Una Terra… cinque Lingue: N viach nta la storia dal 1809

La ndunida al Chjastel Chjaudes: N viach nta la storia dal 1809 – Organizada da la Sk Sulzberg – Val de Sol; relator: Alberto Mosca
Alsera el 19 de setember., a chjastel Chjaudes no l’è sta sol na lezion de storia, ma na fonda imersion nta le storie e i personagi che à segnà l Tirol e, soratut, la Val de Sol nta l’epoca napoleonica nta n Chjastel che l’aminostrazion dl Comun la vol mantegner vif. Na bela cornis par parlar de Antonio Manfroni e Antonio Malanotti, de le storie de doi personagi storici che le sà encrosade ntal 1809. L relator Alberto Mosca, lìè sta defini dal sindech scavadorista, par eser bon de de riportar da i archivi documenti che i saros nadi perdudi.
L’Europa stravolta e n Tirol ReghjalÃ
El 1809 n’era stà n an straordinari nta n Europa che la era n guera da pù de des ani. I paesi e le jent le era stracade e ‚mpoveride da tut cuel che ghe vegniva domandà par sostegner i soladi, i ospedai da camp e par tute le bataglie che vegniva combatude su l’ùs de chjasa.La Val de Sol la eraen mez a ste tesion. Pasada la bataglia de Auseterlitz ntal 1805, la situazion la deventa amò pegi cuanche l Tirol el vegn „reghjalà “ tantchè n premi al re de Baviera, alleà de i franzesi, Massiliano Giuseppe. L’aministrazion bavarese, ainch se la mpèareva iluminada, no la chjapiva le tradizion de le jent. Na riforma che la fova deventar el pret tantchè n dipendent dl stato e le benedizion abolide, le ova fat enrabiar tant el popol. Estratut la riforma pù odiada la era stada la „coscrizion obligatoria“. Cui ausì en Val de Sol ghjera da 1407 el privilegi de combater sol par difender el Tirol e no de nar en guera lontan da chjasa. Sichè tant i ova disertà .
Le storìe de Manfroni e Malanotti
Nta sta situazion le strade de Antonio Manfroni e Antonio Malanoti le se ncrosa ma le ciapa doi vie diferenti.
Pietro Antonio Manfroni: El soldà e l martìri
Manfroni nat a Chjaudes ntal 1745 l’era en soldà de profesion che l’ova servì nta le guere sota el general Wurzer. Ainch se l ghjova 64 ani e na ferida che el l ova fat congedar ntal 1809 l torna a combater, nta la compania de volontari „Costanzi“ de Malè. Le chjarte de l’epoca i lo definis un che l’tira la jent e n grant soldà ainch se le „veclo“. La so storia la è cognosuda grazia a tuta la documentazion conservada da la so famea.
Caturà dopo l’armistizi de Znaim dl 12 de lui, l se ritorva desperà ntal carcere de Berghem, cosiderà dai francesi en disertor, nveze che n soldà che l’era sta madà a Edol a tratar paren scambi de prigionieri. Nta litera dl 6 de agost che l scrif a la famea, l’è preocupà e l spera de salvarse. El 22 de agost l veng giustizià a Verona. Sol n an dopo en certificat de mort del capelan dl carcere l riverà a la famea de Manfroni. La storia dei so discendenti la seguita lighjada a la guera e a la chjasa d’Asburgo. I so doi fiòi i ghjovà avù i studi paghjadi da l’imperator a Vienna e un dei soi neodi l’è deventà vice ammiragilo e ghjè sta dat el titol de Barone.
Antonio Malanotti: L’anarchico sospet
Antonio Malanotti, nat a Samoclef ntal 1749, l ghja abù na storia diferenta. Da joven l sera trasferì a Meran ndo che l’ova cognosù Andreas Hofer e l’era deventà en so gran amico. L’era sta nominà Comandant dle Val del Nos ainch se sta decision no l’era stada veduda de bon oclo da i autri comandanti come Taddei de Mauris de Croviana. Malanotti no l’era en personagi propri ciar. L’empareva fus fedel a Hofer ma la documentazion de chi ani ‚lo definiva „inaffidabile, profittatore, arrogante e con na scarsa propensione ad eseguire gli ordini“(scritto di J.Eisenstecken). i lo cusava de predichjar l’anarchia e la sopresion dle tase e de eserse defini n om dl popol. Mpareva che l fus en contat con Filippo Buonarroti, un di simboi dl anarchismo, ainch se l’è difizil da provar. Tute ste ‚cuse ghje porta en mandat d arresto; Hofer l proa a difender el so soci ma Malanotti l preferis schjapar dal Tirol e l sparis da la storia. Se sa che l se trasferì a Vienna ndo che l’è mort ntal 1818. L ghjà l’onor de aver l so stemma e l so nom su la chjapela a San Leonart n Pasiria arent a Hofer.
