sul fiume Adige e sulla galleria Adige-Garda, il lavoro di gestione e manutenzione è stato costante e crescente. L’Amministrazione ha avviato studi con l’Università di Padova e altri enti di ricerca per monitorare la stabilità degli argini e programmare interventi mirati, anche grazie a finanziamenti del Pnrr, già realizzati in alcuni tratti del fiume al confine con la Provincia di Bolzano. Parallelamente, è stato predisposto un Piano di gestione della galleria Adige-Garda, fondamentale per mantenere efficiente quest’opera idraulica strategica e migliorare la sicurezza idraulica dei territori a valle, fino a Verona.

Dalla tempesta Vaia del 2018 all’alluvione del 1966, fino a quelle del 1882, la storia insegna che nessuna opera può annullare del tutto gli effetti delle grandi piene. Le forze della natura superano spesso le capacità di contenimento dell’uomo: “il rischio zero non esiste”, e parlare di “messa in sicurezza totale” del territorio sarebbe fuorviante. Di questa realtà sono pienamente consapevoli le strutture operative della Protezione civile, ma tale consapevolezza deve diventare patrimonio di tutta la comunità. Solo con una popolazione informata e attenta è possibile affrontare gli eventi naturali con prudenza e responsabilità condivisa.

Nel corso della giornata interverranno oltre venti relatori provenienti da tutto il bacino dell’Adige, con l’obiettivo di mettere in luce la necessità di una gestione condivisa e interregionale del fiume. Le quattro sessioni di lavoro affronteranno i diversi volti dell’Adige: la parte storica sarà coordinata da Giuseppe Ferrandi, direttore della Fondazione Museo storico del Trentino, per ripercorrere l’evoluzione del rapporto tra uomo e fiume; la sessione idraulica, affidata al professor Alberto Bellin dell’Università di Trento, punterà la lente su rischi e le soluzioni tecniche di mitigazione; la sessione geotecnica, curata dalla professoressa Simonetta Cola dell’Università di Padova, sarà dedicata alla stabilità degli argini; la sessione ambientale, verrà condotta dal direttore del Muse Massimo Bernardi con Valeria Lencioni, per discutere gli interventi di riqualificazione e valorizzazione ecosistemica, come quello recentemente realizzato nella golena di Cadino.

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