von Vap 03.10.2025 11:45 Uhr

Camminando – Sulla cima del Catinaccio d’Antermoia

Giro ad anello tra il Passo Principe e il Lago di Antermoia, toccando la Cima del Catinaccio

Un’escursione lungo, a tratti faticosa, decisamente adrenalinica nella parte della ferrata, ma soprattutto panoramica. Perché sì, senza dubbio l’escursione che vi proponiamo oggi, di oltre 20 km e con quasi 1400 metri di dislivello, è tra le più belle che si possono intraprendere in Val di Fassa.

Lo spettacolo paesaggistico è mozzafiato, già risalendo con la funivia da Pera di Fassa per arrivare al Rifugio Ciampedie, la cornice delle dolomiti toglie già il fiato.

E‘ quando si arriva in 40 minuti al Rifugio Gardeccia, dopo una parte boscosa, seguendo il sentiero 540, che la vista si fa decisamente interessante. Davanti a noi, sopraelevato in posizione dominante il Rifugio Vajolet. Ci si incammina lungo una larga strada sterrata (546), in alcuni punti veramente ripida. Il dislivello si supera però in alcuni tratti seguendo una serpentina che in breve raggiunge il Rifugio Vajolet e il Preuss. Da qui non resta che incamminarsi di buona lena verso la prossima meta del trekking (584): il Rifugio Passo Principe.

Incastonato nella roccia il Rifugio è indispensabile per una breve sosta prima di iniziare il tratto di ferrata che risale la parete del Catinaccio. Da qui la vista spazia sulla vallata appena percorsa. Lo sguardo si perde tra le rocce, segue la serpentina del sentiero che raggiunge i rifugi a valle e poi si alza ad ammirare il Rosengarten, le Torri del Vajolet, fino addirittura alle cime lontane del Lagorai e Cima d’Asta, quindi la vicina Cima Valbona.

Ma gli occhi non sono ancora sazi. E dunque si sale, ancora. La ferrata (585) è molto verticale ma mai troppo aerea, c’è solo un unico tratto non attrezzato lungo la cresta, prima di raggiungere la cima, dove è necessario prestare molta attenzione. Una volta raggiunta la vetta a 3000 metri è inevitabile una sosta per ammirare il paesaggio a 360 gradi: il Gran Pilastro e il Gran Mesule, le Odle, il Sassolungo e il Sassopiatto, il massiccio del Sella, la Tofana di Rozes, il Sorapiss e l’Antelao, il Pelmo, la Marmolada, il Monte Civetta e il Gran Vernel, la Cima Uomo e le Pale di San Martino, la Cima Scalieret e la Cima d’Asta,  verso sud-est, la Roda di Vael, il Latemar, la Cima Catinaccio propriamente detta, le Torri del Vajolet, l’Adamello, il Cevedale, l’Ortles, il Similaun, lo Sciliar e l’Alpe di Siusi.

Tuttavia non ci si può fermare a lungo, il percorso richiede ancora tempo ed energie. Si scende, sempre percorrendo un lungo tratto di ferrata verso la vallata che ci porta al Lago d’Antermoia (584) con le sue acque cristalline, dopo una breve sosta e dopo aver percorso le sponde del lago si torna verso il massiccio del Catinaccio, risalendo la lunga serpentina che ci conduce al Passo di Antermoia: è l’ultima intensa salita di giornata.

Da qui si raggiunge velocemente in discesa il Rifugio Passo Principe e si percorre a ritroso il sentiero dell’andata.

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