Conclusion
la conferenza n la se limitada a na narazion de fatti e documentazioni ma l’à fat chjapir na storia complesa, na na insurezion spaventosa e tant dificile. Gueriglia ntra i monti. guera ntra la gent, tension tra i capi, miseria e fam. Tante le riflesion fate su i eroismi, l tradiment, l’ideal e storie de strumentalizzazion de le part. Veder le microstorie n ta la macrostoria da valor a l’importanza de regordar par emparar dal pasà .
Scrit da Cristian Bresadola par La Sociazion Storic Cultural Lenguistica „El Brenz“ dle Val dl Nos
La Conferenza al Castello di Caldes: Un Viaggio nella Storia del 1809 – Organizzata dalla Sk Sulzberg – Val de Sol; Relatore: Alberto Mosca
La conferenza tenutasi al castello di Castel Caldes a Caldes, il 19 di Settembre, non è stata solo una lezione di storia, ma un’immersione profonda nelle vicende e nelle figure che hanno segnato il Tirolo e, in particolare, la Val di Sole durante l’epoca napoleonica. Il luogo scelto, un castello che l’amministrazione comunale vuole „mantenere vivo“, ha offerto la cornice ideale per un dialogo su Antonio Manfroni e Antonio Malanotti, due personaggi storici le cui storie si sono intrecciate con le drammatiche vicende del 1809. L’oratore, Alberto Mosca, è stato presentato come un „scavatorista“ capace di riportare alla luce dai documenti d’archivio momenti di storia che altrimenti andrebbero perduti.
Un’Europa Sconvolta e un Tirolo „Regalato“
Il 1809, come sottolineato da Mosca, fu un anno „assolutamente rocambolesco“ in un’Europa in guerra da oltre un decennio. Le comunità , stremate dal continuo passaggio degli eserciti, si impoverirono a causa dei sacrifici richiesti per sostenere le truppe, che utilizzavano i territori come campi di battaglia, retrovie o giganteschi ospedali da campo. La Val di Sole si ritrovò al centro di queste tensioni, con la guerra che a volte era lontana, sui campi di battaglia, e a volte era proprio „nella Val di Sole“.
Il contesto si aggravò dopo la battaglia di Austerlitz nel 1805, quando la contea del Tirolo fu tolta alla corona asburgica e „regalata“ come premio al fedele alleato, il re di Baviera, Massimiliano Giuseppe. L’amministrazione bavarese, pur essendo un „governo illuminista,“ mostrò una profonda incapacità di comprendere le tradizioni locali. Le riforme, come quelle che portavano il prete a diventare un dipendente dello Stato e le istruzioni per i riti a provenire da Monaco, urtavano profondamente la mentalità popolare. Sebbene alcune riforme economiche fossero sensate e avrebbero prodotto benefici a lungo termine, le misure che entravano in conflitto con gli usi e le tradizioni secolari furono „assolutamente“ mal digerite. La riforma più odiata fu la coscrizione obbligatoria. Un antico privilegio, risalente al 1407, permetteva agli abitanti delle Valli del Noce di combattere solo in senso difensivo del proprio territorio. L’ordine del 1808 di partire come soldati per anni in fronti lontani da casa scatenò diserzioni e fughe sui monti, a cui il potere reagì con „ferocia“.
Le Storie Parallele di Manfroni e Malanotti
In questo scenario, le vite di Antonio Manfroni e Antonio Malanotti si svolsero in parallelo, mostrando due destini „assolutamente diversi“.
