von mas 10.09.2025 11:00 Uhr

„Castel Dante, luogo di riconciliazione? Forse NO!“

I lettori ci scrivono – A proposito della cerimonia di sabato scorso, per la ri-inaugurazione dell’Ossario di Castel Dante a Rovereto, ecco il puntuale intervento di Giuseppe Matuella

Foto FB e PAT / Elaborazoine UT24

Secondo la Treccani, enciclopedia italiana di lettere, scienze ed arti, la „riconciliazione“ è l’azione o il fatto di rimettere d’accordo, far tornare in pace o in armonia persone o parti in conflitto, e può significare anche il ritorno a buoni rapporti con qualcuno o con un luogo.  Sabato  invece a Castel Dante, Rovereto, questa parola è stata ampiamente usata in modo molto superficiale, quasi una pezza per coprire fatti e situazioni che coinvolgono la nostra Terra da oltre un secolo!

E questo è stato fatto in occasione della ri-inaugurazione del sacrario  (NdR: qui il link all’articolo apparso domenica su UT24, con il racconto dettagliato della giornata:  CASTEL DANTE, QUANDO IL RICORDO E‘ MONCO) contenente fra le sue mura quei 20.000 che sono morti causa situazioni dettate da una pessima politica, gonfia di avidità e di potere! E strano a dirsi, in questa occasione di grande riconciliazione, gli unici due di quei morti, che sono stati nominati durante la cerimonia sono Fabio Filzi e Damiano Chiesa, proprio due di quelli che volevano con la forza modificare il vivere di una maggioranza assoluta della popolazione locale! Tutti gli altri morti, vanno nel cumulo degli anonimi! Ma anche quelli, a nostro vedere, pur riconciliati come morti, “umanamente” vivono nella diversità! Una parte, caduti in quanto spediti ad aggredire un’altra Terra, gli altri, caduti per difendere la propria Terra! Con già un falso in partenza! Teoricamente agli aggressori avevano fatto credere che si doveva redimere una Terra altrui!

 

E siccome gli aggressori (tali non per colpa Loro) hanno avuto il sopravvento sui difensori, si dà il caso che questa differenza ancora oggi dopo più di un secolo, sia pesantemente presente nel nostro vivere quotidiano! Infatti, dentro e dietro quei 20.000 coperti dall’immagine pacificante di Castel Dante, c’è una schiera di Nostri Caduti, che “riposano”, così si suol dire, confinati in cimiteri, all’ombra di lapidi che portano delle orribili scritture nei Loro confronti, e ai quali dopo più di un secolo nessuno, ripetiamo nessuno, ha pensato di ridare quella Verità e dignità che Loro spetta!

Abbiamo vie e piazze piene di nomi di quei redentori che hanno sparato addosso ai Nostri, abbiamo una marea di monumenti sparsi ovunque, dedicati ai Caduti Alpini, Fanti, Bersaglieri, ma quanti ne vediamo dedicati ai nostri Caduti, quei Caduti con la divisa sbagliata, come qualcuno li ha scioccamente definiti?

Pure la Sottosegretaria alla Difesa, presente a nome del Governo Italiano, non ha certo reso onore a questi nostri Caduti, dicendo che con il Loro sacrificio hanno contribuito a lastricare il lungo percorso dell’identità nazionale! Loro si sono battuti per salvare la Loro di Identità, quella Identità, che non ha mai avuto nulla in comune con altre e che andava invece rispettata, come vanno rispettate quelle altrui.

Il mondo purtroppo non è cambiato, per cui non scandalizziamoci tanto per le aggressione del giorno d’oggi, se non riusciamo a vedere neanche quelle vissute sulla nostra pelle un secolo fa! Sarebbe dimostrarsi incoerenti.

Quindi quella monotonia del dire, di inni, di bandiere, di divise vista ieri, sabato 7 settembre a Castel Dante, a nostro giudizio, se ha reso onore, lo ha reso in modo parziale, differenziato!

Jetzt
,
oder
oder mit versenden.

Es gibt neue Nachrichten auf der Startseite