von mas 04.09.2025 06:45 Uhr

Briciole di Memoria: „… spento da nemici altrui …“

Per la nostra rubrica settimanale, stiamo presentando alcuni dei monumenti che ricordano i nostri soldati caduti durante la Prima Guerra Mondiale, quelli eretti seguendo le disposizioni vigenti dopo la „redenzione“ e spesso non ancora contestualizzati. Oggi siamo nel cimitero di Preore

Foto Manuela Sartori / UT24

“Ai morti sotto bandiera austriaca basta un pietoso ricordo nei camposanti”, scriveva nell’ottobre 1923 il Questore di Trento Panini ai sindaci della Venezia Tridentina, richiamando la circolare prefettizia emanata a gennaio dello stesso anno. Oltre a confinare i cippi e le lapidi ai nostri caduti per la Heimat e per la Patria Austriaca nei cimiteri, senza cerimonie solenni o monumenti in piazza, riservando questi „onori“ a chi aveva disertato  per andare a combattere nelle fila dell’esercito „redentore“, lettera e circolare prescrivevano anche il tono delle epigrafi, che doveva ispirarsi a un verso del poeta italiano Leopardi:

«Oh misero colui che in guerra è spento, non per li patrii lidi e per la pia consorte e i figli cari, ma da nemici altrui, per altra gente, e non può dir morendo:  alma terra natia, la vita che mi desti ecco ti rendo»

E se in qualche caso si tentò di eludere le severe disposizioni, limitandosi a ricordare „i figli caduti“ (almeno finchè fu possibile utilizzare la parola „caduti“, che pure questa ben presto divenne „troppo“), in altri casi i redattori di epigrafi superarano il poeta sopraccitato.  Un vero capolavoro di cancellazione della memoria, di sostituzione della storia, ispirato dalla tristemente nota Legione Trentina.

 

Oggi e nelle prossime settimane, per  la rubrica „Briciole di Memoria“, presenteremo alcune di questi monumenti, molti dei quali – ancora ai giorni nostri – non sono stati contestualizzati.  Speriamo che questa nostra serie di articoli serva in qualche modo a sollecitare l’apposizione di un testo (una targa, un totem, un QR, un qualsiasi cosa…) che spieghi ad ignari visitatori (ce ne sono tanti, più vicino di quanto si possa pensare) la realtà dei fatti ed il contesto storico in cui nacquero queste epigrafi.  Sarebbe un atto dovuto, una piccola riparazione della memoria „dannata“, dopo più di un secolo di oblio.

Ai lettori interessati segnaliamo il certosino lavoro di ricerca di Aldo MiorelliLe epigrafi dei „Monumenti ai caduti“ trentini nell’esercito
austro-ungarico eretti tra il 1919 e il 1940,  pubblicato negli annali del Museo Storico Italiano della Guerra nel 1996 / 1997.

Cimitero di Preore

Il monumento ai caduti di Preore è stato eretto nel 1928 all’interno del cimitero, che si trova appena dietro la chiesa di Santa Maria Maddalena. Si tratta di un manufatto in pietra, appoggiato al muro di cinta, al quale è  stata apposta una lapide in pietra bianca, illuminata da una lampada in ferro battuto.

La lapide riporta i nomi dei caduti del paese: sono 9, morti in tutti i luoghi possibili: al fronte, in prigionia, durante il viaggio di rientro, a casa per cause di guerra.  Ma soprattutto, in alto, proprio sotto la luce della lampada, riporta l‚epigrafe „raccomandata“ dalle circolari prefettizie, quella tratta dall’ode „All’Italia“ del poeta Giacomo Leopardi, che abbiamo appena citato. Sotto si trova la scritta „Preore ai suoi caduti nella guerra mondiale 1914 – 1918″.

Non ci sono altre targhe, cartelli o cippi di storicizzazione.

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