Pietro Antonio Manfroni: Il Soldato e il Martire
Manfroni, nato a Caldes nel 1745, era un soldato professionista che aveva servito nelle guerre napoleoniche sotto il generale Wurzer. Nonostante i suoi 64 anni e una ferita che lo aveva costretto al congedo, nel 1809 tornò a combattere, aggregandosi come tenente alla compagnia Costanzi di Malé. Le fonti lo descrivono come un „elemento trainante“ e „un soldato che ha rispetto dell’età “. La sua storia è nota grazie ai documenti conservati dalla sua famiglia, che ha memoria di questi eventi. Catturato dopo l’armistizio di Znaim del 12 luglio, si trovò in una situazione disperata. Sebbene la sua richiesta di essere trattato come „parlamentario per il cambio dei prigionieri“ avesse un fondamento, i francesi lo consideravano un insorto. La sua richiesta di aiuto ai parenti, scritta dal carcere di Bergamo il 6 agosto 1809, mostra la sua preoccupazione e la sua speranza di salvarsi la vita. Manfroni fu giustiziato il 22 agosto 1809 a Verona. Un certificato di morte inviato dal cappellano del carcere, datato quasi un anno dopo, testimonia la fine della sua vita. La storia della sua famiglia, tuttavia, continuò legata alla guerra e all’Impero Asburgico: i suoi due figli ebbero gli studi pagati dall’imperatore, e un suo discendente divenne vice-ammiraglio della flotta imperiale e ottenne il titolo di Barone.
Antonio Malanotti: L’Ideologo Sospetto
Antonio Malanotti, nato a Samoclevo nel 1749, ebbe un percorso completamente diverso. Trasferitosi a Merano, entrò in contatto e divenne un grande amico di Andreas Hofer, il leader dell’insurrezione. Fu nominato comandante delle Valli del Noce, una scelta che creò subito attriti con i comandanti locali che avevano combattuto per anni. La figura di Malanotti è avvolta in un alone di mistero e sospetto. Nonostante fosse un fedele luogotenente di Hofer, le fonti lo descrivono come un personaggio „inaffidabile“, „profittatore, arrogante“ e „scarsa propensione a eseguire gli ordini“. Le accuse più pesanti che gli vennero rivolte furono di aver predicato l’anarchia e la „soppressione delle imposte“ e di essersi imposto come un „uomo del popolo“. La teoria, seppur difficile da provare, di un suo contatto personale a Ginevra con Filippo Buonarroti, uno dei simboli dell’anarchismo, aggiunge un elemento „assolutamente straordinario“ alla sua storia. È possibile che le accuse fossero un modo per liberarsi di un avversario politico, ma le sue idee „dirompenti“ per l’epoca portarono a un mandato di arresto contro di lui. Hofer stesso si oppose all’arresto, ma alla fine Malanotti fu costretto a lasciare il Tirolo e a „sparire dalla storia“. Si trasferì a Vienna, dove morì nel 1818, ma l’onore di avere il suo stemma nella cappella commemorativa dell’insurrezione a San Leonardo in Passiria conferma la sua vicinanza a Hofer e la sua importanza nel cerchio dei fedelissimi.
Conclusione: La Storia Vissuta e la Memoria Posteriore
La conferenza non si è limitata a narrare i fatti, ma ha offerto spunti di riflessione sulla complessità della storia. L’insurrezione tirolese fu una „guerra singolare e spaventosa“. Fu una guerriglia in montagna, ma anche una guerra civile con dinamiche interne, tensioni e rivalità che si manifestarono anche tra i leader. L’oratore ha voluto sottolineare come la retorica successiva abbia trasformato gli insorti in „monoliti“ che agivano tutti nella stessa direzione, quando in realtà le comunità erano „colpite negli anni“ e costrette a scelte drammatiche.
La memoria di questi eventi ha continuato a evolversi. Nel 1909, a Innsbruck, il centenario dell’insurrezione fu celebrato „in pompa magna,“ con Hofer elevato a eroe, simbolo di „lotta per la libertà “ e di „difesa della patria“. Tuttavia, come ha ricordato il relatore, Hofer stesso fu „tradito“ più volte dall’imperatore Francesco II. Questa contraddizione tra la retorica e la realtà storica dimostra come il passato venga spesso rielaborato per servire gli scopi del presente. La storia di Manfroni e Malanotti, così come le loro origini solandre e nonese, serve a riportare l’attenzione sulle figure „locali“ che, pur non essendo al centro della scena, hanno vissuto in prima persona i drammatici eventi dell’insurrezione.
