„Estremisti accecati di rabbia“

La tragedia è accaduta domenica: Davide Verones, il trentasettenne rettore della riserva di caccia di Terlago, è morto cadendo lungo un canale roccioso, durante una battuta di caccia (ne abbiamo scritto anche su UT24: INCIDENTE MORTALE IN MONTAGNA). Volutamente, almeno nel tirolo, abbiamo tralasciato il fatto che Davide fosse un cacciatore, per non dare la stura ad una prevedibile, quanto esecrabile, sequela di commenti social squallidi o addirittura violenti, da parte di chi non solo odia la caccia, ma non ha remore ad approfittare di tragedie come questa per riversare il suo odio sulle persone, incurante del dolore altrui.
E come immaginavamo, i commentatori seriali, gli odiatori di professione, non si son fatti attendere. Evitiamo di riportare frasi obbrobriose che abbiamo letto qua e là, ma diamo spazio alla presa di posizione, ferma e decisa, di Matteo Rensi, Presidente dell’Associazione Cacciatori Trentini. Presa di posizione che condividiamo in toto.
„Mi rendo conto che provare a rivolgersi a estremisti, accecati dalla rabbia e da posizioni ideologiche prevenute, ha poco senso. Però a tutto c’è un limite” – dichiara Rensi -„Domenica scorsa è morto un ragazzo di 37 anni che stava facendo ciò che amava senza infrangere nessuna regola né legge, un ragazzo che avrebbe provato tra qualche mese l’enorme gioia di diventare padre. Un dramma per il quale non riesco neppure a trovare le parole adatte, una disgrazia che lascerà il segno per sempre sui suoi famigliari, la sua compagna, sul bambino che non potrà neppure conoscere”.
“Innanzitutto faccio fatica a comprendere la cattiveria di certi individui, quanto ho avuto modo di leggere mi ha fatto allo stesso tempo schifo e rabbrividire – continua Rensi – La nostra, mi rendo conto, è una passione che crea divisione e dibattito, ma al primo posto deve rimanere solido il rispetto della persona.“
„Come Associazione Cacciatori – conclude il Presidente – tuteleremo Davide in ogni sede. Abbiamo già provveduto a fare gli screenshot dei commenti infami, perché così devono essere chiamati, e gli autori saranno chiamati a risponderne nelle sedi opportune.”.






