Briciole di Memoria: „… pugnar per l’oppressore …“

“Ai morti sotto bandiera austriaca basta un pietoso ricordo nei camposanti”, scriveva nell’ottobre 1923 il Questore di Trento Panini ai sindaci della Venezia Tridentina, richiamando la circolare prefettizia emanata a gennaio dello stesso anno. Oltre a confinare i cippi e le lapidi ai nostri caduti per la Heimat e per la Patria Austriaca nei cimiteri, senza cerimonie solenni o monumenti in piazza, riservando questi „onori“ a chi aveva disertato per andare a combattere nelle fila dell’esercito „redentore“, lettera e circolare prescrivevano anche il tono delle epigrafi, che doveva ispirarsi a un verso del poeta italiano Leopardi:
«Oh misero colui che in guerra è spento, non per li patrii lidi e per la pia consorte e i figli cari, ma da nemici altrui, per altra gente, e non può dir morendo: alma terra natia, la vita che mi desti ecco ti rendo»
E se in qualche caso si tentò di eludere le severe disposizioni, limitandosi a ricordare „i figli caduti“ (almeno finchè fu possibile utilizzare la parola „caduti“, che pure questa ben presto divenne „troppo“), in altri casi i redattori di epigrafi superarano il poeta sopraccitato. Un vero capolavoro di cancellazione della memoria, di sostituzione della storia, ispirato dalla tristemente nota Legione Trentina.
Oggi e nelle prossime settimane, per la rubrica „Briciole di Memoria“, presenteremo alcune di questi monumenti, molti dei quali – ancora ai giorni nostri – non sono stati contestualizzati. Speriamo che questa nostra serie di articoli serva in qualche modo a sollecitare l’apposizione di un testo (una targa, un totem, un QR, un qualsiasi cosa…) che spieghi ad ignari visitatori (ce ne sono tanti, più vicino di quanto si possa pensare) la realtà dei fatti ed il contesto storico in cui nacquero queste epigrafi. Sarebbe un atto dovuto, una piccola riparazione della memoria „dannata“, dopo più di un secolo di oblio.
Ai lettori interessati segnaliamo il certosino lavoro di ricerca di Aldo Miorelli „Le epigrafi dei „Monumenti ai caduti“ trentini nell’esercito
austro-ungarico eretti tra il 1919 e il 1940, pubblicato negli annali del Museo Storico Italiano della Guerra nel 1996 / 1997.
A Pinzolo
Il monumento ai caduti di Pinzolo è un grande cippo collocato di fronte all’antica chiesa di San Vigilio e al cimitero. Eretto nel 1925, in granito – la tipica pietra locale – e lastre di marmo, oltre ai nomi dei caduti riporta tutto il repertorio prescritto dalle circolari prefettizie.
Infatti, in alto sotto il „tetto“, sulle quattro facciate si legge
A pietosa ricordanza
dei morti della guerra mondiale
1914-1918
costretti a pugnar per l’oppressore
Invece, ai piedi di una delle lastre marmoree dove sono incisi i nomi dei caduti del paese, si trova una seconda scritta, un po‘ sbiadita dal tempo
A voi
cui morendo
Italia una fu unico desire
da Dio
pregando pace
Pinzolo redenta dedica
In occasione del centenario della Prima Guerra mondiale, l’amministrazione comunale retta dal sindaco William Bonomi – dietro forte impulso di Luciano Binelli, storico autonomista di Pinzolo – pensò a contestualizzare le epigrafi in maniera esemplare. Venne infatti realizzata una grande targa, in granito e marmo come il cippo originale, che fu posata ai piedi del munumento, in posizione ben visibile.
Ricorrendo il centenario dell’inizio della prima guerra mondiale,
la comunità di Pinzolo onora i suoi concittadini qui ricordati,
che con fedeltà e abnegazione estrema difesero la loro Patria
l’Impero d’Austria – Ungheria
Requiescant in pace
Un’iniziativa, questa, che ci auguriamo venga ripresa e realizzata da altri, anzi, da tutti.