Riassunto di Cristian Bresadola Associazione „El Brenz“
Die Konferenz im Schloss Caldes: Eine Reise in die Geschichte von 1809 – Organisiert von der Sk Sulzberg – Val de Sol Referent: Alberto Mosca Â
Die am 19. September im Schloss Castel Caldes in Caldes abgehaltene Konferenz war nicht nur eine Geschichtsstunde, sondern ein tiefes Eintauchen in die Ereignisse und Persönlichkeiten, die Tirol und insbesondere das Val di Sole während der napoleonischen Ära prägten. Der gewählte Ort, ein Schloss, das die Gemeindeverwaltung „lebendig halten“ will, bot den idealen Rahmen für einen Dialog über Antonio Manfroni und Antonio Malanotti, zwei historische Persönlichkeiten, deren Geschichten mit den dramatischen Ereignissen von 1809 verwoben sind. Der Redner, Alberto Mosca, wurde als „Ausgräber“ vorgestellt, der in der Lage ist, Momente der Geschichte aus Archivdokumenten ans Licht zu bringen, die sonst verloren gingen.
Ein aufgewühltes Europa und ein „geschenktes“ Tirol
1809 war, wie von Mosca betont, ein „absolut turbulentes“ Jahr in einem Europa, das sich seit über einem Jahrzehnt im Krieg befand. Die Gemeinden, erschöpft vom ständigen Durchzug der Armeen, verarmten durch die Opfer, die zur Unterstützung der Truppen erforderlich waren, die die Gebiete als Schlachtfelder, Nachschublinien oder riesige Lazarette nutzten. Das Val di Sole befand sich im Zentrum dieser Spannungen, wobei der Krieg manchmal weit entfernt auf den Schlachtfeldern war und manchmal „genau im Val di Sole“.
Die Situation verschlimmerte sich nach der Schlacht von Austerlitz im Jahr 1805, als die Grafschaft Tirol der Habsburgischen Krone entzogen und als Belohnung an ihren treuen Verbündeten, den König von Bayern, Maximilian Joseph, „verschenkt“ wurde. Die bayerische Verwaltung, obwohl eine „aufgeklärte Regierung“, zeigte eine tiefe Unfähigkeit, die lokalen Traditionen zu verstehen. Die Reformen, wie jene, die den Priester zu einem Staatsangestellten machten und die Anweisungen für die Rituale aus München kommen ließen, stießen die Mentalität der Bevölkerung zutiefst vor den Kopf. Obwohl einige Wirtschaftsreformen sinnvoll waren und langfristig Vorteile gebracht hätten, wurden die Maßnahmen, die im Widerspruch zu den jahrhundertealten Bräuchen und Traditionen standen, „absolut“ schlecht aufgenommen. Die meistgehasste Reform war die Pflichtwehr. Ein altes Privileg aus dem Jahr 1407 erlaubte es den Bewohnern der Noce-Täler, nur zur Verteidigung ihres eigenen Territoriums zu kämpfen. Der Befehl von 1808, als Soldaten für Jahre an fernen Fronten zu kämpfen, löste Desertationen und Fluchten in die Berge aus, auf die die Obrigkeit mit „Wildheit“ reagierte.
Die parallelen Geschichten von Manfroni und Malanotti
In diesem Szenario verliefen die Leben von Antonio Manfroni und Antonio Malanotti parallel und zeigten zwei „absolut unterschiedliche“ Schicksale.
Pietro Antonio Manfroni: Der Soldat und der Märtyrer
Manfroni, 1745 in Caldes geboren, war ein Berufssoldat, der in den napoleonischen Kriegen unter General Wurzer gedient hatte. Trotz seiner 64 Jahre und einer Verletzung, die ihn zum Abschied gezwungen hatte, kehrte er 1809 in den Kampf zurück und schloss sich als Leutnant der Kompanie Costanzi von Malé an. Quellen beschreiben ihn als eine „treibende Kraft“ und „einen Soldaten, der das Alter respektiert“. Seine Geschichte ist dank der von seiner Familie aufbewahrten Dokumente bekannt, die sich an diese Ereignisse erinnert. Nachdem er nach dem Waffenstillstand von Znaim am 12. Juli gefangen genommen worden war, befand er sich in einer verzweifelten Situation. Obwohl seine Forderung, als „Parlamentär für den Gefangenenaustausch“ behandelt zu werden, eine Grundlage hatte, betrachteten ihn die Franzosen als Aufständischen. Sein Hilfeersuchen an Verwandte, geschrieben aus dem Gefängnis von Bergamo am 6. August 1809, zeigt seine Sorge und seine Hoffnung, sein Leben zu retten. Manfroni wurde am 22. August 1809 in Verona hingerichtet. Eine Sterbeurkunde, die fast ein Jahr später vom Gefängniskaplan verschickt wurde, bezeugt das Ende seines Lebens. Die Geschichte seiner Familie blieb jedoch mit dem Krieg und dem Habsburger Reich verbunden: Seine beiden Söhne erhielten ihre Ausbildung vom Kaiser bezahlt, und ein Nachkomme wurde Vizeadmiral der kaiserlichen Flotte und erhielt den Titel eines Barons.
Antonio Malanotti: Der verdächtige Ideologe
Antonio Malanotti, 1749 in Samoclevo geboren, hatte einen völlig anderen Weg. Er zog nach Meran, kam in Kontakt und wurde ein enger Freund von Andreas Hofer, dem Anführer des Aufstands. Er wurde zum Kommandanten der Noce-Täler ernannt, eine Wahl, die sofort Spannungen mit den lokalen Kommandeuren hervorrief, die jahrelang gekämpft hatten. Die Figur Malanottis ist von einem Schleier des Geheimnisses und des Verdachts umgeben. Obwohl er ein treuer Leutnant Hofers war, beschreiben ihn die Quellen als eine „unzuverlässige“, „ausbeuterische, arrogante“ und „wenig geneigte“ Person, Befehle auszuführen. Die schwersten Vorwürfe, die gegen ihn erhoben wurden, waren, Anarchie und die „Abschaffung der Steuern“ gepredigt und sich selbst als „Mann des Volkes“ durchgesetzt zu haben. Die Theorie, auch wenn sie schwer zu beweisen ist, eines persönlichen Kontakts in Genf mit Filippo Buonarroti, einem der Symbole des Anarchismus, fügt seiner Geschichte ein „absolut außergewöhnliches“ Element hinzu. Es ist möglich, dass die Anschuldigungen ein Weg waren, einen politischen Gegner loszuwerden, aber seine „aufrührerischen“ Ideen für die damalige Zeit führten zu einem Haftbefehl gegen ihn. Hofer selbst widersetzte sich der Verhaftung, aber am Ende war Malanotti gezwungen, Tirol zu verlassen und „aus der Geschichte zu verschwinden“. Er zog nach Wien, wo er 1818 starb, aber die Ehre, sein Wappen in der Gedenkkapelle des Aufstands in St. Leonhard in Passeier zu haben, bestätigt seine Nähe zu Hofer und seine Bedeutung im Kreis der Getreuen.
Fazit: Gelebte Geschichte und spätere Erinnerung
Die Konferenz beschränkte sich nicht darauf, Fakten zu erzählen, sondern bot Denkanstöße zur Komplexität der Geschichte. Der Tiroler Aufstand war ein „einzigartiger und schrecklicher Krieg“. Es war ein Gebirgskrieg, aber auch ein Bürgerkrieg mit internen Dynamiken, Spannungen und Rivalitäten, die sich auch unter den Führern manifestierten. Der Redner betonte, wie die spätere Rhetorik die Aufständischen in „Monolithen“ verwandelte, die alle in dieselbe Richtung handelten, während die Gemeinden in Wirklichkeit „jahrelang getroffen“ und zu dramatischen Entscheidungen gezwungen wurden.
Die Erinnerung an diese Ereignisse hat sich weiterentwickelt. 1909 wurde in Innsbruck das hundertjährige Jubiläum des Aufstands „mit großem Pomp“ gefeiert, wobei Hofer zum Helden erhoben wurde, einem Symbol für den „Kampf für die Freiheit“ und die „Verteidigung des Vaterlandes“. Wie der Redner jedoch anmerkte, wurde Hofer selbst mehrmals von Kaiser Franz II. „verraten“. Dieser Widerspruch zwischen Rhetorik und historischer Realität zeigt, wie die Vergangenheit oft umgestaltet wird, um den Zielen der Gegenwart zu dienen. Die Geschichte von Manfroni und Malanotti sowie ihre Herkunft aus dem Solandrischen und Nonsbergischen dient dazu, die Aufmerksamkeit auf die „lokalen“ Persönlichkeiten zu lenken, die, obwohl sie nicht im Mittelpunkt standen, die dramatischen Ereignisse des Aufstands aus erster Hand miterlebten.






